Oggi è un giorno triste. Lo è oggi, lo è domani e lo è stato anche ieri.
Per noi donne, in questa società, è sempre un giorno triste.
Oggi l'Italia sta parlando della tragica e disumana vicenda accaduta a Palermo, in cui una di noi, una sorella, è stata stuprata, picchiata e insultata da sette uomini.
Sette uomini. Non mostri, non animali. A violentare quella ragazza sono stati sette uomini.
La rabbia è tanta, così come la frustrazione, l'odio e al tempo stesso la paura. Ognuna di noi, nessuna esclusa, ha paura: i brividi lungo il corpo, quel vuoto di terrore nella pancia, l'ansia che non ti fa pensare lucidamente.
Scrivo qui, ragazze, perché questo libro è sempre stato il mio modo di comunicare, e la notizia di oggi mi ha devastata così tanto da sentire la necessità di scrivere qualcosa.
Vorrei dirvi tante cose, vorrei abbracciare forte quella ragazza, vorrei urlare contro le istituzioni che non ci proteggono, che con il loro silenzio e la loro cazzo di indifferenza ammazzano ognuna di noi ogni giorno.
Il problema è che a malapena esistono parole per descrivere come mi sento, per descrivere tutto il vuoto che sento oggi.
Perché quella ragazza potevo essere io. Quella ragazza potevi essere tu. E, seppur mi uccida dirlo, quella ragazza è l'ennesima di noi: tra un mese verrà dimenticata, e la settimana prossima avremo un'altra notizia di questo genere.
La verità è che ci hanno abbandonato, lo hanno sempre fatto, e ancora oggi chiuderanno gli occhi per non vedere, e rideranno per evitare la questione. O, addirittura, faranno battute del cazzo. O daranno la colpa a noi.
Perché sì, anche oggi ho letto commenti in cui scusavano quegli uomini e davano la colpa alla ragazza, dandole della poco di buono.
E, vi prego, ascoltate bene.
Non è colpa nostra.
Non è colpa sua.
Non sarà mai colpa tua.
Tu devi essere libera. Devi brillare.
E se vuoi stare con 100 uomini, a nessuno da il cazzo di diritto di metterti un dito addosso.
Se vuoi ubriacarti e sballarti, a nessuno da il cazzo, fottuto diritto di metterti un dito addosso.
Se la pensi diversamente, sorella mia, respira. Fai il loro gioco. Vogliono metterci le une contro le altre, vogliono dividere e farci mettere in competizione, vogliono che siamo noi stesse a provare odio contro le donne. Ma non è questo che dobbiamo fare.
Non dobbiamo odiarci.
Le donne non sono il nemico.
Se hai qualche dubbio, sappi che non è colpa tua. È la versione distorta che ti hanno insegnato, che ci insegnano dai millenni.
Vi prego, vi prego, siate forti. Siate unite.
Verrà il momento in cui dovremo lottare per i nostri diritti, in cui saremo incazzate e proveremo odio nei confronti di chi ci opprime. E non potremmo permetterci di essere divise.
Ascoltate le storie delle donne accanto a voi, rispettatele, donate loro amore sano. Perché siamo tutte sorelle, vittime di una società che ci uccide, che ci stupra, che ci molesta e che ci odia. Siate unite tra voi.
Se pensate anche solo per un singolo secondo che la frase del cazzo "not all man" sia giusta, fermatevi un attimo: nessuno si può permettere di dirlo, non quando ci uccidono ogni cazzo di giorno, non quando ogni cazzo di donna è terrorizzata ogni singolo giorno, e di sicuro non quando su sette pezzi di merda che hanno stuprato un'innocente nemmeno uno si è fermato a pensare "sto facendo una cosa sbagliata".
Quando dicono così, vi prego, lottate, e incazzatevi: non sono loro a dover fare le vittime, non sono loro a dover piangere.
Voi, agli uomini, non dovete un cazzo. Mettete per priorità la vostra sicurezza. A qualunque costo.
Non accettare violenze, chiedete aiuto. Non siete una loro cazzo di proprietà. Voi valete da sole, non vi serve un uomo per essere complete. Siate libere da ogni cazzo di pregiudizio, da ogni fottuto limite che, udite udite, è un uomo ad avervi messo.
Loro credono di possederci.
Voi sbattetegli in faccia che non è così.
Incazzatevi. Difendetevi a vicenda.
Lo dovete a ogni donna, a ogni sorella, che quegli uomini hanno ucciso, stuprato e insultato. Non piegatevi.
A quella ragazza, vorrei solo dire che ti sono vicina. Non devi essere forte, non devi fare nulla. Non hai sbagliato. Non sei sbagliata.
Forse sei spezzata, in questo momento. Forse sei morta dentro. Forse sei quella lacrima che taglia il viso, solitaria, nata dalla devastazione del dolore.
Ma sei anche La Rosa bianca. Sei la mia rosa bianca, e sei quella di tutte noi.
Abbraccia il tuo cuore.
![](https://img.wattpad.com/cover/198177588-288-k251541.jpg)
STAI LEGGENDO
Un Porto Sicuro.
Romance"Perdere te, dopotutto, è stato perdere me" La morte prematura del fratello maggiore ha sconvolto totalmente la vita di Charlene, così come la presenza della nuova compagna del padre, madre degli acernimi nemici nel campo di football di Christopher...