Queens, 1974
Come Steve aveva ipotizzato Tony era un micro-uragano in movimento, un bambino con una spiccata intelligenza divertita che calcava già le orme dell'uomo che lui ricordava.
Non aveva potuto fare nulla per correggere il comportamento paterno di Howard, nonostante dopo quattro anni tentasse ancora di lanciare un qualche suggerimento velato quando incrociava l'uomo nei corridoi dello SHIELD, oppure quando interrompeva le lavate di capo incappando per sbaglio in mezzo ad una delle tante strigliate testimoniate dai muri di casa Stark.
Nell'ultimo anno si era prodigato per ridurre al minimo le liti in vista dell'organizzazione stressante della fiera, proponendosi di fare da babysitter più volte del necessario, perciò non si era sorpreso più di tanto quando Howard gli aveva fatto recapitare a casa l'invito per la Stark Expo, allegato in un post-scriptum la richiesta di badare alla piccola canaglia mentre lui e Maria inauguravano l'esposizione universale, assolvendo l'onere dei padroni di casa aggirandosi tra i vari padiglioni stringendo una fila interminabile di mani.
Peggy si era chiamata d'accordo ed aveva accettato la richiesta su due piedi senza battere ciglio, così la sera dell'apertura Steve era stato costretto a farsi crescere gli occhi anche dietro la testa per non perdere tutti e tre i bambini in mezzo alla calca di gente, grato che il fratello e Natasha si fossero presi le ferie dall'agenzia per presenziare al grande evento, ritrovandosi volente o nolente a dare una mano.
La situazione non era poi così ingestibile come si era prefigurato, considerato che Michael e Sarah avevano approfittato per l'intera serata dei gettoni gratuiti alle giostre sbandierando il tesserino rilasciato dallo zio, rimpinzandosi di zucchero filato sotto lo sguardo di Peggy, facendo da spola tra le montagne russe, gli autoscontri e la ruota panoramica. Ad un certo punto della serata Steve aveva intercettato con lo sguardo Bucky e suo figlio mentre si sfidavano a colpi di fucile a pallini al tiro a segno, sotto lo sguardo divertito di Natasha che, appoggiata alla colonnina di ferro, aveva già accatastati ai piedi tre peluche diversi formato large ed evidentemente era in attesa del quarto. Non aveva avuto il tempo di analizzare la scena che sua moglie si era fatta strada tra la folla sbucando di punto in bianco, scaricandogli in braccio un Tony iperattivo e raggiungendo loro figlia sfidandola agli autoscontri, mentre la piccola peste appena consegnatogli aveva iniziato a dimenarsi pretendendo a gran voce di vedere le invenzioni presentate alla fiera, così lui era finito per sospirare ed accontentarlo senza opporre troppa resistenza.
Steve aveva scoperto con genuina sorpresa di essere stato eletto "zio migliore dell'intero mondo" appena Tony aveva compiuto due anni, tramutandosi nel bersaglio consapevole di infiniti sproloqui spaccatimpani ed istituito a difesa fisica d'eccellenza contro le urla esasperate di Howard... ritrovandosi a non dare tutti i torti a quest'ultimo biasimandolo più del dovuto, soprattutto quando ospitava Tony per casa e la piccola peste dava accidentalmente fuoco a qualcosa o frantumava i soprammobili per sbaglio.
Probabilmente Stark Jr era l'unico bambino nell'intera fiera ad essere seriamente interessato alle invenzioni esposte, tenendo il naso schiacciato contro le teche, appannando il vetro con il fiato e lasciandoci impresse le impronte delle mani. Quando non gli concedeva di sgambettare a terra, si arrampicava diligentemente sulle sue spalle per vedere oltre la massa brulicante di persone, spiegandogli con voce acuta ed energica come funzionavano i marchingegni più semplici, parlando con una serietà che mal si sposava con la sua età effettiva, soprattutto se considerato che –a distanza di anni e reduce di una capatina dal futuro– Steve continuava a non capirci assolutamente niente di meccanica e robotica, ma sorrideva e annuiva come se ogni parola pronunciata dal bambino fosse di fondamentale importanza.
Tony si era placato solo una volta raggiunto il plastico della Città del Futuro, osservando con genuina meraviglia quel mondo microscopico fatto di plastica, metallo e cartone, permettendogli di intravedere nei suoi occhi quella scintilla primitiva che celava l'intuizione alla soluzione al rompicapo, mentre Steve si chiedeva tra sé e sé in quanti anni quel bambino prodigio avrebbe raggiunto la scoperta più determinante della sua vita.
Steve aveva dovuto prenderlo di nuovo in braccio per impedirgli di mettersi a smontare il plastico in mezzo al padiglione, mettendosi in marcia cercando Howard o Maria in mezzo alla calca, mentre Tony continuava a sbirciare i vari stand da sopra la sua spalla aggrappandosi alla sua nuca... alla fine la sua era solamente una intelligenza che si divertiva e Steve, fin quando gli era possibile, voleva salvaguardare quella piccola peste dai mostri spaventosi che si nascondevano dentro il suo armadio.
Ormai aveva smesso di chiedersi da anni il perché dietro a tutto quello che faceva, se era mosso dall'affetto quasi paterno per il bambino che stava imparando a conoscere o se agiva in memoria dell'uomo che era stato... convincendosi che, nel suo egoismo, stava ritagliando una possibilità di salvezza per tutti loro.
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La vie en rose [Endgame - Time travel / What if?]
FanfictionDal testo: Steve si era ritrovato a sorridere al ricordo della puntina del giradischi che grattava contro la superficie di un 33 giri, ballando con Peggy tenendosela stretta tra le braccia mentre le note della "vie en rose" riempivano il soggiorno. ...