New York, 2012

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New York, 2012


Steve aveva avuto la conferma che tutti i suoi sforzi non erano stati fatti invano quando nessun Dio degli Inganni era giunto a fare visita ai terrestri, per qualche sorta di miracolo il cielo non si era squarciato riversando un'intera armata aliena sopra i grattacieli di New York, accantonandone definitivamente il terribile ricordo permettendosi di tirare il primo vero respiro di sollievo da oltre sessant'anni a quella parte.

Il suo era un universo in pace, una creazione idilliaca su misura dove le Gemme dell'Infinito erano solo un ricordo sbiadito sepolto in fondo all'oceano.

Il suo era l'universo nel quale gli era stata concessa una seconda occasione, un posto infinitamente migliore dove gli echi di una guerra estranea non si erano mai verificati, dove i legami fraterni e familiari non erano mai stati spezzati oppure avevano avuto il tempo e il modo per risaldarsi, dove la cosa più spaventosa che poteva capitargli era assistere impotente al lento ed inevitabile deterioramento della memoria di Peggy.

Steve aveva stravolto la propria vita in meglio, rivoluzionando di conseguenza anche quella di tutti coloro che aveva intorno, concedendo una salvezza ed elemosinando una speranza a chi, nella sua realtà, non ne aveva mai avuta alcuna.

I suoi due figli si erano creati una famiglia, tornavano a casa per le feste e chiamavano ogni tanto, mentre Sharon portava avanti l'eredità di famiglia eseguendo gli ordini diretti di Maria Hill e di Nick Fury, scalando la vetta puntando ai vertici con la fierezza dei Carter e la tempra dei Rogers.

Suo fratello era stato sepolto a Parigi, era morto alle sue condizioni sapendo di essere amato, lasciando il mondo con lo stesso spirito con cui l'aveva calcato: combattendo per ciò in cui credeva, procurandosi un enfisema polmonare letale e guadagnandosi la soddisfazione di essere riuscito a trascinare all'altare la rossa per cui aveva perso la testa sopra i tetti innevati di Mosca [1]. Natasha lo chiamava ancora ogni tanto, Steve era felice che lei avesse avuto l'occasione di vivere la vita che le era stata negata, spendendo i giorni restanti ad ammirare il sole scomparire oltre l'orizzonte mentre Lhio le dormiva in grembo facendole le fusa.

L'infarto aveva stroncato la vita di Howard un paio d'anni prima, la moglie l'aveva seguito nel giro di poco tempo e, per quanto Steve ne sapeva, Tony si assicurava che ci fossero sempre dei fiori freschi davanti alle lapidi di Santa Monica.

Steve era stato invitato al suo matrimonio quando, dopo un po' di tentennamenti ma comunque in anticipo sui tempi di sette anni, Tony era riuscito a farsi coraggio e trascinare Pepper all'altare senza che un qualunque imprevisto intergalattico gli mettesse i bastoni tra le ruote come spesso era accaduto in passato.

A distanza di tre anni dalle nozze, Steve sorrideva ogni volta che la piccola peste rubava il cellulare al padre inviandogli le richieste di videochiamata su Skype di nascosto, trovandosi di fronte al sorriso luminoso di Morgan, mentre ascoltava il brontolio bonario di Tony in sottofondo. Era in quei momenti che Steve si ritrovava a pensare con sempre più frequenza che nella sua realtà, a cui prima o poi avrebbe fatto inevitabilmente ritorno, quel piccolo cataclisma iperattivo, una degna Stark di terza generazione fatta e finita, avrebbe dovuto affrontare la fatidica soglia dei sei anni senza avere il padre al suo fianco... decretando che dopo aver posto rimedio a moltissime cose, probabilmente il tentare di garantire la felicità della pronipote anche nel suo universo d'origine non avrebbe turbato più di tanto l'equilibrio del cosmo, ipotizzando che forse il suo poteva considerarsi il lascito definitivo e l'occasione mancata per rimettere ufficialmente tutte le cose al loro posto.

Anni dopo, il giorno in cui Peggy si era addormentata e non si era svegliata mai più, Steve aveva salutato per l'ultima volta figli e nipoti prima di raggiungere San Francisco alla ricerca di Hank Pym... in tutti quegli anni regalati aveva conservato il GPS temporale progettato da Tony, decretando che fosse giunta l'ora di fare ritorno a casa, recuperando un paio di fiale rossastre in più premeditando un'ultima modifica.

Aveva chiuso gli occhi davanti a quel sogno ad occhi aperti costruito su misura, attivando l'orologio, aprendo l'ennesima breccia tra le pieghe del multiverso e del tempo... la clessidra si era ribaltata di nuovo tornando alla posizione d'origine, facendo ritorno a casa consapevole che gli ultimi settant'anni erano stati un regalo targato Stark, decretando che fosse giunto il momento di ricambiare il favore [2].



Note:

1. Nell'universo "Ultimate" Bucky non diventa mai il Soldato d'Inverno, si vive la sua vita tranquilla e muore di enfisema polmonare a causa del suo smodato tabagismo.

2. I riferimenti del caso sono stati gentilmente offerti da Lightning in "Fermarsi". Senza volerlo mi ha fornito il completamento perfetto alle "questioni in sospeso" citate, consideratelo una sorta di spin-off collegato.

Link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3837482

La vie en rose [Endgame - Time travel / What if?]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora