12. come with me

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Inzio a mangiare il mio yogurt con le more il più velocemente possibile, lanciando qualche occhiataccia a Brendon. Che cazzo gli è venuto in mente? Se ne stava andando e ha casualmente incontrato mio padre? Oppure l'ha fatto a posta? Dopo mi sente.

"Vi siete divertiti ieri?" Mi domanda mio padre, rompendo il silenzio.
Brendon scoppia a ridere e inizio a tossire, quasi strozzandomi. Il destino mi prende per il culo.

"Oh sì è stato molto figo" risponde Brendon e io sto trattenendo il fiato per la paura. Chissà cosa potrebbe dire, da Brendon ci si può aspettare di tutto.

"Ryan si è portato a casa una tipa" continua a raccontare Brendon con il classico sorriso di quando sta raccontando una bugia "se l'è scopata in mia presenza"

"Brendon!" Esclamo, stupefatto. La scusa era plausibile ma non doveva aggiungere simili particolari di fronte a mio padre che sta pendendo dalle labbra di Brendon. Come biasimarlo d'altronde.

"E a giudicare da come gemeva deve essergli piaciuto molto" mi sorride e io capisco il suo giochetto. È una metafora: lui era la tipa in questione. Che stupido cazzo.

Sento la sua mano poisizionarsi sul mio ginocchio ma gliela sposto subito. Non ora.
Brendon fa finta di nulla e la riposiziona, spostandola mano a mano sempre più vicina il mio interno coscia. Lo fulmimo con lo sguardo ma lui sta parlando tranquillamente con mio padre come se niente fosse.
La sua mano praticamente sul mio inguine e mi alzo di scatto prima mi venga un erezione di fronte a mio padre. Entrambi si girano a guardarmi come se fossi pazzo.

"Ho freddo. Vado a vestirmi" mi giustifico, dandomi un tono. Poi corro su per le scale, senza voltarmi.
Faccio per chiudermi in bagno ma sento la porta fare resistenza: Brendon sta tenendo una mano sul pomello.

"Sei stupido?" Sbotto io allora "che cazzo ci facevi giù con mio padre?"

"Stavo cercando il mio telefono" si giustifica lui, alzando le spalle "e ho trovato tuo padre in cucina. Ho detto che sono un tuo amico e che mi hai ospitato qua perché il mio albergo era lontano. Lui se l'è bevuta, tranquillo"

Mi passo le mani, sbuffando mentre lo sorpasso e torno in camera. Non avevo ancora visto che gran casino fosse: ci sono vestiti sparsi ovunque, il letto è completamente sfatto, le cose del mio comodino sono a terra. Riesco a sentire ancora l'odore di sudore, della mia colonia, del suo profumo alla vaniglia nelle lenzuola candide. Questa stanza sta ancora urlando sesso.
Brendon mi abbraccia da dietro, la testa sulla mia spalla. Mi dà qualche bacio sul collo e sussurra:"Abbiamo fatto un bel casino eh?"
Mi giro e lo afferro per la (mia) camicia, baciandolo. Sono pronto per rifare quel casino.
Indietreggio verso il letto, sbottonandogli la camicia, le sue mani sulla mia vita. È come quando ho provato la prima volta la droga: quel bramoso desiderio che ti attanaglia lo stomaco, la sensazione di benessere e euforia esagerata, il continuo bisogno fisico e psicologico. All'inizio sembra una gran figata poi quando inizia a distruggere te e la tua vita un po' meno.

"Brendon, non credo sia una buona idea" mormoro e nemmeno due secondi dopo sento mio padre salire le scale. Stacco Brendom dal mio collo e lo butto letteralmente per terra, giusto in tempo, perché mio padre spalanca la porta subito dopo. Tengouna mano tesa nella sua direzione, facendogli capire che deve stare giù, fermo e zitto, e cerco di assumere una posizione naturale.

"Dov'è il tuo amico?" Mi chiede, guardandosi in giro un po' confuso, osservando il casino che regna sovrano ma non fa ulteriori domande.

"Brendon" lo correggo in automatico "è in bagno"

Lui anniusce, sembra pensieroso e incredibilmente sobrio. L'unico interesse in comune con mio padre è l'amore aka dipendenza per gli alcolici. Di solito, è sempre brillo di mattina, si è gia scolato un paio di Martini. Ma oggi no, lo vedo nel suo sguardo spento, nell'assenza del suo sorriso strafottente e della sua ilarità. Era da tanto tempo che non lo facevo così vuoto. Sento lo stomaco stringersi.
Sto per chiedergli se si sente bene ma lui mi precede.

"Beh io vado in spaiggia, non so voi cosa fate ma sì, beh, insomma, io sono lì"

"Aspettaci" lo blocco mentre sta per uscire. Non so perché l'ho fatto, forse perché dopo anni e anni sono riuscito a rivedere in quell'uomo che vive con me, mio padre, il mio papà. Lui sorride e annuisce, uscendo.
Solo quando il "ciak" della porta rimbomba per tutta la camera, Brendon si tira su da per terra, l'espressione indignata sul viso.

"Ma che cazzo Ryan" sbotta "che cazzo ti- stai bene?"

Io mi limito ad annuire e cambio rapidamente discorso.

"Ti va se ti accompagniamo in albergo prima di andare in spiaggia?"

"Sì ma non so se oggi vengo. Non ho tanta voglia"

Io annuisco ancora mentre mi tiro su un paio di pantaloncini e una maglietta dei Beatles. Lui sta guardando il telefono e un sorriso trattenuto spunta sul suo viso.

"Dallon" inizia a parlare e io ho già il sangue al cervello per il nervoso.

"Non guardarmi così" ride Brendon, facendomi rilassare immediatamente. Amo la sua risata e come il suo volto si trasforma.

"Stavo dicendo" continua, sedendosi vicino a me "che Dallon vuole trovarsi con tutta la 'gang' stasera in albero per stare un po' insieme"

"E ti aspetti che io venga?"

"Dai" mi prega Brendon, dandomi un bacino sulla punta del naso con le braccia allacciate dietro la mia nuca "non ce la posso fare senza di te"

"Ma non dire cazzate" mormoro, accarezzandogli le braccia in maniera distratta "ci sarà Dallon che ti girerà attorno per tutta la sera"

"Ovvio sono irresistibile" esclama lui e suona perfino più gay del solito. Io lo scosto con una spinta scherzosa, ridcchiando e faccio per alzarmi m Brendon mi afferra saldamente per un polso.

"Non ti lascio andare finché non mi dici che verrai" lagna lui con un finto broncio adorabile. Io alzo gli occhi al cielo e mormoro un "va bene" veloce. Lui esulta, abbracciandomi lanciato.

"Sarà divertenete, vedrai"

Come si dice in questi casi? Le ultime parole famose.

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora