Capitolo 36.

25.2K 605 37
                                    

Sbuffo irritata, cercando di concentrarmi: oggi c'è la partita South-North, ripetuta per via di quello che è successo alla precedente. I ragazzi si sono allenati duramente e stavano quasi per impazzire per creare una strategia vincente, visto che devono vincere assolutamente questa partita, altrimenti, considerando quel che è successo, la vittoria andrebbe alla North. Io, in tutto ciò, me ne stavo tranquilla a bere un frullato ipercalorico per poi ingozzarmi di patatine.
-Perchè Jake è offeso con te?- mi chiede Scarlett, osservando Jake, che mi tiene il broncio con le braccia incrociate, seduto dall'altra parte del tavolo.
-Perchè gli ho impedito di comprare di nuovo un lama- replico alzando gli occhi al cielo prima di finire di scrivere gli appunti di matematica.
-Hai sbagliato tre formule- mi avvisa Damian, seduto accanto a me, intento a fare il maestrino di matematica davvero tanto irritante, mentre gioca con una ciocca dei miei capelli.
-Fatti gli affari tuoi- ribatto seccamente, guardando i miei appunti, dubbiosa: probabilmente ha ragione, ma la cosa non mi sta bene comunque. E poi bisogna amare anche i propri difetti, nessuno può dirti che sei sbagliato, per cui Damian deve starsi zitto e non criticare i miei appunti, che sono perfetti esattamente così, con tutti gli errori del mondo.
-Sono affari miei, visto che devo aiutarti in matematica- protesta lui, lanciandomi un'occhiataccia, che ricambio volentieri.
-Sei licenziato- gli comunico, facendogli alzare le sopracciglia, guardandomi come se fossi stupida.
-Non mi hai mai assunto e non mi puoi licenziare., principessina. Se scrivi gli appunti male, poi studierai formule sbagliate!- ma per favore, crede davvero che studierò dagli appunti? A malapena studio dal libro.
-Non mi serve di certo studiare-
-Per fare schifo in matematica? No, di certo no, è un dono naturale che possiedi- ribatte Damian, sarcastico. Faccio per mandarlo a cagare, ma Jake interviene bruscamente.
-Possiamo parlare delle cose davvero importanti?!- sbotta offeso -Ad esempio il mio lama- sbraita, facendomi alzare un'altra volta gli occhi al cielo.
-Ti ho preso il peluche, Jacob!- gli punto contro un dito -Finiscila di fare il bambino!-
-Cambia queste dannate formule, Charlene!- si impone Damian, cercandomi di prendere dalle mani il quaderno, ma io lo tiro via dalle sue grinfie.
-La vuoi smettere!?- gli strillo contro, dandogli un bel colpo in testa con i miei adorabili appunti.
-Io voglio il mio lama!- sento dire da Jake
-Charlene, se mi dai un altro colp...- e ovviamente il mio quaderno cala con forza sulla sua testa.
Beh, poi tutto succede abbastanza velocemente: io che mi alzo per scappare dalla furia di Damian, lui che mi insegue e Jake alle nostre calcagna che vuole farsi comprare un lama. In ogni caso, nonostante le mie capacità fisiche siano relativamente uguali a quelle di un bradipo, miracolosamente riesco con tanto orgoglio a chiuderli nello stanzino delle scope della scuola.
Sto giusto segnando sul calendario, nella data di oggi, l'evento "Charlene è riuscita a correre per più di mezzo metro senza rompersi le ossa", appoggiata svogliatamente al mio armadietto, quando Scarlett mi avvisa del tradimento che non avevo calcolato.
Ethan è andato a liberare quei due babbuini.
Non ho nemmeno il tempo di progettare la mia fuga in Macedonia che me li vedo arrivare a passo di marcia verso di me, camminando lungo il corridoio, sotto lo sguardo di tutti.
Dirò a Scarlett di lasciare Ethan, ovviamente.
Però, prima, dico la cazzata del secolo, per evitare la mia morte certa a causa di Jake e Damian.
-Ho deciso di venire alla vostra partita- dico con nonchalance appena arrivano, come se dieci minuti fa non li avessi lasciati a marcire insieme alle scope.
-COSA?- urla sconvolto Jake, facendomi corrugare le sopracciglia.
Si, infatti, cosa?
Che cosa mi è appena uscito dalla bocca, per l'amor di Dio?
-Ehm- tossisco, cercando mentalmente una piano per attuare la mia fuga in Macedonia -Beh, sì, mi sembrate decisamente ridicoli mentre sudate per rincorrere una palla, per cui tanto vale venire e farmi due risate, no?- non fa una piega, no?
