Molti lo chiamano amore...

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Severus,

quando leggerai queste righe non giudicarmi.

Voglio solo raccontarti cosa mi hai fatto provare.

Ascoltami,

Credimi,

e amami,

come solo tu sai fare.

Ora voglio raccontare di te,

di me,

di noi,

e della nostra storia senza tempo,

ai confini del mondo,

ai confini delle nostre vite,

la storia di un noi nato tra le tenebre,

un noi costruito sulle fondamenta di un segreto,

un noi impensabile,

forse neanche possibile,

un noi che è diventato realtà quando nessuno guardava,

un noi che probabilmente non verrà mai rivelato al mondo,

troppo pieno di pregiudizi

troppo ceco,

per accettare un amore così strano,

un amore così inspiegabile,

un amore che se n'è fregato del mondo ed è esploso in noi,

trasformando la nostra eterna solitudine in mille frammenti di vetro.

Penso abbia fatto rumore,

un rumore assordante,

ma le nostre spesse maschere di finzione lo hanno attutito,

è stato solo un fruscio per le persone che attorno a noi non volevano sentire,

per coloro che non potevano accettare un amore così scomodo.

Forse è stata colpa dei nostri sguardi,

che, troppo spaventati dalla possibilità di perdersi,

con un colpo preciso hanno mandato all'aria due vite intere,

pur di potersi assaporare ancora e ancora.

Forse è stata colpa delle nostre mani,

che, sole per troppo tempo,

hanno preso a pugni i ricordi,

ed hanno lottato contro tutto, pur di riuscire a sfiorarsi,

toccarsi,

ed infine legarsi del tutto.

Forse è stata colpa delle nostre gambe,

che non volevano portarci lontani,

hanno preso a calci i problemi, le differenze

e hanno portato i nostri corpi troppo vicini per resistersi.

Non so cosa l'ha fatto succedere,

so solo che è successo,

ed è stata la cosa più bella che mi potesse capitare.

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