double

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Vedo le sue guance colorarsi, ma non ottengo risposta.
«Ti mancavo, Mar?» Le chiedo nuovamente, questa volta mentre avevo il braccio attorno alla sua schiena, accarezzandole il fianco.
Comunque sia, ripeto che non deve importarmi. Sono piuttosto sicuro che non abbia alcun desiderio di stare con me. I tipi come me se li mangia in un boccone. Devo smettere di pensare a lei.
Mar's.
Se mi mancava?
Certo che sì.
Ha cominciato a mancarmi da quando ci siamo separati dalle medie, e lo sapeva. E la sua mancanza in questi anni è stata orribile, era l'unico che mi stava accanto quando tutti mi sparlavano alle spalle.
«E io, ti mancavo?» Gli rigirai la domanda, non so da dove abbia preso questo coraggio.
«Devo saperlo io da te, piccina.»
«Penso che sia più che ovvio che tu mi mancassi, fin da quando hai lasciato Londra. Mi mancavi prima e dopo che venissi a trovarmi.» Dissi con la testa sul suo petto.
«E ora siamo qui, insieme, per pura coincidenza.» Sembra riflettere sulle mie parole, mi fissa per un attimo, distogliendo poi lo sguardo.
«O era solo soltanto l'idea di me, la familiarità? Perché a volte avevo la precisa sensazione di non poter fare niente senza di te, e lo detestavo. Volevo dimostrare a me stessa di essere in grado di cavarmela da sola. Dopo tutto ciò che mi hanno fatto, mi sono aggrappata a te, forse incasinandoti la vita. Eri il mio rifugio, e quando te ne sei andato s'è n'è andata ogni sicurezza.»
Il ricordo del passato mi fa male, tocca la parte più insicura di me, quella vocina nella mia testa che teme il giudizio degli altri.
«Non voglio essere la tipa noiosa. Da sempre sono una brava ragazza, faccio aspettare chiunque per ottenere qualche gesto da me, ancora non riesco a capire perché i ragazzi preferiscano l'esagerazione alla normalità. Se una ragazza non si comporta subito in un certo modo, è una stupida.»
Mormoro subito poi sprofondando nella vergogna, non avendo il coraggio di guardarlo.
«Ragazzi? Tu devi pensare solo a me...»
«Questo lo dici tu.»
«Me l'hai dimostrato tu che provi qualcosa per me, quindi, fai tu.» Le sue labbra si piegano in un sorriso.
Sfilo una mano dalle sue e mi sistemo di nuovo o capelli, non credevo che dalla mia bocca potesse uscire qualche sciocchezza del genere.
O forse, una sciocchezza non era.
«Mar.» Sussurra a sua volta, ma io giro la testa.
Sospiro sprofondando nel suo petto, e gli dico «Sei speciale... Ancora ora.»
Sollevo la guancia dal mio petto quel tanto per poter guardarlo.
«Sei bella.» Mi dice stringendo le labbra mentre si sistema per arrivare alla mia altezza.
«Non credo che tu abbia ragione.»
«Mi farai morire.» Mi sussurra e rabbrividisco, era sempre così.
Sento le sue dita muoversi formando dei piccoli cerchi sulla mia schiena, al di sotto della felpa, erano fredde, lui sapeva che quel formicolio che mi provocava il suo tocco, mi faceva andare fuori di testa.

𝑻𝒐𝒐 𝒎𝒂𝒏𝒚 𝒇𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔 ; PAYTON MOORMEIER Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora