CAPITOLO 16 - SERATA TRA AMICI

3.2K 100 148
                                    



La tormenta di neve che ormai da due giorni si abbatteva su Hogwarts non accennava minimamente a diminuire. Il cielo eternamente grigio rendeva praticamente uguali il giorno e la notte. Erano le sette del mattino, ma sarebbero benissimo potute essere le otto di sera.

Hermione si svegliò, stiracchiandosi pigramente, rannicchiata sotto le coperte al calduccio. Di fianco a lei, Draco dormiva beatamente.

Rimase a contemplarlo a lungo. Era veramente bellissimo. Non si sarebbe mai stancata di mangiarselo con gli occhi – rifletté sorridendo.

Si avvicinò lentamente all’orecchio del biondo – "Draco? Stai dormendo?" – bisbigliò picchiettandogli un dito sulla spalla.

Lui non aprì nemmeno gli occhi.

"Fino a un secondo fa, si." – bofonchiò di rimando. E si girò sul lato, voltandole la schiena.

"Eddai, non vorrai mica restare a letto tutto il giorno…"

"Ancora un minuto" – rispose Draco mezzo addormentato, incespicando nelle parole.

Passò un minuto. Poi due.

Hermione tornò alla carica – "E’ l’ora della colazione! Non hai fame?"

"Mhn…no. Non mi stressare"

La riccia sorrise. Non avrebbe mai detto che un giorno sarebbe riuscita a trovarlo adorabile anche quando faceva lo scontroso. Era proprio innamorata persa. E felice.

"Beh, tu non avrai fame, ma io si! Vuoi alzarti?" – Si rendeva conto di essere fastidiosa come una zanzara, ma si stava divertendo troppo tanto a punzecchiarlo.

Lui sbuffò rumorosamente, ma non si mosse di un millimetro – "Ma si può sapere cosa vuoi da me? Chiama il ristorante e fatti mandare su la colazione. E ora piantala."

"Vedo che siamo di buonumore stamattina. Un vero zuccherino. Comunque non posso telefonare giù alla hall…"

"Ma fammi il piacere, Mezzosangue…persino io ho imparato ad usare quello stramaledetto aggeggio. Adesso però sta’ un po’ zitta" – borbottò Draco, sempre più infastidito.

"Il telefono lo so usare benissimo. Peccato che siamo ad Hogwarts, nel caso te ne fossi dimenticato…" – fece lei con voce soave, aspettandosi di vederlo saltare a sedere di scatto.

Invece niente. Il biondino teneva gli occhi ermeticamente chiusi.

"Ancora meglio, usa la magia e preparati qualcosa. Ciao e chiudi la porta."

Era decisamente intrattabile, ammise Hermione tra sé e sé. Ignorando il freddo pungente che la investì non appena sgusciò fuori dalle coperte, si infilò una vestaglia e si diresse in salotto, concedendo mentalmente a Malfoy ancora qualche minuto di sonno.

Per prima cosa accese il camino con un agile colpo di bacchetta. Stava per porsi il problema della colazione quando vide un piccolo angolo cottura che non era presente la sera prima. Silente pensava proprio a tutto, ammise sorridendo. Un fornello, un forno, un lavello e un frigorifero. Oltre a un paio di mobiletti pensili. Non molto, ma quanto bastava.

Canticchiando allegramente si avviò verso il frigorifero. Lo aprì ed ispezionò l’interno. Era stato incantato, come sospettava. Presentava una quantità abnorme di cibi e bevande di ogni genere e qualità, anche alimenti tipicamente babbani. Nel mondo reale sarebbero serviti minimo tre scaffali per contenere tutta quella roba. Dato che la sera prima aveva praticamente saltato la cena, Hermione optò per una colazione più sostanziosa del solito.

Ben presto l’aroma della pancetta fritta e del caffè appena preparato si diffuse nella stanza.

Era in piedi ai fornelli che cucinava le uova strapazzate canticchiando, quando sentì le braccia di lui scivolarle intorno alla vita e avvertì le sue labbra sul collo.

LA ROSA NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora