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I due giorni con Fabio sono volati, ieri sera quando siamo arrivati a casa sua nessuno mi ha fatto domande. Abbiamo trovato un letto in più nella camera di Fabio pronto per me. Non ho dormito molto stanotte, i pensieri erano troppi, ma ora è il momento, dobbiamo andare dai carabinieri a denunciare Marco spero solo che mi credano.

Arrivati alla macchina Fabio mi chiede:

- Chiara tutto ok?

Non avevo molta voglia di parlare in quel momento, allora risposi semplicemente di si.

Mi girai verso il finestrino e cominciai a pensare cosa sarebbe successo dopo a come sarebbe cambiata la mia vita, avrei avuto ancora un lavoro e a quel punto mi venne in mente che poi anche i miei genitori avrebbero saputo quello che stava succedendo. Allora mi prese il panico e le lacrime cominciarono a scorrere senza controllo.

Anche Fabio se ne accorse, mi prese la mano e con dolcezza mi disse:

- Chiara non ti preoccupare quando questa storia sarà finita io ti prometto che non ti lascerò mai più e tu sarai per sempre al sicuro con me.

Speravo che quello che stesse dicendo fosse realtà, ma nella mia testa stavo pensando che l'idea del mio piano non era poi così facile da realizzare. Solo ora che sto andando realmente a denunciare Marco mi sto rendendo conto quante altre persone soffrirebbero oltre a me e non sono sicura che voglia questo per loro. Sto realmente pensando che forse è meglio che soffra solo io. Ora ho preso la mi decisione, spero solo di aver fatto la scelta giusta.

Sono ancora immersa nei miei pensieri quando Fabio mi dice che siamo arrivati.

- Chiara non devi andare da sola se vuoi vengo con te.

Mi passa un fazzoletto, asciugo l'ultima lacrima e con tutta calma rispondo:

- Non ti preoccupare, devo fare questa cosa da sola.

- Ok. Io sono qui fuori se hai bisogno di me chiamami.

Dopo un abbraccio lo lascio di fianco alla macchina e mi avvicino sempre più all'entrata della caserma.

Sono agitata come non mai, spero che la mia decisione non mi faccia pentire.

Uscendo dalla caserma vedo Fabio ancora nella posizione in cui l'avevo lasciato appoggiato alla sua macchina e con uno sguardo perso nel vuoto e preoccupato, appena mi avvicinai vedo il suo volto rilassarsi.

- Allora com'è andata? Cosa ti hanno detto?

Nella sua voce potevo sentire tutta la preoccupazione che aveva e non ero sicura della risposta che dovevo dargli, ma sicuramente non potevo digli che non avevo avuto il coraggio di denunciarlo. Invece di denunciare il mio compagno violento, avevo fatto finta di essere una studentessa in cerca di informazioni per un compito assegnato, così mentii.

- Non molto bene, hanno detto che senza prove non possono far niente.

Sul volto di Fabio passò ogni tipo di reazione dal sgomento alla rabbia, aveva le mani strette in due pugni e le sue nocche erano talmente bianche che pensai che dovevano fargli male. Non l'avevo mai visto così e non sapevo cosa fare. Mi avvicinai a lui e con molta calma gli presi le mani e cercai di farlo rilassare, a quel punto mi prese tra le sue braccia, la tensione si dissolse e tra un sospiro e l'altro mi disse:

- Non ti preoccupare mi prenderò cura io di te.

Non so per quanto tempo restammo così, ma alla fine riuscimmo a staccarci dal nostro abbraccio. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, sapevo che se l'avessi fatto mi sarei sciolta e a quel punto la mia bugia sarebbe svanita. Non sono mai stata brava a mentire e Fabio mi conosceva molto bene, avrebbe capito tutto.

Alla fine arriva il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora