AUSTRALIA - ITALIA

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CAPITOLO 15

Entro in campo e la prima cosa che faccio è guardarmi intorno. C'è un tifo incredibile. Una tensione altissima. Che bello! Che emozione! Finalmente! Sono l'ultima tra le 22 giocatrici ad entrare in campo per il riscaldamento. Le parole del coach, però, avevano cancellato i timori e le paure che sin dalla mattinata stavano cominciando a prendere corpo in me. Quelle poche frasi mi hanno caricata, ora sono pronta a colpire. Sono la più giovane in campo. Anche guardando le calciatrici australiane, mi accorgo di questo. Cercando di sciogliermi un po', prendo subito il pallone nel tentativo di provare qualche palleggio e qualche scattino palla al piede. Sono pronta. Anzi, siamo pronte.

Giorni fa lessi un articolo su un sito sportivo. Parlava della differenze tra il mondo femminile calcistico in Australia e in Italia. Si alludeva, in particolare, ad una clausola particolare non scritta nei contratti, ma valida a livello morale, la quale proibiva alle calciatrici australiane di svincolarsi e di poter firmare per squadre di club appartenenti a nazioni considerate calcisticamente "inferiori". Tra queste nazioni, ovviamente, fu indicata anche l'Italia, considerata dai media e dagli addetti al lavoro sportivi australiani come una nazione dove il calcio femminile si pratica a livelli ridicoli, rispetto a loro. Non potevano permettere che una loro ragazza potesse giocare in un club italiano, praticante un calcio lontano anni luce dal loro. Ricordo che rimasi molto male ad apprendere questa notizia, ma allo stesso tempo, ripensandoci nel mentre stavo facendo riscaldamento, mi ha dato una carica ulteriore di adrenalina e voglia di fare bene.

Dopo il riscaldamento e le ultime direttive del coach, entriamo in campo pronte per il fischio d'inizio. L'arbitro fischia e, così, il nostro viaggio può iniziare. Finalmente! Le formazioni ufficiali annunciano un'Australia assolutamente a trazione offensiva con un 4-1-4-1 composto in pratica da 5 giocatrici in zona d'attacco. Giocano con Williams tra i pali; Carpenter, Polkinghorne, Kennedy, Catley in difesa; Van Egmond come diga davanti alla difesa; Raso, Yallop, Foord, Logarzo sulla trequarti con compiti esclusivamente offensivi; e Kerr di punta, la loro bomber e giocatrice più forte.

Noi rispondiamo con 4-3-3, il quale in fase difensiva diventa un 4-5-1 con Giuliani in porta; Bergamaschi, Gama, Linari, Guagni in difesa; Galli, Giugliano, Cernoia a comporre il centrocampo; io, Girelli, Bonansea davanti.

Capiamo sin dal primo minuto quale sarà il tema tattico della gara. L'Australia prova a partire subito forte, per nulla intimorita da noi. Noi siamo, però, ben messe in campo e proviamo spesso a ripartire in contropiede, con passaggi di prima nel tentativo di tenere palla. Al secondo minuto, il nostro primo spavento. Le australiane attaccano sulla sinistra. Il cross rasoterra per Sam Kerr sembra essere buono, ma la nostra Giuliani si oppone. L'arbitro, però, ferma tutto per fuorigioco, ma subito dopo, ancora dalla sinistra, portatrice dei primi pericoli per noi: il cross, stavolta, finisce sulla testa di Sam Kerr che, però, manda il pallone sopra la traversa. È il secondo pericolo in pochi minuti. E' un piccolo campanello d'allarme.

Al minuto 5 reagiamo. Azione insistita sulla fascia destra di Galli, il suo traversone viene respinto dalla difesa australiana.

Peccato! Ero sulla traiettoria giusta!

Poi verticalizzazione di Bergamaschi, ricevo palla, cerco di scappare via e di provare subito la conclusione, ma il portiere loro respinge.

Nooooooo!!!

Penso che il mio urlo sia stato avvertito anche sugli spalti. Prima occasione per me.

Provo a dare la scossa. Al minuto 8 Giugliano, da grande playmaker, lancia lungo verso Bonansea che supera in velocità la difesa australiana, resiste al tentativo di rimonta e si presenta davanti al portiere sola.

Vai Barbaraaaaa! Goooooolllllll!!!!

Bonansea supera il portiere avversario con un tocco leggerissimo. Scoppia il finimondo. Tutte a correre verso Bonansea. Italia in vantaggio. Nel mentre del nostro abbraccio, l'amara verità. La posizione di partenza è dubbia. Controllo VAR, la moviola in campo, la tecnologia che, nel caso del fuorigioco, per fortuna, ma per sfortuna in questo caso, è infallibile.

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