Stavo uscendo dall'università, ed ero esausta, affamata, e con la testa che scoppiava. Non vedevo l'ora di tornare a casa e farmi un bel piatto di pasta.
Varcai la soglia del portone principale, e nel cortile vidi un gruppetto di ragazze esaltate.
– Oh no. – mormorai quando, dopo essermi avvicinata, vidi Marco che faceva autografi e foto con quelle ragazze.
– Che diavolo ci fai qui? – dissi scocciata.
– Emmh... mi spiace ragazze, ora devo proprio andare. È stato un piacere. – le congedò con quel suo fare gentile e quel sorriso da latin lover, quella parte di lui che metteva in scena come se fosse una recita. Io alzai gli occhi al cielo, e lui mi raggiunse.
– Sono venuto a prenderti. – disse, prendendomi per il braccio, conducendomi dove voleva lui. Io mi liberai dalla sua presa e mi fermai.
– Per andare dove? Voglio solo andare a casa, mettermi una tuta e mangiare. Mi ci mancavi solo tu oggi, guarda. – gli dissi acida, e lui incrociò le braccia al petto.
Quella mattina non era andato a lavoro evidentemente, indossava un cappotto color cammello e dei jeans neri. Sembrava riposato, ma il mio modo di fare lo stava facendo spazientire.
– Senti biondina – mi puntò il dito contro, ed io alzai un sopracciglio perché non mi piaceva per niente essere chiamata così – non avrei mai voluto venire a prenderti qui all'una del pomeriggio, ma non avevo scelta. Quando Davide Bianchi chiama, c'è poco da fare. – mi riprese il braccio di nuovo, ed io puntualmente mi ribellai al suo tocco. Ma visto che si trattava di Davide, continuai a camminare al suo fianco.
– Perché? Cosa dobbiamo fare? – gli chiesi confusa.
– Vuole che proviamo a fare uno shooting insieme. Non chiedermi altro, non mi ha detto praticamente nulla al telefono. – mi rispose con tono freddo.
– Ah. – dissi sorpresa.
– Perché se ne è uscito con questa cosa? – chiesi ancora. L'idea di lavorare con Marco dopo quel venerdì sera mi piaceva ancora di meno di quando avevo deciso di smettere di lavorarci insieme.
Dalla padella alla brace.– Beh, forse perché è da settimane che si aspetta qualche passo in avanti da parte nostra. La gente vuole vederci insieme, e i brand ci marciano su questa cosa. – disse come se fosse ovvio. Odiavo quando assumeva quell'espressione saccente.
– Peccato che io e te facciamo solo passi indietro. – mormorai mentre salii nella sua macchina.
- Oh, eccovi qui! – esclamò Davide non appena ci vide. Era contento di vederci insieme, e non vedeva l'ora di renderci burattini nelle sue mani.
– Allora, Emma non mi guardare così, tesoro. – ridacchiò lui, ed io alzai un sopracciglio confusa.
– So che hai fame e che Marco ti ha praticamente rapita dall'università, non ti preoccupare. Mentre le ragazze ti preparano puoi mangiare quello che vuoi, ho ordinato un po' di cose. – mi fece l'occhiolino, ed io gli sorrisi riconoscente. Quando sarei diventata un medico, mi sarebbe mancato avere un capo così meraviglioso.
– Comunque... oggi ci divertiremo. Dovrete indossare dei vestiti eleganti come se doveste andare ad una festa di gala, sarete bellissimi! – batté le mani contento come un bambino. Io e il pallone gonfiato ci guardammo spaventati e poi spostammo di nuovo lo sguardo su Davide.
– Che sono quelle facce? Avanti, andate dal vostro staff! Di certo non potete farvi le foto con quei visi smorti e quei capelli che non sanno di niente. – disse, guardandoci disgustato, e con un gesto delle mani ci cacciò. Io sospirai e andai nella solita stanza.
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Odi et amo
Romance"Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato." - Catullo "Sentivo qualcosa dentro il petto, come un corpo estraneo che si muoveva nello sterno, andando verso le costole e poi risalendo verso...