CAPITOLO 1
Paura. Nient'altro che paura.
Forse anche panico. Non riesco quasi a muovermi.Ora pure ansia. Una grandissima pressione che mi abbatte. Non mi sono mai sentita così. Non riesco a parlare con nessuna delle mie compagne. A stento provo a mettere i calzettoni. Ci provo più che altro. Tutto mi sembra incredibile. Tutto mi sembra surreale.
Alzo lo sguardo. Vedo le mie compagne. Loro sono concentrate e pronte. A guardarle mi sale ancora di più l'ansia. Poche parole volano nello spogliatoio. Solo due ragazze hanno la forza di parlare. Le più esperte. Sara Gama e Barbara Bonansea. Il Capitano e la Bomber. Scontato. Le altre sono chinate, intente alcune a pulirsi le scarpette, altre a provare i calzettoni e i parastinchi.
Provo a fissarle in volto. Dio mio quanto sono concentrate! Penso che oggi la loro convinzione sia capace di abbattere qualsiasi muro. Penso di averle mai viste così concentrate e pronte alla guerra.
Si. Oggi sarà una guerra.
Lo aveva spiegato bene il nostro coach ieri. Il "sergente" come la chiamo io. Il nostro avversario è più abituato di noi a queste partite. Il nostro avversario è infarcito di giocatrici di un livello altissimo. Il nostro avversario ha tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo a questa competizione.
Noi no. Noi siamo una sorpresa. La nostra presenza qui era addirittura in dubbio. Le ragazze hanno dovuto fare un miracolo per essere qui. Io non c'ero, ma ho visto le partite da casa. Ho visto le loro vittorie nelle qualificazioni.
Che partite! Che gare! Che squadra! Una gioia per gli occhi. A casa ho pianto per loro. Pregavo il signore un giorno di essere lì con loro. Anche solo per assaporare tutte quelle emozioni. Le vedevo saltare, correre, gioire e piangere in campo dopo la vittoria nello scontro decisivo. Volevo a tutti i costi essere con loro.Come cambia tutto nel giro poco meno di un anno. Ora ho una paura fottuta. Ora sto in ansia e nel panico. Come posso essere in ansia e nel panico contemporaneamente?! Mi sembrava tutto surreale. Non voglio deludere nessuno. Non voglio essere la responsabile del nostro fallimento. Voglio solo giocare e fare bene. Ma non credo che oggi basti questo. Oggi ci vuole di più della solita Charlotte. Oggi ci vuole una giocatrice che forse io non sono ancora. Forse non sarò mai quella giocatrice che loro mi chiedono di essere già ora.
<<CHARLOTTE!!!>>
Un grido risuona nello spogliatoio. Tutte le mie compagne si voltano verso di me. Alzo la testa. E' l'inconfondibile urlo del coach. Mi guarda con un'espressione strana. Quasi un misto tra la sorpresa e la rabbia. Non capisco perché mi abbia chiamato.<<Si coach?>> cerco di mormorare qualcosa. Con lo sguardo osservo le mie compagne. Cavolo perché mi guardano tutte? Mancava solo l'imbarazzo a tutti i sentimenti che stavo provando in questo momento. Comincio quasi a sudare. Cerco di assumere l'espressione più seria possibile. Dopo tutto stavo parlando col coach. Chissà che faccia avevo in quel momento. Era sicuramente tutto tranne che seria.
<<C'è qualcosa che non va?>> mi chiede il coach con un tono molto più rilassato di prima. E forse anche più rilassato di quello che mi immaginavo.
<<Ho un po' di paura>> provo a spiegare con un filo di voce talmente flebile che dubito sia stato percepito da tutte. Non so neanche come ho fatto a pronunciarmi. Non pensavo di poterne essere capace.
<<Preparati, forza che tra 2 minuti dobbiamo uscire>> sentenzia il coach voltandosi verso le altre in modo da farmi notare che loro erano già pronte.
Mi volto verso le mie compagne. Loro effettivamente erano già pronte. Alcune avevano già indossato perfino la maglia per fare riscaldamento.
Mi devo muovere! Penso tra me e me. Forse la fretta di muovermi in questo caso mi è stata d'aiuto. Mi permetteva di concentrarmi solo sull'essere pronta senza fare giri strani con la mente.
Infilo i calzettoni. Quasi mi stavo dimenticando dei parastinchi. Meno male che non avevo il tempo neanche per dimenticarmi di niente. Allaccio le scarpette. Le mie scarpette preferite. Le ho voluto portare con me anche se sono vecchiotte. Tutte le altre mie compagne avevano comprato scarpe nuove, io ho voluto loro con me in questo viaggio. Queste sono le mie scarpette e dove vado io vengono loro! Infilo la maglia d'allenamento. Mi va un po' stretta sul seno ma me la faccio andare bene. Non c'è tempo per fare le sofisticate. Era solo tempo di andare in campo.
STAI LEGGENDO
Il Viaggio Dei Campioni ⚽️
General FictionQuesta è la storia di una ragazzina di 17 anni, astro nascente del calcio femminile, con un solo obbiettivo in testa: diventare una stella del calcio, giocando il Mondiale di Calcio Femminile del 2019. Il mondo del pallone è sempre più maschilista e...