CAPITOLO 25 - TUTTE SCUSE, SOLO SCUSE...

2.7K 80 120
                                    

"Portala via, io non la mangio questa schifezza" – la voce chiara e imperiosa, difficilmente riconducibile a un uomo che viveva ormai da tempo rinchiuso tra quattro mura scrostate.

Il carceriere sbuffò – "Come ti pare, Malfoy. La fame è la tua. Scommetto che domani non storcerai così tanto il tuo bel naso aristocratico" – e si allontanò lungo il corridoio buio, saturo dell’odore di muffa e umidità.

L’uomo all’interno della cella torno a sedersi sulla brandina logora. Niente lenzuola di seta, per il grande Lucius Malfoy. Non abiti pregiati, fatti su misura, dal taglio impeccabile. Solo la squallida uniforme dei prigionieri. Di cotone ruvido, che irritava la pelle diafana abituata a sete e velluti.

Eppure, la sua immagine trasudava ancora l’antica eleganza.

Un’alterigia innata che non si eliminava con due stracci e un ambiente sudicio. I capelli lunghi, lisci, biondi come quelli di suo figlio, stridevano col grigiore che regnava sovrano in quell’inferno.

La piccola finestrella dalle sbarre vecchie e arrugginite si apriva su un cielo senza luna e senza stelle. Non che gliene fregasse qualcosa, di astri e pianeti.

C’era solo una cosa che avrebbe gradito veder splendere nel cielo. Il marchio nero.

˜– s —™

Era notte fonda. Hermione dormiva tranquilla, nel letto del Principe delle serpi.

Addosso, solo il ciondolo che lui le aveva regalato. E le braccia di lui, che la stringevano in un abbraccio possessivo.

Tutta Hogwarts dormiva, a quell’ora. O quasi.

Un piccolo colpo alla porta, secco e deciso, fece trasalire i due ragazzi.

La Grifondoro guardò il biondino, spaventata. Draco le fece cenno di tacere.

"Chi è?" – sbraitò infastidito, mentre allungava la mano sul comodino alla ricerca della sua bacchetta.

Nessuna risposta.

Poteva udire il cuore della ragazza battere furiosamente per la paura.

"Lumus" – bisbigliò il giovane, accendendo una piccola candela sul comodino. Si avvicinò quindi all’orecchio di Hermione – "Direi che è ora di sfruttare le tue qualità di Animagus" – le sussurrò, mentre tornava a guardarsi attorno, cercando di ricordare dove diavolo avesse messo la sua bacchetta.

Hermione trasse un profondo respiro, tentando di calmarsi. Sgomberò la mente da qualsiasi pensiero, come lui le aveva insegnato. Non fu facile, vista l’ansia che la pervadeva, ma ci riuscì.

Un istante e il piccolo serpentello strisciò sotto le coperte ancora tiepide.

Draco aveva un diavolo per capello, e un vago senso di inquietudine che lo rendeva estremamente di cattivo umore. Assicuratosi che la Mezzosangue fosse al sicuro sotto le lenzuola, decise di alzarsi per affrontare lo scocciatore a quattr’occhi.

Proprio in quel momento la maniglia si curvò verso il basso, e lui si maledì mentalmente, rendendosi conto di essersi scordato di sigillare la stanza.

Un dubbio gli balenò nella mente. Nott?

No, non era possibile. Theodore era confinato in infermeria, sotto l’occhio vigile della Chips.

La porta si aprì un poco, e una figura sottile scivolò all’interno.

Draco osservò basito la ragazza che gli stava di fronte.

Completamente nuda.

Era meglio Nott – si ritrovò a pensare, mentre chiudeva gli occhi e deglutiva a fatica, immaginandosi ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.

LA ROSA NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora