CAPITOLO 1 - UNA STRANA CONVERSAZIONE

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Hermione Jane Granger aprì lentamente gli occhi sollevando la testa dal cuscino. Le 11.30!!!!

Cavolo! Doveva trovarsi con Harry, Ron, Ginny e gli altri in Sala Grande alle 11 in punto! Maledizione! Aveva passato la notte sui libri di trasfigurazione e nemmeno si ricordava esattamente quando si fosse addormentata…di una cosa era sicura: niente e nessuno sarebbe accorso in suo aiuto risparmiandole una bella predica da parte dei suoi amici.

Si vestì in fretta e furia, cercando di lisciare sbrigativamente le pieghe della divisa irrimediabilmente spiegazzata, corse in bagno e si spazzolò velocemente la criniera di riccioli castani che le incorniciavano il volto, cercando di non fare caso alle profonde occhiaie che le segnavano il viso. Poi, sempre correndo, si fiondò fuori dal dormitorio.

Scese in fretta dalla torre di Grifondoro e imboccò le scale che andavano verso la Sala Grande, ma quelle maledette scelsero proprio quel momento per muoversi, ed Hermione si ritrovò da tutt’altra parte, lungo un corridoio buio e silenzioso. “Perfetto!” – pensò – “ci mancava solo questa. Se ritardo ancora un poco mi daranno per dispersa! Maledette scale!”

Si trattava di un piano il cui accesso era severamente vietato a tutti gli studenti, anche a quelli del settimo anno come lei. Ma visto che le scale ora non accennavano minimamente a spostarsi, Hermione si strinse nelle spalle e s’incamminò lungo il corridoio, sperando di trovare alla svelta un passaggio, una scala, qualsiasi cosa….per raggiungere i suoi amici al più presto! Certo che Ginny avrebbe potuto svegliarla prima di lasciare il loro dormitorio…bell’amica!

Tutto il piano era lugubremente silenzioso, l’unico rumore percepibile era quello dei suoi passi veloci. Hermione si guardò intorno, cercando di orientarsi un poco, ma la scarsa luce rendeva difficile il suo intento. Un suono indistinto la raggiunse mentre passava davanti ad una pesante porta di legno semichiusa. Il cuore prese a martellarle nel petto per lo spavento, e senza pensarci due volte si nascose dietro una colonna lì vicino, attenta a non fare il minimo rumore. Tese l’orecchio e capì che oltre la porta c’erano delle persone che stavano parlando. Una voce, maschile credeva, stava parlottando fittamente, ma il tono era così basso che non riuscì a identificarne il proprietario. Poco dopo, una seconda voce diede risposta a una domanda della prima. Questa seconda voce era più forte e nettamente più chiara, e, purtroppo per Hermione…..decisamente familiare. L’inconfondibile voce di Draco Malfoy.

“Ma che cavolo ci faceva lì?” – pensò. Possibile che ogni qualvolta lei si ficcava in qualche casino doveva sempre saltare fuori Draco Malfoy? Beh, tutto sommato la cosa non era così strana: quel dannato serpeverde non perdeva mai l’occasione di seminare zizzania e di rompere le scatole alle altre case, specialmente a Grifondoro…..dove c’erano casini, lui non mancava mai! Incapace di resistere alla curiosità, tese l’orecchio cercando di capire quanto veniva detto all’interno della stanza.





“….sei sicuro di quello che fai?”

“Sono sicuro, Blaise. E smettila di chiedermelo. Sarà come minimo la sesta volta!” rispose la voce decisa di Draco Malfoy.

“Si,lo so….. e sai anche che la penso esattamente come te. Dopotutto non per niente ti ho sostenuto in tutti questi mesi!” - affermò Zabini.

“Appunto. Mi chiedo quindi cos’hai da rompere i coglioni così tanto proprio oggi!”

“E’ che le altre volte era diverso ….Non ti sei mai esposto così tanto! Stavolta rischi grosso..”

“C’è sempre una prima volta” – sbottò il biondo con indifferenza.

“Oh, piantala con queste risposte del cazzo, Dra…”

Malfoy sbuffò sollevando gli occhi dal biglietto che stava leggendo e rifilò un’occhiataccia all’amico.

LA ROSA NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora