New York, 1946 [1]
Steve si era fatto assegnare alla squadra operativa dell'SSR tornando a capo degli Howlings Commandos, mentre Peggy spezzava metaforicamente le gambe a chiunque osasse metterle i piedi in testa in ufficio, dando del filo da torcere a Dooley che puntualmente si lamentava con lui dell'operato dell'agente Carter chiedendogli gentilmente di rimetterla in riga, divertendosi a liquidare le obiezioni dell'uomo affermando che non c'era nulla di male nell'avere una donna al comando, suggerendogli di ascoltare gli ordini della moglie al posto di criticarla costantemente e renderle la vita un inferno.
Steve non aveva potuto fare nulla per impedire che Howard finisse in mezzo al mirino dell'SSR per il presunto contrabbando di armi, vivendo sulla propria pelle tutti quei retroscena che aveva sempre sentito vociferare tra i corridoi della Tower e dell'Helicarrier, ritrovandosi con la squadra al completo a seguire gli ordini di Peggy avanzando nella steppa siberiana, fingendo di non ascoltare Dum Dum che decantava lo spirito autoritario della sua signora con il peggior linguaggio da caserma.
Erano riusciti a stanare l'accademia dove era cresciuta la donna che lui conosceva come Yelena Belova [2], deducendo che posto fosse dalle manette legate alle testiere dei letti e dalle punte in gesso abbandonate davanti ai muri specchiati, cercando inutilmente una bambina dai capelli rossi e gli occhi verdi tra i corridoi vuoti del palazzo abbandonato.
Steve non aveva potuto evitare la morte Dooley, accorgendosi troppo tardi che il vero nome di Ivchenko era Fennhoff, sfruttando l'errore commesso in proprio favore impedendo che il dottor Faustus [3] condividesse la stessa cella di Armin Zola, cancellando dalla storia il famigerato Quaderno Rosso che aveva trasformato suo fratello in uno spietato assassino, augurandosi speranzoso che così facendo il mondo non fosse mai messo a conoscenza del Soldato d'Inverno.
I capi d'accusa contro Howard era crollati la notte stessa in cui Dottie Underwood [2] era stata arrestata, eliminando Yelena Belova dalla lista delle probabili minacce, ma scoprendosi impotente di fronte all'evasione della donna e al suo ritorno glorioso in Madre Russia.
Steve si era goduto la falsa tranquillità che si erano concessi, spazzando via momentaneamente tutti i brutti pensieri evitando di anticipare troppo i tempi, lasciandosi trasportare dal flusso degli eventi. Evitava di pensarci portando Peggy a ballare e, in quei momenti di eterna felicità, il resto dei problemi smettevano di avere una qualche importanza.
Note:
[1] Riferimenti alla trama della prima stagione di Agent Carter: Peggy lavora all'SSR alle dipendenze del Capo Dooley (vi ricordo che gli anni '50 e il maschilismo sono una cosa sola) e il KGB inizia a dare i primi problemi con le allieve della Stanza Rossa, incastrando Howard per vendita illegale di armi di distruzione di massa.
[2] Yelena Belova, la seconda Vedova Nera della storia dopo Natasha. L'informazione è cronologicamente errata, dato che Yelena appare nei fumetti solamente nel '99, ma volevo coinvolgerla nella storia associandola a Dottie Underwood, in quanto fisicamente simili (la storia è stata scritta subito dopo l'uscita di Avengers - Endgame, ho scoperto solamente in un secondo momento che Yelena verrà introdotta nel film stand-alone su Natasha).
[3] Dottor Faustus: mentalista in grado di convincerti a fare qualunque cosa semplicemente parlando senza aiuto di ipnosi. Nel finale di stagione di "Agent Carter" viene rinchiuso nella cella di Armin Zola e lavorano insieme al Quaderno Rosso ereditato da Karpov per la programmazione del Soldato d'Inverno.
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La vie en rose [Endgame - Time travel / What if?]
FanfictionDal testo: Steve si era ritrovato a sorridere al ricordo della puntina del giradischi che grattava contro la superficie di un 33 giri, ballando con Peggy tenendosela stretta tra le braccia mentre le note della "vie en rose" riempivano il soggiorno. ...