CAPITOLO 5
8 giugno 2018. Ricordo quella sera come fosse ieri. Una notte speciale, una notte incredibile, la notte della svolta. Quell’anno calcistico fu l’anno del cambiamento. I tempi stanno mutando finalmente e forse quest’aria di rivoluzione arrivò di colpo tutta quella sera.
Sulle reti Rai andava in scena lo scontro decisivo per la qualificazione al Mondiale Femminile 2019 organizzato in Francia. La sfida metteva di fronte Italia e Portogallo. Lo stadio gremito, teatro di questo spettacolo, fu l’Artemio Franchi di Firenze, lo stadio della Fiorentina. Lo stadio dei “maschi”. Era la prima volta che mi capitava di vedere una gara della Nazionale Italiana Femminile in televisione. Per questo, affermo ancora oggi che tutto cambiò quella incredibile sera.
Le azzurre fecero un cammino incredibile, storico nelle qualificazioni. Un cammino fatto di successi, di piccoli passi verso la gloria; piccoli passi utili al fine di scalare la montagna più alta. Bastava un ultimo sforzo. Bastava un ultimo minuscolo passettino prima di arrivare alla vetta del monte. Bastava una sola vittoria, gli ultimi 3 punti, per rendere il tutto matematico e ufficiale. Di quella sera ricordo tutto: certamente l’ansia, il terrore, la paura di vedere questo sogno svanire nel nulla, ma anche e soprattutto la gioia, la trepidazione del pubblico, la sensazione che qualcosa stava cambiando nella cultura e negli ideali di tutti.
Quella sera, le azzurre, molte delle quali mie compagne di squadra e molte delle quali mie amiche, vinsero. Vinsero facilmente. Una vittoria schiacciante, voluta, desiderata, aspettata. L’Italia vinse 3-0 e ogni gol realizzato fu accompagnato da un mio urlo di gioia. Urlai come una matta quella sera. Restai senza voce. Lo capii subito di aver appena assistito alla serata della svolta.
Quella sera fu particolare per tanti motivi. La gente ancora aveva ancora impresso nella mente la terribile disfatta di San Siro del 13 novembre 2017 dove l’Italia dei “maschi” pareggiò la sfida decisiva per accedere al Mondiale contro la modestissima Svezia. Fu un disastro, sportivamente parlando. Tutto il movimento calcistico e politico, legato al calcio, attraversò una crisi senza precedenti. Chi gestiva l’immagine del movimento calcistico italiano dovette affrontare una situazione incredibile, quasi insostenibile, a livello economico. Si persero fior di quattrini in tutto questo marasma. L’impatto in negativo a livello mondiale fu terribile. Per non parlare, poi, dell’impatto a livello culturale.
Tutti in strada, quei giorni, commentavano la disfatta. La gente quasi smise di guardare, trascinare, tifare la propria Nazionale. Era come assistere impotenti ad un’onda anomala, capace di spazzare tutto senza alcuna pietà. I sogni della gente, le speranze dei bimbi di poter tifare la propria Nazionale ai Mondiali, l’evento calcistico per eccellenza, le possibilità per tutti i marchi e gli sponsor di poter lucrare sul movimento Italia al Mondiale. Tutti noi, tifosi e non, fummo spazzati via da un evento che non aveva mai colpito l’Italia. Ci fu un solo precedente. 70 anni fa. Troppi anni fa. La nostra memoria aveva ormai rimosso tutto.
Le donne quella sera risposero a tutti. Nei festeggiamenti, nelle urla di gioia, negli slogan usati da tutti, anche allo stadio. Il messaggio fu: “Stavolta, noi andiamo al Mondiale, voi no”. Il Mondiale di calcio Femminile. Un evento di tale proporzione ancora non lo avevo mai visto. Quella sera, rintanata nelle mie coperte, non riuscivo a non pensare ad altro. Come potevo. Rimasi a fantasticare tutta la notte. Non avevo idea di come fosse il Mondiale Femminile. La gente a casa ammirerà noi come ammira da sempre la Nazionale maschile? L’organizzazione là in Francia sarà come quella di un Mondiale maschile? Troppe domande. Provai ad immaginare come sarebbe stata una partita.
Provai a creare con la mente l’atmosfera, la tensione, la spinta delle due tifoserie, con tutte le emozioni che, di solito, ci sono in una gara della Nazionale maschile, cambiando, però, gli interpreti. Provai ad inserire noi. Provai a centuplicare l’atmosfera che avevo visto in televisione all’Artemio Franchi. Il risultato fu semplicemente mostruoso. Dovevo, per forza, esserci anche io.
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Il Viaggio Dei Campioni ⚽️
General FictionQuesta è la storia di una ragazzina di 17 anni, astro nascente del calcio femminile, con un solo obbiettivo in testa: diventare una stella del calcio, giocando il Mondiale di Calcio Femminile del 2019. Il mondo del pallone è sempre più maschilista e...