Capitolo 11.

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Il cellulare continua a vibrare sul banco, mi trattengo dall'urlare come un isterica e guardo chi mi sta tartassando di messaggi, distraenomi dalla lezione di greco. 

Da: Jacob
Principessaaaa.
Rispondi.
Sono annoiato.
Principessaaaaaaa.
S
O
N
O
A
N
N
O
I
A
T
O

A: Jacob
Vuoi essere mandato a cagare, giusto?

Non faccio a tempo a bloccare il telefono che lui mi risponde. 

Da: Jacob
Ma ciao.
Perchè non mi hai risposto subito?

A: Jacob
STO CERCANDO DI SEGUIRE LA LEZIONE. 
Che vuoi?

Da: Jacob
Che materia hai alla prossima?

A: Jacob
Storia.

Da: Jacob
Che coincidenza! 
Io no. 

A: Jacob
Sei penoso.

Blocco il telefono e lo metto dentro la borsa, tornando a seguire la lezione, ma non riesco a seguire nemmeno due minuti che bussano alla porta. 
-Ma buongiorno, prof!- sono a dir poco sconvolta, per poco non cado dalla sedia.
Jacob è all'intermo della mia classe, della mia scuola, come se nulla fosse. Io, i miei compagni e la prof lo fissiamo senza parole, come se avessimo visto un fantasma.
-Le devo assolutamente rubare per un attimo la sua alunna qui in prima fila- dice tranquillamente il mio fratellastro, indicandomi. 
-Ma che diamine...- mormora la professoressa, fissandolo -Lei chi sarebbe, signorino!?- strilla acida la professoressa. Jacob le scocca un'occhiata di rimprovero, poi ghigna malefico, osservando i giocatori di football in fondo all'aula. 
-Jacob Scott, il ragazzo che insieme al fratello maggiore spaccherà il culo alla vostra squadra di football. Davvero un piacere, prof- la professoressa lo guarda sconvolta -Su, principessa, alza il culo che Damian ci sta aspettando- 
Ma è matto?
-Lei è della South?- chiede sbigottita la prof, alzandosi dalla sedia. 
-Ovviamente- risponde con un sorriso da perfetto stronzo -E non avreimai messo piede in questa scuola schifosa se non fosse importante- continua malefico, poi mi rivolge un sorriso contento -Principessa, muoviti- 
-Io... emh- la professoressa mi trucida con lo sguardo, lancio un'occhiata d'aiuto al mio fratellastro, poi torno sulla professoressa -Mi scusi, è davvero un'emergenza. Le sue lezioni sono sempre interessanti e mi dispiace davvero tanto doverne abbandonare una- 
-Si, certo. Dille altre due minchiate. Baci e abbracci, prof, le volevo solo dire che il greco fa davvero schifo e serve solo a un emerito nulla. Ci si vede in campo- saluta con un ghigno malefico i giocatori di football, prende con tutta tranquillità la mia roba e mi trascina via dalla classe, io sono troppo sbigottita per fargli una sfuriatta. Mi mette con naturalezza un braccio attorno alle spalle e non si cura di tutti gli sguardi pieni di disprezzo che lo colpiscono in mezzo al corridoio, mentre andiamo fuori dal mio istituto, quando finalmente usciamo e l'aria fresca mi colpisce finalmente realizzo. 
Questo stronzo mi ha appena fatto perdere più di metà lezione!
Faccio per parlare ma lui mi tappa la bocca con fare annoiato.
-Non rompere, Charl, ti lamenti praticamente tutte le ore di quanto sia noiosa quella prof, ti ho fatto un piacere- 
Cerco di liberarmi ma ovviamente lui è molto piú forte di me, così inizio a leccargli la mano, Jacob fa una smorfia e mi pizzica il braccio, facendomi strillare. 
-Ci vuole molto di più della saliva di una ragazza per spaventarmi, principessa, così mi deludi- gli do un colpo sulla nuca e questa volta mi lascia andare, portandosi immediatamente la mano dietro il collo. 
-SEI UN IDIOTA!- strillo incazzata nera, il mio adorabile fratellastro alza gli occhi al cielo e riprende a trascinarmi non so dove, incomincio a insultarlo pesantemente e lui continua incurante, finchè non si ferma davanti a una macchina nera, sulla quale è appoggiato Damian, che sta fumando tranquillamente una sigaretta. Mi gelo sul posto e divento subito agitata nel ricordare cos'è successo ieri a casa della madre. 
-Mangiamo a casa nostra, così finalmente la vedrai, principessa- Jacob mi sorride, e sembra così contento che mi scordo di essere irritata con lui -Io sono venuto in moto e non ho un secondo casco, per cui devi andare con Damian- ok, mi rimangio tutto. Non sono solo irritata, sono incazzata nera con lui. Ora lo insulto.
-Non sono ai vostri fottuti comodi- mi precede Damian con un ringhio, io porto di scatto gli occhi su di lui e lo vedo guardarmi in attesa -Muoviti- soffia il fumo fuori dalla bocca e butta il resto ella sigaretta e sale in macchina, scoccandomi un'occhiataccia. 
Sono ferma a quando il fumo è uscito dalla sua bocca. 
Non per dire, ma quando un gesto ti fa salire i brividi non ci sono tante parole possibili da usare. 
-Ti ucciderò, Jacob- mormoro con una smofia, non distogliendo lo sguardo dal maggiore dei fratelli Scott.
-Non credo, ormai mi vuoi bene- mi da un bacio sulla fronte e si allontana, salutandomi. Prendo un grosso respiro: so che potrei andarmene, eppure salgo in quella macchina in rigoroso silenzio, accettando quindi di passare il pomeriggio con loro. 
-Nel cruscotto dovrebbe esserci la sigaretta elettronica- borbotta dopo un po', senza smettere di guardare la strada -Passamela- corrugo le sopracciglia, poi lo fulmino con lo sguardo. Chi si crede di essere!?
-Potresti essere meno stronzo e chiedermelo con gentilezza- sibilo, aprendo con rabbia, appunto, il cruscotto. È davvero tutto molto ordinato, con mia sorpresa; da un lato c'è infatti la sigaretta elettronica, la prendo e gliela porgo. 
-Scusami se sei abituata ad avere servi e servetti che fanno di tutto pur di compiacerti- sputa, stracciandomela con forza. Accuso il colpo e non ribatto, perchè, in un certo senso, non è del tutto falso, e in ogni caso ho sempre lasciato credere di essere servita e riverita costantemente, per cui non posso protestare più di tanto. Certo che un po' di educazione però poteva usarla eh.
Punto lo sguardo fuori dal finestrino proprio quando ci fermiamo ad un semaforo, osservo le persone che camminano incuranti del mio sguardo nei marciapiedi: mi è sempre piaciuto cercare di capire le persone semplicemente guardandole, notando i piccoli dettagli che le rendono uniche; cercare di capile. 
Mi è sempre piaciuto, e c'era un tempo in cui addirittura lo trovavo divertente. Ma ora? Ora mi sembra tutto così... insignificante.
-Dobbiamo andare a fare la spesa- grugnisce Damian, incazzato, dopo aver guardato un messaggio sul suo telefono. 
-Stai scherzando, spero- sbotto io, fulminandolo con lo sguardo, lui invece mi lancia un'occhiata che mi incenerisce, come se la colpa di tutto fosse mia.
-Nemmeno a me piace passare tempo con te, Thompson- ringhia burbero, partendo nuovamente. Nemmeno gli rispondo. 
Arriviamo in poco tempo al supermecato, scendiamo dalla macchina senza dire una parola e lui prende un carrello, entriamo e io mi sento davvero nervosa, incrocio le braccia al petto mentre mi mordicchio le labbra, sto leggermente dietro di lui, lo osservo mentre mette irritato le cose all'interno del carrello. 
-Dove sono questi fottuti cereali!?- una vecchietta vicino a noi lo guarda malissimo -Porco d..- 
-UN PO' DI RISPETTO, MALEDUCATO- strilla la nonnetta, dandogli un colpo decisamente un po' troppo forte con una baguette. Oh mio Dio, ora Damian la stermina. 
-Ma lei chi cazz..- 
-Lo perdoni- strillo intromettendomi fra loro con un sorriso cordiale -Perdoni il suo poco tatto, signora, la prego. È stata una giornataccia- 
-Ma che minchia stai dicendo?- ora lo ammazzo io.
-È stata una grande giornataccia- ringhio fulminandolo con lo sguardo, poi sorrido alla vecchietta, sperando che lasci scorrere. Lei mi squadra dalla testa ai piedi e io corrugo le sopracciglia. 
-Guarda come sei vestita! Vergognati anche tu!- sbraita contro di me, io spalanco la bocca, stupita, quando mi da un colpo in testa con la baguette. 
Indosso una camicia bianca e dei jeans neri, che stracazzo vuole?
-Senta, mi sta proprio scassando la min..- incomincia Damian, ma la signora gli da un altro colpo -VADA A FANCUL..- ecco un altro colpo. 
