8. Piña Colada

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La sera arriva incredibilemente presto. Brendon è andato in spiaggia mentre io sono stato a casa a suonare e a scaricare la tensione. Tutti quegli avvenimenti mi avevano fatto pensare molto, il che porta sempre all'ansia e all'inquietudine d'animo. Suonare è l'unica cosa che mi calma. O almeno, è l'unica cosa salutare.

Mi sto abbotonndo un camica rossa quando sento il campanello suonare. Deve essere Brednon. Sento il cuore battere all'impazzata mentre vado ad aprire la porta. Eccolo lì, radioso come sempre. Si è pettinato il ciuffo, indossa una giacca di pelle e dei pantaloni neri. Resto un paio di secondi ad osservarlo, è davvero bello, mi tocca ammettere.

"Sì, sì, anche tu stai molto bene" dice, per poi darmi un bacio sulla guancia a mo di saluto ed entra in casa, si toglie la giacca, la butta su una sedia e si siede sul divano.

"Fa pure come se fossi a casa tua" dico, ridendo raggiugendolo sul divano.

"Oh baby vorrei tanto che lo fosse" mormora guardandosi in giro "io non vengo da una famiglia proprio ricca sai?"

"Mi parli un po' della tua famiglia?" Gli domando dolcemente, avvicinandomi a lui. Voglio dargli un senso di protezione, di fiducia e sì anche scoprire piùinformazioni possibile, sono una persona troppo curiosa.
Brendon gioca nervoso con una anello nero che porta al medio, ha lo sguardo basso, la fronte corruggiata. Vuol dire che sta pensando. Lo fa spesso.

"Mi prepari una piña colada prima?" Mi fa gli occhioni da cucciolo ed è impossibile dirgli di no. Vado in cucina, prendo il latte di cocco, il succo d'ananas e il rum, mischio tutto insieme e lo verso in un lungo bicchiere con del ghiaccio. Preneo una cannuccia di metallo e torno da luiche mi sta guardando con un sorriso soddisfatto. Lui ottiene sempre quello che vuole.

"Ecco, principessa" lo apostrofo, porgendogli il bicchiere e risedendomi. Lui lo afferra deliziato e inizia a sorseggiarlo, appoggiando le sue gambe sopra alle mie, senza malizia.

"Grazie baby"

Sorrido al soprannome. È carino e cringe allo stesso tempo ma mi fa sentire, non so, speciale. Appoggio la testa sul divano e lo guardo rapito bere il suo cocktail. Lui si accorge che lo sto fissando e sorride imbarazzato, appoggia il bicchiere sul tavolino di vetro e si mette nella mia stessa posizione. I mie occhi nocciola sono fissi nei suoi più scuri, mi stanno rivelando più di quanto dovrei sapere.

"Vengo da una famiglia di mormoni" esordisce Brendon, dopo un paio di secondi di silenzio. Io resto di stucco: non so molto sui mormoni, la religione non mi è mai importata molto, la mia famiglia è atea, ma so che sono i cattolici più estremisti, hanno delle regole tutte loro. Credo.

"Sono dei fanatici di merda" continua Brendon, guardando nel vuoto. Sembra perso nei ricordi.

"Mi sono sempre ribellato alle loro stupide regole, alle loro stupide dottrine e per questo le ho prese più e più volte finché non mi sono stufato e sono scappato di casa. Ero stufo di dover fingere di essere chi non ero, di essere odiato ed emarginato solo per essere diverso  - non accettavano la mia omosessualità, volevano curarmi a tutti i costi - e di essere picchiato solo perchè non volevo seguire delle regole senza senso. Avevo sedici anni. Ho vissuto da senzatetto per un po'" Brendon si ferma, è come se non volesse ricordarsi cosa è successo all'epoca, non deve essere stato facile "poi ho scoperto di avere degli zii che non pensavo di avere e mi hanno accolto fra di loro. Solo che hanno già quattro figli quindi, a volte, è difficile arrivare a fine mese.  Ma voglio loro molto bene, sento finalmente di avere dei genitori"

D'istinto gli accarezzo i capelli. Non so, ora mi sento in qualche modo più unito a lui. Condividere i tuoi segreti o il tuo passato di merda con una persona ti fa sentire in automatico più collegato a quella persona. E io volevo che succedesse questo con Brendon.

"Okay basta cose deprimenti" urla Brendon alzando le braccia al cielo "divertiamoci"

Rido, trasportato dalla sua voce euforia, mi alzo e lo prendo per le mani. Apro la porta finestra della sala da pranzo che dà direttamente sulla spiaggia. Brendon ha la bocca spalancata, gli occhi gli brillano come quelli di un bambino.

"Wow" mormora osservando il sole che tramonta sul mare, la luce calda riflette sulla superficie cristallina dell'acqua, tingendo di arancione noi e tutta la spiaggia. Ma nonostante sia uno spettacolo senza fiato io mi volto per guardare Brendon. E lui si volta per guardare me. Mi sorride e, un po' timidamente, appoggia la sua testa sulla mia spalla. I suoi capelli odorano di vaniglia, sono morbidi contro la mia guancia. Gli circondo le spalle con un braccio e restiamo così, ascoltando solo i nostri cuori battere all'unisono e il rumore delle onde che si infrangono, fino alla fine del tramonto, fino quando il giorno non incontra la notte.

"Ho un'idea un po' pazza. La vuoi sentire?" Brendon si piazza davanti a me, con un sorrisone stampato in viso.

"Mi piacciono le cose pazze" mormoro avviccinandomi.

"Facciamo il bagno. Nudi. Sotto la luce della luna"

Io ci rimango talmente di sasso che non riesco nemmeno a spiccicar parola. Insomma, è da pazzi. Fare il bagno nudo solo con un altro ragazzo nudo, ragazzo dal quale sei vagamente attratto e che è a sua volta attratto da te. Si finisce in una scopata sicuro e io non so se sono pronto a scopare con un maschio, onestamente. Perché io non sono gay.

"Chi tace accossente" Brendon mi strappa brutalmente dai miei pensieri iniziando a sbottonarmi la camicia.

Io ci resto letteralmente di sasso che mi immobilizzo mentre lui mi spoglia.
Questo è dannatamente stupido ma noi lo siamo anche noi quindi fanculo.

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora