Chapter 3 - Alexander

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Alec's POV

- Buon giorno Kim – esclamò allegro Alec, entrando in ufficio.

- Buon giorno Deputato Lightwood – rispose cordialmente la segretaria.

- Cosa c'è in agenda oggi? – la interrogò Alec, la donna afferrò un foglio dalla scrivania e lo passò al suo capo.

- Stamattina avete un solo un appuntamento, con il signor. Blake Allen – spiegò brevemente Kim, poi uscì dall'ufficio per andare al rispondere al telefono che aveva iniziato a squillare.

La segretaria rientrò dopo pochi minuti.

- Era la portineria, il signor Allen è già qui...lo faccio salire? – chiese Kim, Alec si passò una mano tra i capelli e sbuffò prima di annuire.

La donna uscì di nuovo dalla porta e dopo non molto un uomo alto, sulla trentina con indosso un completo color cenere si palesò davanti a lui.

- Signor Allen...è un piacere – il deputato si alzò e gli porse la mano.

- Altrettanto signor Lightwood – rispose l'uomo, sporgendosi in avanti.

Ma velocemente Blake afferrò il polso di Alec e lo scaraventò sulla scrivania, che si ruppe in mille pezzi.

- Allora è vero che non ricordi più nulla, Alexander Lightwood – sul volto dell'uomo si stampò un ghigno.

Alec rimase senza fiato, un po' per il colpo e un po' per lo stupore che le parole di Blake gli avevano recato.

Perché lo aveva chiamato "Alexander"? E cosa Alec non ricordava?

Il suo aggressore lo afferrò per le caviglie, interrompendo i suoi pensieri.

-Sembra che tu abbia dimenticato anche come ci si difende, sarà più facile eliminarti – affermò Blake, sconvolgendo Alec ancora di più.

Il pugno dell'uomo calò su di lui, ma velocemente riuscì a intercettarlo, sorprendendo anche sé stesso.

Alec si alzò velocemente e assestò un calcio nel basso ventre dell'aggressore.

Blake lo afferrò per la cravatta e lo schiacciò contro la parete in vetro dell'ufficio, dalla quale Alec vide la sua segretaria stesa a terra incosciente.

L'uomo stringeva sempre più la presa sui suoi polsi, impedendogli di muovere le braccia...perciò Alec lo colpì con la testa.

L'aggressore barcollò all'indietro, Alec gli assestò diversi pugni, prima di sollevarlo per la giacca e lanciarlo contro il vetro che separava il suo ufficio da quello di Kim.

Blake volò nell'altra stanza frantumando la parete che esplose in mille schegge.

Alec si avvicinò al suo corpo immobile e lo osservò attentamente, ma proprio quando spostò lo sguardo sulla sua segretaria, Blake gli conficcò un vetro nella gamba.

Alec gridò di dolore e cadde in ginocchio, permettendo all'uomo di ferirgli il braccio con un'altra scheggia.

- Quando avrò finto con te, passerò al prossimo sulla lista – gli sussurrò all'orecchio Blake.

Alec, ignorando il dolore, afferrò un fermacarte dalla scrivania di Kim e lo conficcò in un occhio dell'uomo.

Quest'ultimo barcollò indietro e...precipitò dalla finestra, schiantandosi al suolo.

Alec si accasciò a terra, mille domande gli ronzavano nella mente...come aveva imparato a combattere? Chi erano le altre persone sulla "lista" di Blake?

Pian piano strisciò verso la finestra dal quale era caduto il suo aggressore e si affacciò, aspettandosi di vedere la città sottostante in panico, ma con suo grande stupore constatò la totale tranquillità che aleggiava tra i passanti, come se nessuno avesse visto il corpo di un uomo precipitare da un palazzo.

E vedendo la totale non curanza delle persone nei confronti di Blake morente sul marciapiede, Alec pensò che fosse veramente così.

Jace's POV

Jace condì con olio e aceto l'insalata prima di metterla sul tavolo, voleva che fosse tutto perfetto per il pranzo di famiglia, sperava che almeno sul cibo suo padre non avrebbe trovato da ridire.

Afferrò l'insalatiera e si diresse verso la tavola apparecchiata, a metà strada però un dolore lancinante alla spina dorsale lo costrinse a fermarsi, faceva fatica a respirare...come se avesse preso un forte colpo alla schiena.

Gli pareva di svenire, il dolore si faceva sempre più forte...costringendolo a cadere a terra e a lasciare ciò che teneva in mano.

Sentì una forte fitta alla gamba, come se fosse stata trafitta...la osservò qualche istante ma non vide nessuna ferita.

Era come se Jace stesse provando il dolore di un'altra persona.

- ALEC! – gridò disperato il biondo sentendo un forte dolore al braccio.

Si stese sul pavimento, incapace di muoversi...continuando a sussurrare quel nome.

Chiuse gli occhi e un'immagine gli si proiettò davanti...vide due ragazzi, uno dai capelli neri e l'altro biondo come lui, stavano fermi all'interno di un cerchio e pronunciavano un giuramento, una delle parole risuonò nelle orecchie di Jace per alcuni secondi: "Parabatai".

- ALEC – urlò di nuovo Jace, boccheggiando.

Man mano che i minuti passavano, il dolore diminuiva leggermente e il biondo riuscì di nuovo a pensare lucidamente...non sapeva a chi appartenesse il nome che aveva gridato, né che cosa significasse ciò che aveva visto, Jace sentiva solo l'irrefrenabile impulso di andare a Washington.

SPAZIO AUTRICE:

SALVE MONDO, ECCOMI CON IL CAPITOLO 3...TUTTO DEDICATO AI PARABATAI.

FATEMI SAPERE SE IL CAPITOLO VI E' PIACIUTA E CHE COSA PENSATE SUCCEDERA'.

I NOSTRI PARABATAI RIUSCIRANNO A RITROVARSI?

A GIOVEDI'

~Shadowhunters|| The 100~  We meet againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora