cap.11

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Chiuse gli occhi a quelle parole, una parte di lei gli credeva, una grande parte. A mala voglia si stacco da lui guardandolo negli occhi;

"Sono confusa..." sussurrò lei

Lui le sorrise

"ti spiego tutto tornando a casa" disse lui

"Casa?" chiese lei sorpresa

''Si. A casa, quella da cui sei scappata"disse lui in tono triste

"Non scapperó più."disse lei più sicura che mai, non si accorse di quello che aveva detto.

Lui sorrise, una luce si accese nei suoi occhi color miele, le diede un bacio a fior di labbra.

Lei sorrise incosciente del fatto che le sue guance erano color rosso.

"Sei bellissima"disse lui aprendo la portiera per farla salire

Lei stava per rispondere ma un fruscio la blocco, si girò di scatto e vide un'ombra allontanarsi, fece per seguirla, ma Justin la fermò.

"Andiamocene forza"disse con tono autorevole

Lei annui salendo sull'auto e dopo qualche secondo fece la stessa cosa anche lui.

Dopo 10 minuti d'auto, il telefono di Justin vibrò, si girò verso di lei non sene era accorta, ovvero fingeva.

Il silenzio era più rumoroso delle parole, entrambi erano imbarazzati, ma impauriti, insicuri, avevano paura di perdersi, perché questa volta avevano la sicurezza di qualcosa, sia lui che lei sapevano che per l'altro un sentimento c'era.

"Io sono Justin Bieber"disse lui interrompendo il silenzio "sono un cacciatore di taglie molto esperto, e spaccio e vendo armi sul mercato nero, Queens è un mio amico, so chi sei e so cosa fecevi e cosa sei capace di fare, ma il tuo nome resta il mistero che tutti vogliono risolvere, prima mi hanno pagato per catturati; mentre ti seguivo nella tua ultima missione ti ho salvata dalle fiamme quella notte, eri svenuta di colpo, e ti ho portata da me e il resto lo conosci. Il mio compito era sapere il tuo nome e poi consegarti, solo che mi sono affezionato, e non poco, quando tene sei andata, mi sentivo morire, io sono andato li oggi per riuscire a convincerli di lasciarti perdere, ma non volevano, loro ti odiano a causa degli anni passati a comandare i loro traffici, sei odiata e temuta, ognuno sa che è impossibile averti come alleata quindi ti mettono come nemica, non so chi dirige tutto questo, io conosco solo un messaggero, che è una donna, la famosa "S" non sa nessuno chi è, ma visto che ti vuole annientare ti teme.

Qualsiasi cosa succeda, io ci sarò, non so perché ma non ti lascio, mai...ci sarò io e Harry  Clara e Bruce, sono i componenti della gang...." disse, lei aveva un nodo alla gola, non per il fatto che le aveva detto che tutti la odiano ma perché lui le aveva detto che ci sarebbe stato, una stranma senzaione di felicità la invase, ma spari appena si ricordo chi era lei, già, nessuno è rimasto, nessuno.

"Perché?" chiede lei con voce rauca

"Non lo so, ma sento che ci sarò"disse per parcheggiare l'auto nel garage

E la guardò, non ne aveva mai abbastanza, come la droga , lei era essenziale come l'aria.

Lei si girò uscendo e una lacrima le rigo il viso, l'asciugó in fretta per non mostrargli altra debolezza, era già abbastanza quello che aveva visto.

Entro in casa e vide Harry , Clara e Bruce sul divano che la guardavano.

Sapevano tutto.

Clara le sorrise.

Si sentiva incolpa perché nessuno di  loro la conosceva bene, sapevano ciò che la gente diceva.

"Sono nata in Canada, a Toronto, vivevo in una famiglia normale, fino a 7 anni, ho sempre avuto tutto"disse sendondosi sul divano. Tutti erano attenti." poi mio padre mancò, e mia madre si distrusse andando a letto con tutti gli uomini del quartiere, aveva diffamato il mio cognome, mia madre si suicido quando avevo 9 anni,  da li mi adottò una famiglia benestante a Chicago, ma la moglie morì e il marito disperato mi violento più di una volta, avevo solo 13 anni, decisi di scappare, ma lui mi becco e mi picchiò legandomi al letto senza cibo ne acqua per 2 giorni, poi il giorno in cui mi diede da manghiare, lo pungalai con il coltello da cucina. Scappai via. Per anni ho vissuto per strade e dormito su cartoni al freddo poi a 16 anni incontrai Sila, io ero già quella che sono adesso , senza parole e fredda , Sila seppe farmi star bene ancora, era la mia migliore amica, poi incotrammo Xina che ci salvo la vita più di una volta, poi ary che aveva solo 15anni a quei tempi, Sila invece era la più grande mentre Xina aveva la mia stessa età.

Sila era solare, e sempre sorridente. Era brava a nascondere le sue emozioni, era colei che creava maggior parte delle missioni e proponeva le mosse migliori, era davvero astuta.''disse con tono triste" Xina era la più euforica, la rabbia e la collera in persona, a lei affidavamo le nostre vite e sapevamo di essere al sicuro, nessuno ha mai battuto Xina, era forte e agile , ma non pensava molto, era troppo impulsiva. Ary era la più piccola, era scappata da un orfano trofio perché la trattavano male noi l'abbiamo accolta a braccia aperte, lei è dolce e tenera, ti fa tenerezza , è agile e furba, infatti molte missioni sono state senza versamenti di sangue grazie a lei, era davvero brava nel convincerti, ma ormai è morta anche lei, a causa mia. Poi ci sono io, il capo, ero quella che decideva tutto, fredda e insensibile,non sapevo cosa fossero le emozioni, quelle buone, per mano mia sono morte molte persone, la mia caratteristica principale è l'uso del pugnale"disse e Justin lo tirò fuori dalla sua tasca e lielo consegnò "il mio pugnale, è uno dei migliori, è stato creato da me, non amo usare le pistole, perché la mia prima vittima lo uccisa con un pugnale,la mia mira è la migliore, so che ne siete a conoscenza...ora delle poison rimaniamo solo io e Xina, qull'infame che mi ha venduto a Queens. Chi mi sta seguendo sa che sono pericolosa e non mi vuole morta subito , vuole farmi soffrire, uccidendo le mie ragazze, sono un mostro, non vi conviente starmi accanto, molta gente muore se resta accanto a me, molte persone mi hanno abbandonato, ora sono sola , io sono un veleno per chi mi è accanto, non dovete starmi accanto, sono un...mostro..." disse lei con voce rauca cercando di non piangere

"Se sei un mostro, sei il mio mostro,quello con cui io voglio stare e anche se tu ti allontanerai io ti seguiro, pure all'inferno ma io ti seguirò" disse Justin guardandola negli occhi.

Una lacrima le rigo il viso a quelle parole.

Lei era contenta che lui resti.

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Justin prese il telefono per controllare il messaggio di prima

"L'amore è cieco, non ti conviene amarla, perché presto morirà

-S"

Butto il telefono contro il muro facendolo frantumare in pezzi è la stessa cosa che avrebbe fatto a chi osasse toccarla.

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