-Ora sta esagerando- borbotto seria -Non cred...- 
-Sei una scostumata!- strilla nuovamente, io la guardo malissimo. Ora mi sto incazzando. 
-Sa qual è il rimedio per l'acidità? Scopare- sbotto acida -Scopi con suo marito e non scassi le palle a noi!- sbatto i cereali che stava cercando quell'idiota nel carello e glielo strappo di mano, andando avanti. 
Damian mi raggiunge in un attimo e sembra ancora più incazzato, mette silenziosamente le cose nel carrello e quando vede che è troppo pesante mi scansa e lo prende lui. 
-Questa è la lista che quell'intelligente di mio fratello mi ha mandato, metti tu le cose- mi porge il telefono, io gli lancio un'occhiata ma lo prendo, Jacob gli ha mandato la foto della lista scritta in un foglio, nel quale per la precisione ha anche disegnato un dito medio. Mi mordicchio le labbra mentre camminiamo nei corridoi, metto i vari prodotti nel carrello, sento il suo sguardo ustionarmi la schiena. 
-Il latte è l'ultima cosa della lista- borbotto, mettendo il cartone del latte nel carello, lui annuisce e io gli restituisco il cellulare, ci mettiamo in fila per pagare tutta la spesa e la mettiamo in silenzio nelle varie buste, usciamo dal supermercato e mette tutto nel cofano, si accende una sigaretta, appoggiandosi alla macchina. Mi dondolo sui talloni, non sapendo esattamente cosa fare, mentre lui mi scruta attentamente, facendomi in pratica la radiografia. 
Porto la mano sulla medaglietta che ho al collo, mordicchiandomi le labbra dal nervosismo. 
Perchè mi deve costantemente fissare?!
-Cos'ho che non va?!- sibilo acida, incrociando le braccia al petto, lui alza un sopracciglio e continua a guardarmi, aspira del fumo e dopo pochi secondi lo soffia fuori dai polmoni, infine si decide a rispondermi. 
Mi osserva dalla testa ai piedi, attentamente -Niente- risponde impassibile, riportando gli occhi sui miei.
-Niente- ripeto osservandolo, lui mi fulmina con lo sguardo. 
-Niente- ringhia sgorbutico, alzo gli occhi al cielo e vado dentro la macchina, irritata. Entra anche Damian in macchina, senza dire una parola mette in moto e parte. Si ferma davanti a una palazzina a dir poco gigantesca. 
-Non c'è l'ascensore, e noi viviamo al settimo piano- mi avverte con una smorfia, io sgrano gli occhi e fisso le buste. 
Come cazzo ci arriviamo al settimo piano?!
-Prendi questa- mi da la busta che pesa meno e lui ne prende quattro, poi chiude la macchina e si incammina all'interno della palazzina, io lo seguo in rigoroso silenzio, incominciamo a salire le scale, e già alla terza rampa io sto per morire.
Oh mamma mia, salvatemi. 
Oh Dio Santo, rischio di svenire. Sto svenendo. Ci lascio la pelle.
-Fermo un attimo- mormoro col fiatone, portandomi una mano in testa.
Mi sento un maiale di 300 kg. 
-Ma se hai una sola busta con tre cose dentro!- sbotta lui, lanciandomi un'occhiataccia che ricambio molto volentieri. 
-Io sono pigra e stanca, e per niente abituata a fare sette rampe di scale!- ribatto, sedendomi sulle scale. Damian alza gli occhi al cielo e mi straccia la busta dalle mani, poi ricomincia a salire. Spalanco la bocca. 
Maleducato, poteva aspettarmi. 
Prendo un grosso respiro e salgo anche io. 
Dopo tipo un'eternità arrivo strisciando al loro appartamento. 
La porta è aperta, la chiudo alle mie spalle e mi guardo attorno, sentendomi leggermente in soggezione. 
Wow, è davvero un bell'appartamento. 
Lo stile dell'interno è rustico-moderno, i colori dominanti sono sicuramente il color legno, di tutta la mobilia, e grigio sporco, dei mattoni di cui sono fatte le pareti; c'è una parete e metà tetto fatta interamente in vetro, dal quale entra davvero tanta luce. 
Ed è davvero tanto ordinato. 
Cammino lentamente verso la cucina, trovando Damian intento a sistemare gli alimenti. 
-Jacob dov'è?- chiedo piano, avvicinandomi per aiutarlo. 
-Sta per arrivare- risponde indifferente, prendendo dal frigo una birra. Annuisco leggermente e metto nel frigo tutti i prodotti che vanno lì dentro. 
