Mordicchio la matita ascoltando attentamente la professoressa, che sta esponendo alla classe una poesia di Shakespeare.
-" Come posso riavere la mia pace
se al riposo non faccio mai ritorno,
la diurna oppressione non si tace,
il giorno opprime notte, e notte il giorno,
e, pur se sono regni concorrenti,
per torturarmi i due si danno mano,
l'uno mi affanna, l'altra dà i lamenti,
perché mi affanno e tu sei più lontano?
Tu sei una luce spazzanubi, dico
al giorno pur di farmelo mio amico;
dico alla notte senza stelle e nera
che arrivi tu a far brillar la sera.
Ma il giorno invece allunga il mio dolore,
e ogni notte più forte ho male al cuore."-
Trascrivo velocemente il testo sul quaderno e alzo nuovamente lo sguardo sulla professoressa, che ci scruta attentamente.
-Che ne pensate?-
-È così noioso- sbuffa una cheerleader seduta all'ultimo banco, facendomi fare una smorfia -Ed è deprimente. Non poteva parlare di sesso?- nella classe si difonde una risata generale. La professoressa increspa le labbra, appoggiata alla scrivania.
-Altri?- chiede, osservandoci.
-Questi versi trasmettono una tristezza profonda e radicata- commento a voce alta, con un tono e un atteggaiamento indifferente -Non c'è un minimo di sollievo nella vita di questo uomo, soffre costantemente, giorno e notte. È un dolore incessante-
-Ottimo Charlene- la professoressa mi sorride -Credi che l'uomo protagonista cerchi davvero di alleviare la sua sofferenza, e che sia impossibile farlo come sostiene, o che sia semplicemente un suo blocco mentale a fermarlo?- questa domanda è come uno schiaffo che brucia, ustiona, la mia coscienza.
-Credo che nessuno possa saperlo realmente- rispondo piano, deglutendo -Magari è impossibile alleviare il dolore, magari è un blocco mentale, oppure sono entrambi. Nessuno può saperlo e può permettersi di giudicare. Il dolore altrui è intoccabile, ingiudicabile-
-I medici della mente?-
-I medici della mente aiutano, non giudicano- rispondo giocherellando con la matita -È ben diverso-
-Shakespire scrive:
" Tu sei una luce spazzanubi, dico
al giorno pur di farmelo mio amico;
dico alla notte senza stelle e nera
che arrivi tu a far brillar la sera.
Ma il giorno invece allunga il mio dolore,
e ogni notte più forte ho male al cuore."
Analizza questa parte del testo poetico, per piacere- la mia professoressa mi sorride incoraggiante e io annuisco, un po' incerta.
-Beh... nelle prime quattro strofe il soggetto cerca di adulare, e quindi ingannare, il giorno e la notte- inzio, osservando il testo nel mio quaderno -Credo sia un atteggiamento che molte volte tutti noi assumiamo: mentiamo a noi stessi, fingendo vada tutto bene; ci raccontiamo bugie per ignorare il dolore, per raggirare un problema- ragiono a voce alta -Però nelle ultime due strofe si nota che la situazione rimane immutata, per cui si capisce che quest'atteggiamento non ha effetti positivi, è inutile. Non serve a niente mentire a se stessi: il problema, il dolore, non lo stai affrontando, semplicemente lo stai raggirando, e quando arrverà il momento di guardare in faccia la realtà, quando arriverà il momento in cui dovrai pagare i tuoi debiti, sarà peggio, devastane-
-Benissimo-esclama la professoressa, con fare soddisfatto -La compagna riceverà un giudizio molto positivo oggi, tutti gli altri dovrebbero prendere esempio- lancia un'occhiata generale di rimprovero -Voglio che voi scegliate una poesia e che ne facciate una relazione di 2000, 3000 parole. Fra due lezioni me le consegnerete e io le valuterò-
Segno i compiti in un angolo del quaderno e torno a stare attenta alla lezione, prendo appunti, aggiungendo anche le considerazioni della professoressa, che non sono mai inutili durante l'interrogazione o il compito in classe.
Dopo il suono della campanella fuggo davanti al mio armadietto e prendo i libri per la prossima lezione, mentre cammino in corridoio noto tutti gli sguardi insistenti dei miei compagni, che ovviamente cerco di ignorare: da quando in giro si è sparsa la voce della mia "parentela" con i fratelli Scott sembro essere costantemente sotto i riflettori. Più del normale s'intende.
La seconda campanella suona, mi affretto ad entrare in classe. La lezione passa più lentamente del previsto, forse perchè l'argomeno non mi entusiasma particolarmente e sono comunque costretta a prendere appunti.
STAI LEGGENDO
Un Porto Sicuro.
Romance"Perdere te, dopotutto, è stato perdere me" La morte prematura del fratello maggiore ha sconvolto totalmente la vita di Charlene, così come la presenza della nuova compagna del padre, madre degli acernimi nemici nel campo di football di Christopher...