➽ Grey Wolf | Namkook ✔

𝟎𝟔 ─ 𝐡𝐨 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞

No ma vorrei farvi notare quanto è cute l'immagine qui sopra se pensate che siano rispettivamente Jungkook e Namjoon 

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Namjoon restò completamente imbambolato di fronte quel ragazzino che mai si sarebbe immaginato possedesse comunque quei tratti teneri che rispecchiavano la sua forma animale.

I capelli erano nero pece esattamente come lo era il suo pelo, la corporatura esile e minuta come la sua forma lupo e sicuramente non aveva perso quella sua tenera abitudine di nascondersi il visto dietro le mani.

Nonostante il lieve ansimo sorpreso scappatogli dalle labbra, Namjoon non determinò il risveglio di Jungkook che restò quindi per altro tempo vittima dello sguardo dell'alpha che percorse puntigliosamente ogni suo lembo di pelle, trasalendo non appena il ragazzino si raddrizzò supino e la coperta gli scoprì il fianco.

Namjoon si ritrovò letteralmente a liberarsi di ogni lembo di coperta pur di assicurarsi che ogni minima parte del corpo del più piccolo fosse completamente protetta.

Quello che però andare ad interrompere malamente quel suo improvviso imbarazzo fu il notare come sul corpo del piccolo fosse presente un enorme livido violaceo originario proprio dal marchio che più volte aveva supposto Jungkook possedesse.

Qualcosa non andava con quel marchio e quel piccolo omega avrebbe dovuto dargli una risposta perché l'ultima cosa che voleva era proprio quella di vederlo disintegrarsi sotto le proprie mani senza aver avuto la possibilità di fare nulla a riguardo.

Inconsciamente si ritrovò quindi ad allungare una mano verso il collo del ragazzo ─ che sfiorò con quanta più delicatezza possibile ─ facendolo però gemere in maniera straziante; Jungkook allontanò subito il viso dalla mano sua mano e Namjoon non fece a meno che notare un altro terribile particolare: lo stemma del clan del corvino.

Gli era bastato vederlo di sfuggita per riconoscere immediatamente di quale si trattasse e si era addirittura fatto prendere dal panico perché avrebbe accettato qualunque altro clan sul collo del corvino ma non quello, assolutamente non quello.

Jungkook era il primo che ─ dopo la battaglia ─ aveva visto possedere ancora il marchio del villaggio del fiume. Sapeva che quest'ultimo fosse stato attaccato dal clan della palude ─ gli stessi contro i quali stavano combattendo per anni ─ e raso completamente al suolo optando quindi per la distruzione completa anziché la sottomissione.

Jungkook era l'unico superstite di sua conoscenza.

«Jungkook-» lo richiamò, posando le mani sulle sue braccia esili; il piccolo però ─ indipendentemente dal lamento rilasciato ─ non aveva ancora aperto gli occhi. «Jungkook-» lo chiamò una seconda volta scuotendolo con maggiore forza pur di risvegliarlo e chiedergli spiegazioni riguardo la sua fuga dal villaggio del fiume e da cosa fosse generato quel marchio che ─ differentemente da quello che si poteva pensare ─ poteva riportare a più cause di quelle che si davano solitamente per scontato.

L'ennesimo leggero scuotimento fece ringhiare inconsciamente il giovane che poi ─ come se si fosse sentito colpevole di quel gesto ─ si destò spaventato.

«Namjoon-» spalancò gli occhi. «Io non- Non volevo ringhiare- Te lo giuro Namjoon..! Ti prego perdonami, n-non era assolutamente mia intenzione-» si staccò da lui, strisciando il più lontano possibile dal suo corpo e fallendo dall'impedire ai suoi occhi di riempirsi di lacrime che avevano contornato quel suo visto terrorizzato. Aveva appena infranto una delle regole più importanti che aveva imparato a sue spese: mai rispondere o ringhiare ad un alpha.

«Jungk-»

«Non lo farò mai più te lo giuro ma t-ti prego- Perdonami alpha, p-perdonami, m-mi dispiace-» continuò a dire in preda a quel panico che l'aveva portato a trasalire, tremare ed annaspare agitato all'idea della terribile reazione che Namjoon avrebbe avuto nei suoi confronti. Si era visto l'obiettivo svanire di fronte agli occhi, si era già immaginato uno scenario crudele dove l'alpha l'avrebbe buttato fuori dalla sua proprietà ─ o peggio, dal suo villaggio ─ e non aveva fatto a meno che piangere con più disperazione e terrore.