-Avete una casa bellissima- mormoro dopo un po', mordicchiandomi le labbra, Damian alza di scatto gli occhi su di me, impassibile, scrutandomi però attentamente, come per valutare se io stia dicendo una cazzata o meno, per cui sbuffo irrtata, alzando gli occhi al cielo -Sto dicendo sul serio- dico gelida. 
Damian non risponde e ritorna a sistemare, presso le labbra fra loro ed evito di dire cattiverie. 
Prendo un grosso respiro e continuo a sistemare.
Si sente la porta aprirsi e un Jacob sorridente entra in cucina. 
-Buongiorno fratelli- 
-Io non sono tua sorella- gli lancio addosso un chicco d'uva, che prende al volo e mette in bocca, mi ignora e mi da un bacio sulla guancia, poi batte il pugno al fratello e si siede con un balzo sul tavolo, osservandoci mentre prende un altro chicco d'uva. 
-Voi non vi siete uccisi, no?- entrambi gli scocchiamo un'occhiataccia, lui sbuffa annoiato e si mette in bocca il chicco d'uva -Che si mangia, fratellone? Sto morendo di fame- sbadiglia come se nulla fosse, poi mangia l'ennesimo chicco d'uva. 
-Proteine- risponde semplicemente il fratello, io alzo gli occhi al cielo quasi esasperata.
La dieta degli sportivi è estenuante. Al posto loro manderei a cagare lo sport e mi mangerei un bell hot dog con tripla salsa. 
Mezz'ora dopo siamo seduti sul tavolo a mangiare mentre, per mia sfortuna, guardiamo una partita di football. L'unica cosa bella è un ricevitore di una squadra che sta giocando: un dio greco. Stu-pen-do.
Jacob continua a criticarlo, devo ammettere che non è tanto bravo, e sembra anche leggermente ottuso, ma il tutto è compensato dalla sua eleganza e bellezza.
-È un coglione- alzo gli occhi al cielo e prendo il cellulare, entro su instagram e cerco questo giocatore; nel mentre il mio adorato fratellastro, seduto al mio fianco, allunga l'occhio e sbuffa annoiato, appoggiando il mento sulla mia spalla -Segnalalo per Spam- borbotta vicino al mio orecchio. 
-Vai via- cerco di scrollarmelo di dosso e inizio a seguire il giocatore, guardandogli le foto: a quanto pare fa anche il modello per intimo.
-Vedi!? Te l'ho detto che è un coglione! Io non farei mai il modello- alzo le sopracciglia, guardandolo come se fossi stupido.
-Anche perchè nessuno ti prenderebbe come modello, lui è molto più bello di te- 
-Sei una stronza- 
-Capita-
-Domani c'è la serata di beneficienza di tuo padre, vero?-
Faccio una smorfia, irritata dal cambio di argomento, e annuisco, bevendo un sorso di CocaCola; Jacob annuisce di rimando, osservandomi. 
-Ci saremo anche noi- 
Mi strozzo. 
La bibita mi va di traverso e incomincio a tossire come una nonnetta con l'asma. 
-Come mai!?- strillo con voce più acuta del normale fra un colpo di tosse e l'altro. 
-Hai invitato Amalia e Scarlett e noi siamo anche i figli della compagna di tuo padre- risponde come se nulla fosse -Inoltre nostra madre ha usato la scusa dei figli ingrati, siamo stati costretti- ah, ecco. Damian non sarebbe mai venuto.
Gli occhi mi cadono proprio sul diretto interessato, il quale mi sta già fissando: rabbrividisco, e io voglio, voglio dare la colpa alla CocaCola ghiacciata che mi è andata di traverso.
-Sarà una noia mortale- gli avviso con voce misurata, fingendo che la loro presenza mi sia totalmente indifferente. 
-Magari ci sbronziamo assieme questa volta, che ne sai- Jacb mi da una spallata scherzosa e mi sorride contento.
-Poi non prendetevela con me se vi annoierete- alzo le mani in segno di resa. Torniamo a guardare la partita, Damian e Jacob commentano i vari passaggi fatti dai componti della squadra, gli ascolto ragionare, sembrano davvero concentrati e sopratutto hanno un ottimo linguagio sportivo, Jaob perde tutta quell'aria da coglione che ha praticamente sempre e ssume un atteggiamento più maturo e serio, e adesso capisco cosa intendevano i compagni di squadra di mio fratello quando dicevano che Damian e Jacob Scott fanno paura. 
Mangio un altro boccone di carne e noto un messaggio da parte di Luke nello schermo. 

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