Capitolo 52 - Parte 1.

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Nei giorni seguenti vengo pervasa da una gelida calma che mi sta terrorizzando; mi ripeto costantemente che andrà tutto bene, che deve andare bene, eppure tutte le volte che mi fermo a pensare tremo di paura.
Non voglio tornare indietro. Non voglio tornare a provare quel male.
Per cui sono venuta nel posto in cui a tutto c'è una cura, dove posso lasciar andare tutti i dolori, perchè le onde li cancelleranno sempre.
Nel posto esatto in cui mi portava Chris: è una piccola spiaggetta rinchiusa da alti muri di roccia, a cui si arriva attraverso un passaggio scavato in essa.
Con me c'è Mojito, che sta esplorando il posto con molta tranquillità, dopo aver corso come un razzo per circa cinque minuti per poi inciampare sulle sue stesse zampette, rotolando su se stesso sulla sabbia.
Le ragazze mi hanno scritto, sembravano persino sinceramente dispiaciute. E non mi è bastato. Non mi è bastato nemmeno un po'.
Non so se non dire la verità equivalga a mentire, ma sento il tradimento bruciarmi il sangue nelle vene, e non lo sopporto, cazzo. Erano mie amiche, o almeno è quello che pensavo. Ora non ne sono più sicura.
Non sono sicura di nulla.
"Come fai ad andare da Amalia e Scarlett sapendo che sei solo una cazzo di sostituta di Evelyne? Come fai ad andare da Amalia e Scarlett sapendo che fino a poco tempo fa' c'era Evelyne al posto tuo?"
Evelyne, l'incognita più grande di tutta questa storia.
Evelyne, la persona di cui mio fratello si è innamorato. Evelyne, la persona che lo ha preso in giro, che ha tradito la sua fiducia. Evelyne, con cui non posso fare a meno di essere profondamente, intensamente incazzata.
Se lo avessi scoperto allora, lei avrebbe voluto non avermi mai incontrata, perchè l'avrei distrutta. Ma l'ho scoperto ora. Ora che sono innamorata di Damian, ora che Jake è un fratello, ora che Scarlett, Amalia e Ethan sono entrati nella mia vita. Ora che lui è morto, ora che mi è stato portato via tutto.
Me ne fotto se lei piangeva ogni giorno, cazzo, me ne fotto completamente. Che razza di persona ne raggira in questo modo un'altra? Quale cazzo di persona lo fa? Quale cazzo di persona lo permette?
Mi abbraccio le ginocchia e gli occhi si velano di lacrime, guardando il cielo oscurato da nuvole grigie.
Sono persa. E ho paura.
Damian e Jake, invece, non mi hanno scritto nulla, mai cercata, hanno solo letto il mio messaggio. Stanno rispettando il mio volere, eppure mi fa male non vedere i loro messaggi, i loro nomi.
Una parte di me rifiuta il fatto che mi mancano, perchè il dolore è tanto, troppo, ma loro erano diventati la mia quotidianità.
La quotidianità che ora è a pezzi, in frantumi.
A terra ci sono le schegge della mia vita, e io ci sto camminando senza protezione, tagliandomi la pelle, l'anima.
Mojito si avvicina a me, guardandomi con quegli occhietti che tanto mi piacciono, come se capisse il dolore che provo.
Sorrido lievemente, asciugando una lacrima scappata dai miei occhi, poi lo prendo in braccio, accarezzandogli la testa, mentre gli unici rumore che si sentono sono quello delle onde e quello del vento.
-Ce la faremo, cucciolotto- mormoro, chiudendo forte gli occhi -Siamo forti. Ce la faremo-
"Combatti"
Non sono irraggiungibile, in questo momento. Non sono difficile, ne sono inconquistabile. Sono ferita. Mortalmente. Ed è peggio. 
Le cose sarebbero dovute andare diversamente, a prescindere da tutto. La nostra vita sarebbe dovuta andare diversamente.
Sapete, ammiro davvero le persone che hanno fede, speranza; non per forza in un dio, ma proprio fede nella vita: loro anche nel buio riescono a vedere la luce. Ammiro la forza che hanno dentro, quella di pensare che tutto accade per un motivo, che ci sia un destino più grande e importante di noi. 
Le persone che hanno fede riescono a vedere il disegno dietro tutto ciò che accade. 
Davvero, le ammiro, perchè ci vuole coraggio. Il coraggio che a me manca. 
Io non riesco ad accettarlo. 
Ascolto il mare, la mente persa in ricordi lontani, ma allo stesso tempo terribilmente vicini.
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Ascolto il mare, con in sottofondo le risate felici di Chris e Luke, seduti attorno al piccolo falò che hanno acceso poco fa'.
Chris ha bisogno di staccare, per questo abbiamo deciso di venire qui, nel suo piccolo posto felice, il posto che ama. Ultimamente è molto strano, più distante da noi, e sono un po' preoccupata, a dire il vero. Non è da Christopher, non è da mio fratello.
-Sorellina?- mi chiama lui ad un certo punto, facendomi voltare -Stai bene?- domanda, scrutando attentamente.
-Infatti, principessa, sei tutta silenziosa. Vieni qui- continua Luke
-Va bene, va bene, piccoli rompiscatole- sorrido, alzandomi per andare accanto a mio fratello -Di che parlavate?- domando, rubando due patatine dal pacchetto di Luke.
-Di quando ci siamo conosciuti- mi informa Chris, scompigliandomi i capelli con un sorriso dolce sul viso.
-Che idioti- sbuffo divertita, scuotendo la testa -Già da bambini lo eravate-
La prima volta che si sono incontrati la giornata si è conclusa con entrambi all'ospedale, Luke con il collare e Chris con un dito della mano rotto: stavano andando in bici e si sono scontrati, cadendo letteralmente in una cunetta accanto al punto di schianto. Inizialmente, all'ospedale, dopo esser stati messi nella stessa stanza, si sono urlati contro, ma successivamente, dopo aver saputo che entrambi amavano il gelato al pistacchio, hanno fatto amicizia.
Fatto sta che non si sono più lasciati, e Luke è entrato a far parte della nostra vita come se fosse nostro fratello di sangue. 
I ragazzi iniziano a suonare con le loro chitarre una canzone estiva molto popolare, e giuro, sono talmente stonati che mi sanguinano le orecchia, ma li vedo ridere e cantare, e mi fanno bene al cuore. 
Il sole lascia lentamente spazio alla luna.
-Come vi vedete fra 20 anni?- domanda ad un certo punto Chris, osservando il fuoco di fronte a noi, con una strana espressione.
-Con un figlio- ammetto, mordicchiandomi le labbra -Vorrei adottare un bambino, per dargli la famiglia che non possiede-
-Allenatore dei ragazzi- dice invece Luke -Sai, aiutarli nel tempo a trovare il loro posto, supportarli, dar loro consigli. Esserci per loro quando vincono, poi quando perdono-
-Io non lo so- mormora Chris, facendo una smorfia -Mi sembra di non saper più nulla in questo periodo- si passa le mani in faccia con fare frustrato.
Io e Luke ci guardiamo per un attimo.
-Beh, si vedrà, fratello. Lo vedremo assieme, come sempre- dice deciso Luke -Tra vent'anni torneremo qui e ci ricorderemo di oggi, e vedrai che tu avrai trovato la tua strada-
-Vuoi dire che tra vent'anni riusciremo ancora a sopportarci? Dopo tutto quel tempo?- domando con un sorriso, guardando Lukey, che mi scocca un'occhiataccia divertita.
-Ma sicuro- ribatte lui -Tra vent'anni staremo ancora tutti assieme-
-Promettiamo di restare- dice serio Chris, osservando entrambi -Nonostante i litigi, la lontananza e la distanza. Se uno di noi avrà bisogno, noi ci saremo sempre. Saremo sempre noi, e resteremo-
-E' una promessa- assicura Lucas
-Se mai dovessi sposarmi, voglio che siate voi ad accompagnarmi all'altare- parlo, osservandoli -Voglio che siano i miei fratelli ad accompagnarmi all'altare-
-Tra vent'anni torneremo qui, ne sono certo. Torneremo qui, e saremo ancora tutti insieme- ripete Luke, come se non ci fosse ombra di dubbio su questa questione -Torneremo qui e ci saremo tutti e tre, ancora una famiglia-
<•>
Ma qui non ci torneremo mai tutti e tre, perchè Chris è morto due giorni dopo quel ricordo. 
Mi ricordo che una delle prime volte che siamo venuti qui, con Chris, avevamo raccolto un sacco di minuscole conchiglie e, tornati a casa, gli abbiamo messi dentro un guscio di ostrica. Poi lui aveva scritto un messaggio, mettendolo con le conchiglie: "Il mare guarisce. Le onde ascoltano."
Ho ancora tutto in camera, anche quel messaggio, perchè è come se fosse un po' più vicino a me in questo modo. 
Con un sospiro mi alzo per andare via e dirigermi alla libreria in cui ho portato Damian tempo fa', visto che oggi mi sono offerta di badare al negozio al posto della proprietaria, che ha un impegno urgente. Tolgo dal pelo di Mojito la sabbia rimasta attaccata e attacco il guinzaglio al collare, camminando lontano dalla spiaggetta. Saliamo nella macchina con l'autista che mio padre ha a disposizione, poi porto il mio cagnolino a casa, dove corre immediatamente nella sua cuccetta per dormire, infine mi faccio portare, appunto, alla libreria. 
Apro il negozio e poso la borsa dietro al bancone, vado nella casa delle farfalle, il luogo magico di una bambina che vorrebbe imparare a volare, per essere libera. 
"Ma da queste profonde ferite, usciranno farfalle libere."
E' Alda Merini che lo ha detto, una poetessa italiana di una profondità sublime. 
"Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire."
"Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l'ha cambiato per sempre."
"Eppure la sera quando io dormo sola, allungo la mano verso di te."
Ha detto anche questo. 
Sistemo in silenzio la casa delle farfalle, finché la mia attenzione non viene catturata da un vecchio libro lasciato per terra, dietro un grande vaso di un albero. Corrugo le sopracciglia, raccogliendo la copia de "Il diario di Anna Frank" di Amelie, che subito si apre in un punto ben segnato da lei, dove ha evidenziato una frase, forse l'unica di tutto il libro: 
"Credo nel sole, anche quando piove."
Amelie a causa della sua malattia non ha niente, eppure ha tutto, e mi ha appena dato uno schiaffo morale, parlandomi di quanto bella la vita sia, nonostante tutto. 
Perchè anche se è inverno la primavera tornerà, e le rose bianche fioriranno.
Torno nella biblioteca e, dopo aver ordinato un po' anche qui, mi sistemo in una poltrona libera con il caffè appena fatto nella macchinetta che c'è qui dentro, e inizio a leggere "Jane Eyre". 
"Un giorno lei giungerà ad una stretta tra le rocce, dove il flusso della vita s'infrangerà in un vortice tumultuoso e schiumeggiante e allora o lei finirà sbriciolata su quelle cime scabre, oppure, sollevata da un'onda potente, si troverà a fluttuare in acque assai più calme, come è accaduto a me."
Si dice che le persone leggano per trovare una rivelazione fra quelle parole d'inchiostro, per dare inizio a una rivoluzione. 
E per dare inizio a una rivoluzione devi abdicare, morire, poi essere libero, ed essere re di te stesso. 
Il campanello suona, la porta si apre e una persona entra. Io alzo gli occhi su di lui.
Mi cade il libro dalle mani, mentre il cuore batte più forte che mai.
-Lucas- soffio sconvolta, facendo un passo indietro. 
-Ciao principessa- 

Spiaggetta:

Spiaggetta:

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