Jake scuote la testa esasperato, poi alza le mani e fa un passo indietro.
-Ci rinuncio-
Lo saluto muovendo le dita, sorridendo.
Ne ho già fatto fuori uno. Sono ge-nia-le.
-Fa bel tempo, eh?- dico tutta allegra, cercando di raggirare Damian per dileguarmi, ma non è mai semplice, con lui, visto che mi intrappola contro il mio armadietto, senza lasciarmi via di fuga.
Deglutisco nervosamente, temendo un mio collasso a terra dovuto alla sua vicinanza, che, col passare del tempo, ha su di me un effetto sempre più violento.
Questa scena mi ricorda tanto gli inizi del nostro rapporto, quando lui mi aveva bloccata contro la parete di casa di Cristine, anche se questa volta le sensazioni sono decisamente... piacevoli. Mi pare che volesse che uscissi dalla sua vita e quella di Jake, se non ricordo male.
Beh, piano riuscito, amico. Sono proprio fuori dalla vostra vita.
-Non dovresti starmi appiccicato così a scuola- sussurro, mentre il mio sguardo cade sulle sue labbra.
-Tu non dovresti continuamente sfidarmi- ribatte lui, facendomi riportare gli occhi sui suoi.
-E parecchio...- sorrido divertita -eccitante, portarti al limite-
Damian inclina la testa, mentre nelle sue labbra compare un ghigno che non promette niente di buono. Poi, inaspettatamente, si allontana.
-Dopo la partita stai con noi- mi avvisa con un sorriso sfrontato, camminando all'indietro.
-Io non vado alle fes...-
-Si, si- alza gli occhi al cielo -Tu non vai alle feste, afferrato. Non ci sarà nessuna festa-
-Ho già impegni-
-Rimandali-
-Sono importanti-
-Non quanto stare con me-
Quando poi, ore dopo, mi faccio strada per raggiungere Scarlett e Amalia, sono decisamente nervosa. Nervosissima, in realtà.
Quei due coglioni non dovranno mai mettere in dubbio il bene che voglio loro, dopo questa argutissima prova. Vorrei dire a tutte le persone che mi stanno guardando male di darsi una calmata, ma potrei avere un collasso a terra immediato, per cui devo concentrarmi per trovare le mie amiche, poi posso svenire in pace.
Ho il cuore che batte a mille mentre vado verso Amalia e Scarlett: quest'ultima è vestita con i colori della South e ha la maglietta di Ethan, con il numero 79. Sembra così contenta che evito di dirle che ho intenzione di chiudere anche il fidanzato nello sgabuzzino della scuola.
-Com'è stare da questa parte del campo?- mi chiede Scarlett con un sorriso gigantesco, mettendo la borsa a terra per farmi sedere accanto a lei.
-Sembri sconvolta, ragazza- s'intromette Amalia, osservandomi divertita.
-Un po' lo sono- dico con un sospiro, porgendo loro i frullati che ho comprato -Stranissimo, comunque, non sono più abituata a nulla di tutto questo- ammetto, rispondendo alla domanda di Scarlett, mentre mi sistemo gli occhiali da sole sul viso.
-Sei uno schianto, ti stanno tutti guardando- mi dice Scarlett allegra, dandomi una spallata scherzosa.
Indosso dei pantaloni un po' larghi binchi, una maglietta in jeans, nella tonalità classica, che ha una scollatura off-shoulder, per cui lascia tutte le spalle scoperte. Come scarpe ho messo dei tacchi neri che coprono tutto il piede fino a poco sopra la caviglia, leggermente trasparenti senza plateau. Poi ho i capelli sciolti mossi, lasciati asciugare naturalmente, e un cappellino nero.
-Mi guardano perchè sono la sorella di Christopher Thompson, ho il suo numero tatuato sulla pelle e perchè l'anno scorso stavo dall'altra parte del campo- mormoro distratta, mentre il mio sguardo viaggia sul campo: le cheerleader si stanno riscaldando, entrambe le squadre ai lati opposti del prato.
Noto con piacere che Brigitte non si è nemmeno presentata in divisa.
-Oppure ti stanno guardando tutti perchè sei nelle grazie dei fratelli Scott, cosa molto più probabile- ribatte Amalia, scivolando accanto a Scarlett.
Faccio per ribattere, ma il mio cellulare, in tasca, vibra, segnalandomi una notifica, così lo prendo e apro il messaggio di Jake, che mi ha mandato una foto di lui con tutta la squadra, scattata sicuramente ora, prima della partita, infatti sono nello spogliatoio.

Un Porto Sicuro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora