EPILOGO

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"E’ strano"

"Che cosa?" – indagò Hermione, pregando che non si trattasse di qualche complicata questione a cui nemmeno lei avrebbe saputo rispondere. Aveva creduto che nulla potesse essere più estenuante della fase dei "perché", ma aveva dovuto presto ricredersi.

"Che papà ti abbia regalato una rosa" – fu l’osservazione che seguì.

Hermione non riuscì a reprimere un sospiro di sollievo – "Beh, non è strano. Oggi è San Valentino, la festa degli innamorati. Quasi tutti regalano dei fiori a mogli o fidanzate"

Gli occhioni azzurri che la stavano fissando non sembravano tuttavia soddisfatti da quella risposta.

"Si, ma… perché una sola? Shelby Preston dice che sua mamma ha ricevuto un mazzo così grande che hanno dovuto usare l’incantesimo Reducio per farcelo stare nel salotto" – affermò, mentre fissava il bellissimo fiore scuro che sua madre stava mettendo in un sottile vaso di cristallo – "Perché papà te ne ha regalata solo una? Costano troppo?"

Hermione sorrise inevitabilmente di fronte alla domanda innocente di sua figlia. E ringraziò il cielo che Draco non fosse lì a sentirla. Gli sarebbe preso come minimo un colpo.

Osare suggerire che lui, un Malfoy, non potesse permettersi un mazzo di rose.

Scosse la testa, scacciando dalla mente l’espressione a metà tra l’indignato e l’inorridito che avrebbe assunto l’uomo che amava a quelle parole - "E’ una piccola tradizione, tesoro" – spiegò pazientemente – "Ogni anno tuo padre mi regala sempre una rosa, il giorno di San Valentino"

Di nuovo quello sguardo per nulla soddisfatto.

Non c’era che dire, era proprio sua figlia. Testarda e cocciuta come lo era stata lei alla sua età. E come forse lo era ancora.

Anche se Hermione non ricordava di aver mai avuto quel ghigno divertito che vedeva fin troppo spesso curvare le piccole labbra della sua bambina.

Quello lo aveva sicuramente ereditato da Draco. Senza ombra di dubbio.

"Va bene, ma perché nera?" – tornò alla carica la piccola – "Perché non rossa come tutti gli altri?"

Hermione passò dolcemente una mano tra i capelli morbidi e ondulati di sua figlia.

"Beh, ma il tuo papà non è mica come gli altri…" – commentò Hermione sorridente, non trovando altro modo in cui rispondere se non con la pura e semplice verità.

Stranamente, questa risposta parve placare finalmente la curiosità della bambina.

Ed eccolo lì, il piccolo ghigno compiaciuto che tanto adorava.

"Si, lo so" – mormorò con fare ovvio e gli occhi azzurri che sberluccicavano – "Lui è speciale"

˜– s —™

Ministero della Magia, terzo piano, secondo ufficio sulla sinistra.

Un discreto bussare alla porta, seguito poco dopo da una profonda e quanto mai irritata voce maschile - "Avanti"

"Signor Malfoy, scusi se la disturbo" – Una giovane donna con due buffi occhialini appollaiati sul naso entrò nell’ufficio del Vice Ministro della Magia – "Ma avrei bisogno della sua firma su alcuni documenti" – concluse, porgendo al giovane uomo una cartelletta contenente alcuni fogli.

Draco scarabocchiò distrattamente il suo nome sui documenti, poi li restituì alla segretaria – "Io vado a casa" – sentenziò di punto in bianco, alzandosi a prendere la giacca appesa lì vicino.

LA ROSA NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora