New York, 1991

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New York, 1991


Il Natale del 1991 era stato un impensabile sorpresa a cui Steve si era rifiutato di credere fino a quando non ne aveva avuto l'inconfutabile certezza.

Il blocco sovietico era caduto come previsto, l'HYDRA era stata stanata molto prima che avesse l'occasione di riformarsi, eliminando le minacce alla fonte come se non fossero mai esistite e la vita per loro procedeva con noiosissima tranquillità.

Steve trovava surreale mettere piede in casa Stark e vederla addobbata a festa e brulicante di vita, il 16 dicembre eclissato ad una vecchia istantanea silenziosa, sbiadita e fredda dimenticata nel tempo, mentre i presenti seduti a tavola sorridevano e scherzavano con i padroni di casa, felicemente inconsapevoli di ciò che sarebbe potuto essere e fortunatamente non era.

A fine serata Howard se ne stava seduto a capotavola blaterando del suo odio verso la neve, rigirando le due dita di scotch nel bicchiere con fare distratto mentre discuteva di politica, baseball e scartoffie con James, che si rollava le sigarette spargendo il tabacco sul tavolo mentre Natasha lo rimproverava bonariamente per fumarne troppe, il sorriso sulle labbra mentre si aggirava tra i corridoi di casa Stark ormai accettata come una di famiglia. Steve si beava di quella piccola bolla di luminosa felicità, stringendo Peggy tra le braccia ballando a piedi scalzi sul tappeto seguendo le note del pianoforte suonate da Maria, mentre i ragazzi bisticciavano davanti all'albero addobbato litigandosi i pacchetti regalo con nessuna preoccupazione al mondo se non l'addestramento in caserma, la laurea, il prossimo esame al MIT e il reclutamento all'accademia dello SHIELD.

Per Steve quella era una sensazione inconsueta, l'opportunità di vederli crescere con la consapevolezza che non dovranno mai affrontare le minacce intergalattiche che sapeva si aggiravano indisturbate nello spazio, permettendosi di sprecare le giornate senza rimorsi ascoltando la melodia di un giradischi dalla puntina usurata.

Era stata una stranezza piacevole l'essere stato testimone dei capelli castani della moglie che avevano iniziato a striarsi lentamente di bianco, di aver avuto la possibilità di segnare quelle quattro tacche colorate sullo stipite della porta che si erano rincorse in altezza anno dopo anno, mentre la certezza rassicurante che non ci sarebbero mai stati sacrifici raccapriccianti o rischi fatali a minacciarli gli conciliava un sonno senza incubi.

La neve aveva continuato a scendere fuori dalla finestra, coprendo i davanzali e i marciapiedi con inesorabile lentezza, mentre le carole suonavano lungo le strade ricordando a tutti che il Natale significava calore e famiglia e Steve, che segretamente temeva che nonostante tutti i suoi sforzi il dicembre del '91 si trasformasse nuovamente in un mese da dimenticare, non poteva fare a meno di stringere Peggy tra le braccia e sorridere felice.

La vie en rose [Endgame - Time travel / What if?]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora