Capitolo 20

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Entrai nell'ufficio di Bianchi, e lui mi ricevette dopo qualche minuto.

– Emma! – esclamò sorridente.
– Mi fa piacere vederti qui. – mi disse, andando nel suo studio.
Mi fece accomodare sulla poltrona davanti alla sua, e non smetteva di sorridere. Di sicuro però non l'avrebbe fatto dopo che gli avessi detto il motivo per cui ero lì.

– Davide... - disse titubante.
Ormai ci davamo del tu e ci chiamavamo per nome, lo consideravo una persona gentile e affidabile, e avevo paura di ferirlo in qualche modo.
– C'è qualcosa che ti turba? – mi chiese, accavallando le gambe e appoggiandosi allo schienale della sua poltrona rossa, come se si stesse mettendo comodo per studiarmi per bene.
– Sì. Credo di non volere più lavorare con Marco. Vorrei ancora far parte del tuo team, però. Mi piace lavorare con te, ed è un grande onore per me tutto questo. – gli dissi senza peli sulla lingua. Lui sbarrò gli occhi e spalancò la bocca dalla sorpresa.
– E come mai, Emma? Che è successo? – mi chiese tristemente.
– Niente in particolare, è solo che io non voglio essere legata a Marco. Non voglio essere legata a nessuno in realtà. Non voglio essere associata solo ai gossip su una presunta relazione tra la ragazza comune e l'imprenditore affascinante. E credo che tu mi possa capire a pieno. – gli dissi, toccandomi i capelli per il nervoso.
– Certo, sì. Però sono un po' sorpreso. Primo, perché è la prima volta che mi capita. Nessuno prima d'ora aveva rinunciato di far parte di un gossip, tutti vogliono essere sulla bocca di tutti, e di solito non gli importa quale ne sia il motivo. E secondo, perché non dovresti mollare tutto adesso, proprio che tu e Marco state spopolando. Ma devo riconoscere che sei diversa da tutte le modelle che ho assunto durante la mia carriera, e ne sono contento. Mi incuriosisci, lo sai questo. E non ho intenzione di licenziarti, anche se tu non vuoi più lavorare con Marco. Io ti ho assunta perché mi piaci, e perché credo in te. So che con il tempo farai molta strada, e non sarai famosa solo per essere apparsa con Marco in pubblico. La gente ti ricorderà per la tua bellezza e la tua semplicità, il tuo sorriso sincero e anche un po' furbo. E poi tutti parlano già della persona che sei, del fatto che sia l'unica sulla terra a rifiutare Marco Riva e che non voglia fare della modella la tua professione ma che stai studiando per diventare medico. Per salvare delle vite. Quindi se hai paura di essere solo l'ombra di Marco, forse dovresti essere più sicura di te stessa e fregartene di ciò che potrebbe pensare la gente. Lo so, sembra strano detto da me, visto che sono io ad aver creato questa storiella per far colpo sulla gente, ma alla fine ad Emma Guerra l'opinione altrui non deve importare. Ricordati sempre che questo lavoro non deve essere una farsa, almeno, io non lavoro così. Più sei genuina e autentica, e più gente ti amerà. Quindi, non devi recitare. A feste come l'altra sera, non devi bere di continuo champagne solo perché lo fanno tutti. Devi divertirti e basta. Decidi tu come divertirti. Ti vuoi togliere i tacchi perché ti fanno male? Benissimo, balla a pieni nudi, e l'indomani i giornali parleranno della donna senza fronzoli ed emancipata che sei. Io capisco che all'inizio questo mondo può essere spaventoso, ma non deve esserlo. Anzi, sto cercando di trovare persone come te che lo rendano vero. Ma non ti devi tirare indietro, non adesso. Rispetto la tua decisione, ma non la condivido. – come al solito le parole di Davide erano state perfette, lui sarebbe stato capace di convincermi di commettere un omicidio se avesse voluto. Pendevo dalle sue labbra, spesso, perché aveva la capacità di presentarti il mondo come lo sognava lui.
– Il tuo discorso non fa una piega, Davide. – ridacchiai scuotendo la testa.
– E allora perché non vuoi più lavorare con Marco? – mi chiese come un bambino piagnucoloso.
– Perché con Marco è una continua recita. – ammisi, e lui sembrò rimanere sorpreso.
– Beh, non si direbbe proprio. Ho esperienza, lo sai, e l'unica cosa che non mi è sembrata finta è il vostro rapporto. La scintilla che c'è tra di voi. L'ho vista dalla sera in cui Marco ci ha presentati. – disse sicuro.
– I battibecchi che vedi sul profilo di Marco sono una piccolissima parte di tutte le cattiverie che ci urliamo contro dalla mattina alla sera. Marco non è per niente gentile con me, quando i riflettori sono spenti. Ed io mi devo comportare di conseguenza. E il continuo litigare con lui mi sfinisce, credimi. Per di più mi sono appena messa con un ragazzo, e non voglio che questi gossip rovinino la nostra storia. – gli dissi.
– Ah, non lo sapevo. – disse, abbassando lo sguardo, come se fosse dispiaciuto.
– Marco è un ragazzo difficile, lo so, lo conosco da quando aveva sedici anni. – disse, sorridendo tristemente. Chiaramente sapeva tutta la storia di Marco e della sua famiglia.
– Facciamo così – disse alzandosi dalla poltrona – per il momento tu e lui lavorerete separatamente, poi se tu dovessi cambiare idea, dovrai solo dirmelo. – fece spallucce, anche se non fosse proprio contento.
– Va bene. – sospirai.


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