5. Not My Night

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Tw: droga, smut

Prima di andare da lei mi faccio un altro shot. Non guasta mai.

"Ciao" la saluto ma lei si tocca un orecchio per farmi capire che non ha sentito. Si certo come no, la musica non è così alta.
Così mi piego e avvicino le mie labbra al suo orecchio.

"Ti va di ballare?" Dico allora e lei annuisce, mi prende la mano e andiamo in pista. Io faccio in modo di posizionarci proprio davanti a Brendon che casualmente ci sta guardando. Ha le braccia attorno al collo di Dallon, lui è di spalle e ha appoggiato la testa nell'incavo del collo del più basso. Brutta sanguisuga che non sei altro.
Anche la ragazza allaccia le mani sulla mia nuca mentre io appoggio le mie sulla sua vita sottile. Sento che inizia a strusciarsi su di me ma io non ci faccio caso. Sto guardando Brendon e lui sta guardando me. Le luci blu della discoteca rendono il suo sguardo geloso ancora più sexy.
Non stacca i suoi occhi penetranti da me nemmeno quando piega la testa e sussurra qualcosa nell'orecchio di Dallon. Lui si raddrizza e segue Brendon, mano nella mano, in bagno. Prima di entrare Brendon mi rivolge un ultimo sguardo e un sorriso di sfida.

Ma mi prende per il culo? Pensa che io stia qui come un povero pollo ad aspettare che lui finisca di scopare con Dallon. Oddio lui sta seriamente scopando con Dallon in questo momento. Sento uno famigliare formocolio nel mio basso ventre a questo pensiero. No dai, non posso eccitarmi su questo, non posso.

"Oh qui qualcuno ė eccitato" dice la bionda, ridendo come un'oca. La guardo per un secondo: non è tutta sta bellezza ma può andare. La prendo per un polso e la trascino fuori da quel cazzo di locale.

"Dove andiamo Ryan?" Ridacchia quella, provando a stare dietro al mio passo svelto. Non le rispondo, arriviamo all mia macchina e io faccio per tirar fuori le chiavi. Lei si schiaccia contro la mia schiena, abbracciandomi da dietro.

"Vuoi scopare?" Mi chiede in un sussurro eccitato. Io mi giro, lei si sta mordendo le labbra, le è caduta la spallina del vestito. L'afferro per la vita, la tiro a me in maniera secca e inizio a baciarla. Non c'è nessuna pasione in questo bacio, è solo un bacio ubriaco. Mi sento come quando a dodici anni giocavi al gioco della bottiglia e dovevi baciare qualcuno che non ti piaceva.
Apro la macchina e la faccio entrare. Non voglio dare spettacolo.
Lei mi afferra per il bavero della camicia e mi trascina dentro, sento le sue unghie graffiarmi il collo e mentre io cerco di non pestare bottiglie vuote o di non ribaltarmi dal sedile, lei inizia a sbottonarmi la camicia. Io perdo per un secondo l'equilibrio e lei se ne approffita per mettersi sopra di me.

"Oh no tesoro, non comandi tu qui" mormoro per poi spingerla contro la portiera. Lei geme quando le prendo i polsi e glieli blocco sopra la testa, continuando a baciarla. Le abbasso la prima parte dell vestito, solo il necessario per riuscire a slacciarle il reggiseno. Stringo con forza le sue tette mentre le bacio e le succhio, facendola gemere rumorosamente. Ah quanto mi piacciono le tette, non potrei mai essere gay. Che cosa stupida.
Inizio a frugare nelle mie tasche alla ricerca di un preservativo mentre lei mi tira i capelli constringedomi a stare con la faccia attaccata al suo petto.

"Cazzo non ne ho" sbotto alzandomi di scatto per provare a cercare nel cruscotto davanti. La sento ridere e poi girarsi.

"Non ce n'ė bisogno" dice lei e me la ritrovo a novanta su di me. E, se già prima capito poco per colpa dell'alcol, ora capisco ancora meno.

"S-sicura?" Chiedo. Insomma, di solito, non si dà il culo al primo che trovi. Lei annuisce e si tira su il vestito rivelando un perizoma nero e un culo perfetto. Io mi slaccio i pantaloni, un po' disorientato con la testa che gira per l'alcol e me li calo assieme ai boxer. Mi ricordo di usare almeno la saliva come lubrificante e poi entro di lei a fatica. Non è come entrare in una vagina, qui la situazione è molto diversa: è più stretto e secco, mi sento il cazzo letteralmente stritolato. Provo a muovermi, tenendomi al sedile, mi sento le gambe molli. La ragazza inizia ad ansiamare in maniera decisamente esagerata.. qui qualcuno ha gurdato troppi porno.
Ma un forte senso di nausea che mi attanaglia lo stomaco non mi permette di godermi quel bel culo. Esco da lei, mi precipito fuori dalla macchina e vomito tutta la cena. Mi afferro alla portiera per non cadere nel mio stesso vomito, la testa di gira manco fosse sulle montagne russe e mi duole da impazzire.

"Cazzo" borbotto "mi spiace, di solito, non faccio così schifo" dico alla ragazza che nel frattempo si è rivestita ed è scesa dalla macchina.

"No, non preoccuparti. Mi è piaciuto lo stesso" dice ma la sua voce fa intendere che non lo pensa realmente "buona serata, Ryan" e se ne ritorna al locale di fretta. Mi viene da ridere.

Faccio un paio di respiri profondi e decido di fare lo stesso. Ma non entro, potrebbe seriamente esplodermi la testa. Mi siedo per terra sul retro, la testa appoggiato contro il muro. Vedo con la coda dell'occhio qualcuno che si avvicina a me. Oh no. Sento il mio respiro farsi più affannoso per via dell'ansia, frugo nelle varie tasche alla ricerca delle mie medicine ma non trovo nulla. Cazzo.

"Cazzo, amico, non hai una bella cera" un tipo con un cappuccio si accuccia davanti a me. Non riesco a vedere bene la sua faccia, il buio e il cappuccio non aiutano.

"Ho bevuto un po' troppo" farfuglio, gesticolando. Magari c'era anche della droga in qualche bicchiere, chi lo sa.

"Prova questa, ti sentirai meglio" mi porge una pasticca molto piccola, bianca e rosa. Ho provate tante droghe in vita mia ma questa non l'ho mai vista e sinceramente non mi va di rischiare.

"Hai della cocaina?" Chiedo, arrendendomi alla mia volontà. Sono proprio una testa di cazzo, ricado sempre nei miei errorri ma ormai è troppo tardi.
Il tipo tira fuori una bustina mezza vuota della fottutamente famigliare polverina bianca e me la porge. Gli lancio una banconta a caso, prendo la busta e me ne vado, entro nel locale, diretto verso il bagno, è come se il mio corpo conoscesse troppo bene queste azioni e le compiesse da solo. Stranamente ne trovo uno libero.  Entro, sbattendo la porta, senza chiuderla però, mi inginocchio a terra, abbasso la tavoletta e faccio la striscia con la carta di credito con le mani tremanti e le lacrime agli occhi. Mi ripeto che sono un coglione all'infinito e la mia parte più razionale mi dice di fermarmi.
Ma non l'ascolto.
Mi tappo una narice e uso l'altro per tirare su la striscia ben allineata. Una botta incredibile mi prende la testa e vedo una figura sulla soglia della porta poi più nulla perché mi accascio al suolo privo di sensi.

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora