Entro in classe come se fossi una depressa, ed effettivamente un po' lo sono: ho litigato con Jacob un paio di giorni fa', d'allora non si fa sentire ne vedere, e insieme a lui lo fa anche Damian. Scarlett e Amalia non fanno che rassicurarmi e a dire il vero sono anche davvero contente di come sta reagendo Jacob, perchè, a detta loro, significa che Jacob mi vuole bene.
E, francamente, non me ne importa più di tanto, visto che sta continuando a ignorarmi.
Mi siedo sul primo banco e prendo il cellulare, fissando nuovamente la chat fra me e Jacob.
Fanculo.
-Oggi vorrei iniziare con un discorso un po' diverso dal solito- introduce la professoressa, appoggiandosi alla cattedra mentre ci osserva con serietà -Ho avuto una piccola discussione con una ragazzina del primo anno: io ho dovuto interrogarla, dopo svariate volte che ho rimandato la sua interrogazione perchè è venuta a scuola impreparata, e non ha accettato la valutazione insufficiente per la sua pessima esposizione dell'argomento- spiega lentamente -Ad ogni modo, io cerco di spiagarle perchè il mio giudizio fosse stato quello, in toni molto calmi, e l'alunna incomincia a spendere opinioni decisamente non positive sulla mia materia, dicendo che la storia, e analogamente la cultura, nella vita non servono a nulla- scrive le parole "storia" e "cultura" nella lavagna -Vorrei dire un paio di cose, ragazzi, sopratutto a voi, a voi che siete la generazione di domani, a voi che siete gli scrittori del futuro di tutta l'umanità: i governi corrotti, i potenti, chi comanda, ragazzi, loro vi vogliono ignoranti perchè proprio la cultura che tanto disprezzate e minimizzate, è proprio la cultura che rende critici, e la critica ci rende liberi. Liberi, ragazzi miei- la sua voce trema dall'emozione e io pendo completamente dalle sue labbra -Libertà, ragazzi, sapete cosa sia? Libertà è una respiro a pieni polmoni, è il vento che vi scompiglia i capelli, libertà è l'essere senza fiato dopo una corsa in mezzo ad un campo. Libertà è dire il prioprio pensiero con orgoglio e averne uno solido e proprio- fa una pausa, osservandoci -L'alunna in questione ha detto che la storia non serve al presente, che non viviamo nel passato ma vivremo nel futuro. La storia, a suo parere, non serve a nulla, perchè imparare la vita e il pensiero di persone vissute millenni fa' non serve a nulla- passeggia lentamente dentro l'aula -Non vi mette i brividi quest'affermazione?- chiede piano, come se avesse paura di porre questa domanda -Perchè a me terrorizza, mi terrorizza completamente che voi giovani pensiate una cosa del genere. Siete tutti bravi a dire che il giorno della memoria serve a ricordare e a non rifare i nostri errori, davvero tutti bravi a dire questa frase fatta. Ma ricordare cosa, ragazzi, ricordare cosa?- chiede -La storia! La storia state ricordando! La storia malata, oscura, fredda e terribile che è stata quella della shoah- spiega seriamente -La storia ci insegna, ragazzi, ci insegna come comportarci. Ci insiema come e perchè siamo arrivati a questo punto. La storia ci insegna e ci aiuta. La storia sono stati i nonni dei nostri bisnonni, la storia saremo noi e saranno i nostri nipoti. E se la storia non vale a niente, allora non valgono a niente tutti i morti e il sangue versato, non valgono a niente le lotte, le lacrime di madri, non valgono a niente le rivoluzioni, non vale a nulla niente. Fra trecento anni si parlerà di voi ragazzi, fra trecento anni nei testi scolastici ci saranno i vostri nomi, e se la storia non vale a nulla, neppure ciò per cui lottate oggi varrà qualcosa-
Il discorso finisce così e la professoressa ci lascia l'ora libera per pensare alle parole appena dette, che personalmente mi hanno toccato nel profondo.
E se la storia non vale a nulla, neppure ciò per cui lottate oggi varrà qualcosa.
Chiedo di poter uscire dall'aula e la professoressa mi concede il permesso, così racatto velocemente le mie cose e mi affretto ad allontanarmi da quella stanza.
Io non lo so, giuro che non lo so, ma questo discorso mi ha quasi ucciso.
E ora sento nuovamente il senso di colpa bruciarmi dentro il corpo.
E se la storia non vale a nulla, neppure ciò per cui lottate oggi varrà qualcosa.
Entro nel bagno delle ragazze e mi appoggio con le braccia al lavandino, guardandomi allo specchio, poi chiudo forte gli occhi.
Mi sento a dir poco sconvolta.
Fanculo.
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Un Porto Sicuro.
Romance"Perdere te, dopotutto, è stato perdere me" La morte prematura del fratello maggiore ha sconvolto totalmente la vita di Charlene, così come la presenza della nuova compagna del padre, madre degli acernimi nemici nel campo di football di Christopher...