cap.4

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Fu svegliata da un rumore, scese in cucina e vide Sila preparare la colazione

"Buon giorno capo" dissi con un sorriso a trentadue denti

"Solo 2-"

"Solo 2 zollette capo lo so, ti conosco ormai" disse interrompendola

Lei le sorrise

  Ad un certo punto la caffetteria esplose, ma non usci caffè, fiamme ne uscivano, Sila si mise ad urlare aiuto, le fiamme divoravano ogni parte del suo corpo, pian piano bruciava sotto i suoi occhi.

Stava per aiutarla quando delle grosse mani color carbone la strmasero alla sedia, cerco di liberarsi ma fu inutile.

"Capo aiuto" gridava Sila con voce rauca, paingeva

"No, Sila arrivo... "Disse prima di vedere la sua compagna divorata dalle fiamme completamente

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"NO!!" gridò alzandosi dal letto, era tutta sudata e il suo respiro era irregolare, dopo qualche secondo Justin apri la porta di camera sua

"Hey stai bene?" disse precipitandosi accanto a lei

"Sila" sussurro lei

"Tranquilla è solo un incubo, shhh" disse lui abbracciandola per calmarla

A quel contatto lei si irrigidì, non aveva mai abbracciato nessuno prima d'ora e men che meno in intimo...

Dopo qualche minuto si stacco da lui alzandosi dal letto

Justin ammirava ogni dettaglio del corpo, era perfetta, tanti pensieri maligni li passarono per la testa

"Esci mi faccio una doccia" disse lei con voce roca

"Ti serve una mano?" chiese lui ridendo

Lei lo fulminò, trattenendosi dal ridere, cosa che prima non aveva mai fatto, si volto dando le spalle a Justin, il quale ammirava il suo didetro e sorrise per poi tornare seria

"Vai!" ringhio lei

Lui si alzo portando le mani al cielo in segno di arresa ridendo sotto i baffi  "Oddio, mi farà impazzire" sussurro a se stessa una volta lui fuori

Fece un respiro profondo notando che da quando Justin era nella camera lei non aveva paura, e aveva persino sorriso, era quasi...felice?

Scosse la testa ed entro sotto il getto d'acqua lasciano che l'acqua porti via, per quel che può, le sue preoccupazioni ed i suoi incubi...

Usci dalla doccia si vesti ed andò da Justin, appena aprì la porta vide Rose con un vassoio contenente due brioches e due caffè, Rose le sorrise... Lei fece una smorfia più che un sorriso

Si sedette sul divano e prese il caffè

Justin parlava al telefono e sembrava piuttosto irritato, lei lo guardò cercando di leggere il labiale

Impossibile....no....vendita...birra....sta sera....chiudo....gang....guardia

Si volto non appena lui rientro, aveva dei programmi sta sera, c'entrava una gang, la vendita di qualcosa, e diceva di stare in guardia

"Tra un po vado a scuola, anche tu quindi preparati" disse prendendo il suo caffè e uscendo dalla stanza

Si andò a cambiare prese il pugnale ed uscì lo vide davanti all'entrata della villa, questa volta aveva un SUV nero, sali sbattendo la portiera forte senza volere

"Piano eh, la mia piccola Jenny si arrabbia " disse mentre metteva in moto

"Sei talmente stupido che tuo padre invece di una guardia del corpo dovrebbe prenderti un cervello" disse lei in tono ironico"come faina dare un nome ad ogni auto?"chiese lei curiosa

"Oddio hai appena fatto una battuta?" disse ridendo

"Taci Bieber" disse lei seria

In effetti nemmeno lei pensava fosse vero, lei poi, cosa impossibile, ma è successo, con Lui è successo, era cosi serena in auto con lui, era tranquilla, si sentiva quasi al sicuro...ed era strano

Dopo qualche minuto di viaggio arrivarono alla scuola

Uscirono dall'auto e si dirigero verso il bar dove gli amici di Justin lo aspettavano

Lei, riconobbe il riccio, Harry, il moro che si chiama Bruce e un'altra ragazza che non era la bionda dalla voce stridula, ella era castana con occhi azzurri , i suoi tratti erano dolci ed era alta quanto lei e teneva la mano a Harry

"Amico, la storia del matrimonio?" chiese Justin dandoli il cinque ad Harry

"È morta sua nonna,quindi abbiamo deciso di rimandare di un mese" disse lui grattandosi la nuca

La ragazza annui per poi abbracciare Justin

"Ei Bruce" disse Justin abbracciandolo

"Bro" disse Bruce ridendo

"Ciao..ehm..." disse Harry rivolgendosi a lei cercando di chiamarla per nome, e poi accorgendosi che non lo sa

"Nemmeno io lo so rassegnati" disse Justin cercando di non prestare

attenzione agli sguardi interrogatori dei suoi amici

Lei fisso il posto per bene, c'erano molti alunni alcuni che la guardavano incantati altri che ignoravano la sua esistenza

"Guarda chi c'è" a quelle parole il corpo di Justin si irrigidì

Sweet  PoisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora