~piacere nel dolore~

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Niall
Mi sveglio nel mezzo della notte con le lacrime che rigano il mio viso con panico. Il mio cuore non palpita correttamente perdendo per strada dei respiri, l'aria attorno a me si fa pesante e stretta, come fossi in una scatola che si restringe mano mano che si va avanti...mi sento troppo piccolo. Mi agrappo con forza alla spalliera in ferro battuto alle mie spalle, il respiro manca, le mani tremano, il sudore aumenta, i capelli si appiccicano sulla mia fronte come fosse colla, le guance si colorano di un rosso leggero e il cuore sembra voler uscire con rapidità e con forza brutale dalla mia gabbia toracica, la quale sta per collassare. Sto avendo un mio attacco. Inizio a ispirare e espirare con vari respiri che rendono la situazione meno complicata e allieva il dolore nel mio petto. Altri dieci respiri e la situazione sembra essersi stabilizzata, non capisco perché il mio sogno mi abbia dato questa reazione. Non sognavo niente di contemporaneo al presente e sinceramente non credo che mai accadrà conoscendo Louis. Mi sporgo leggermente dal letto e leggo l'orario sulla sveglia sul comodino in legno massello, otto e quarantacinque del mattino. Tiro un sospiro posando il capo sul cuscino bianco latte ricoperto da una federa blu scuro con varie sfumature di azzurro, so già che non riuscirò a prendere sonno e non credo che Louis verrà a farmi le coccole come quando eravamo piccoli e non credo che svegliare Zayn sia una buona idea, soprattutto perché l'ultima volta che ci ho provato ho ricevuto cinque schiaffi in pieno volto e con una forza sovrumana, di cui non sapevo neanche la sua esistenza in Zayn. Potrei chiedere a Liam, ma ieri ha avuto una giornata pesante a casa con noi e non credo che voglia essere svegliato a quest'ora. Scendo dal letto cercando di non svegliare il riccio che dorme sul letto davanti al mio e mi metto un paio di calzini dirigendomi in camera di Mia. Non è la prima volta che vado da lei per tranquillizzarmi o solo per riprendere un sorriso. Mi dirigo nella sua camera e apro la porta delicatamente cercando di evitare lo scricchiolio fastidioso della porta in legno scuro, mi affaccio lentamente con il volto cercando di vedere qualcosa nel buio causato dalle serrande abbassate, entro nella stanza e mi siedo sul bordo del letto cercando di non provocarle un contatto fin troppo rude, sospiro pesantemente mettendo le mani nei capelli chiari e iniziando a piangere silenziosamente mentre varie lacrime rigano il mio viso con pesantezza e dolore

"Mi dispiace piccola." Riesco a dire solo questo nei vari singhiozzi che si creano nelle parole che vorrei pronunciare. Lo so per certo che per il mio comportamento e per il dolore e la rabbia sfogati su di lei non c'è spiegazione e sicuramente mi odia cose tanti da non riuscire neanche a vedere la mia ombra. So per certo che sono stato un cretino, ne sono consapevole, ma ogni volta che torno a casa la rabbia sale come fosse una leva e l'odio per tutti nasce incontrollato. Uso la mia piccola come valvola di sfogo, come un giocattolo. Ma lei non è un gioco e io lo capisco solo dopo aver alzato le mani su di lei o su Harry. Ogni volta che provoco questo dolore vorrei solo chiudere la mia vita con un taglio netto nel mio cuore. Il mio pianto si fa pesante a ogni respiro  sembra spezzarsi come sempre. Alzo di poco la mano per toccare i capelli morbidi e boccolosi della mia sorellina, ma appena scosto la mano di pochi centimetri non la trovo, mi alzo di scatto dal letto e accendo la luce con paura. Non può essere, non può essere successo veramente. Apro il suo armadio vedendo se ci sono ancora i suoi vestiti, ma è tutto vuoto, sono rimaste solo delle stampelle e un foglietto a quadretti con ina scrittura fin troppo familiare a accurata, lo stacco dallo sportello color cioccolata e lo porto nelle mie mani con le lacrime agli occhi

Lo so che può sembrare strano che io scriva su un foglietto invece del telefono, ma sicuramente dove andrò non potrò tenerlo. Volevo solo dirti che mi mancherai come l'anima e non dire che verrai a prendermi. Lo so che non accadrà. Ricordati che io ti vorrò per sempre bene, nonostante tutti i difetti che hai. Molte persone dicono che i propri difetti vanno fatti scomparire, ma sai che ti dico? I tuoi difetti sono i miei pregi. Ti amerò per sempre fratellone mio.
-la tua piccola Mia

Le lacrime bagnano quel corsivo perfetto che mi fa urlare dal dolore, non riesco a capire un cazzo. Dove va? A che cosa si riferisce?
Il mio pianto si fa isterico mentre cado sul pavimento di legno urlando dal dolore e piangendo lacrime amare che ricadono sul mio viso marcando ogni suo tratto con pesantezza, gli occhi si chiudono per le troppe lacrime e i miei polmoni collassano per il mancato respiro, ma contino a tirare fuori il mio dolore con strepiti e pianto. Ad un tratto sento due braccia prendermi frettolosamente e con poca delicatezza. Era da tanto che qualcuno non mi prendeva in braccio. Appena capisco chi è inizio a dimenarmi tirando calci e schiaffi sul suo corpo maggiormente potente del mio

"Stai fermo Niall" mi rimprovera lui e io non riesco proprio a smettere di urlare di che cosa sta parlando Mia in questo bigliettino, ma la risposta non arriva e io non riesco più a respirare per il mancato respiro e per la rabbia che mi ribolle nelle vene come fosse un vulcano

"Lasciami!" Urlo così forte che la sua presa si scioglie facendomi cadere a terra di sedere e io non posso evitare di incontrare i suoi capelli neri arruffati e i suoi occhioni nocciola leggermente più scuri della Nutella. Il mio sguardo si perde nel suo provocando un silenzio inaudito in questa casa. Mi alzo di scatto dal pavimento in legno e con rabbia e frustrazione prendo i bordi della sua maglia grigia del pigiama e lo sbatto contro il muro con potenza facendolo squittire dal dolore

"Rispondi cazzo! Dov'è Mia!" Lo sbatto nuovamente sul muro bianco perla del corridoio. Le porte delle stanze si aprono rivelando un Harry con le lacrime agli occhi mentre trema e un Liam con volto stupito. Solo ora mi accorgo delle nocche delle mani di un bianco latte, la mascella serrata, il volto rosso, i capelli attaccati come colla sulla fronte e i denti stretti tra loro rischiando di spezzarli. Solo ora mi accorgo di essere diventato come Louis. Sciolgo la presa con lentezza e sposto lo sguardo sui miei fratelli con disagio, sto per rompermi in mille pezzi. Non riesco più reggere questa situazione. Corro in camera mia chiudendo la porta con una sedia e mi piego sul pavimento afferrando la mia amata lametta, che ormai uso tutti i giorni. Mi tiro su la manica del pigiama e spingo con la punta del pezzo di ferro sul polso con insistenza fino a far vedere una goccia di sangue. Taglio, taglio e taglio ancora provocando un piccolo piacere nel dolore che provo ogni giorno della mia esistenza. L'ho sempre fatto quando recavo dolore e di certo non smetterò ora che ricevo dolore con la stessa moneta.


Hey gente. Come state? Io ho preso una storta alla caviglia mentre giocavo e ora mi fa male quando appoggio il piede, ma per il resto bene. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se a me non convince molto. Come ben avete capito da Niall, lui sfoga la sua frustrazione su Mia e Harry, ma è come se non fosse lui a farlo. Non è scritto nei modi migliori, ma spero che non sia uno schifo. Buonanotte a tutti❤sia belli che brutti😝❤

P.S
Sto iniziando un nuovo libro e mi farebbe molto piacere se andasse a leggerlo quando lo pubblicherò. Si chiama paura di soffrire e parla di questo ragazzo di 17 anni, cantante molto famoso che è il fratello di Niall horan. Solo che i due non si sono più visti da quando il maggiore è andato ai provini per X-Factor. Da quel giorno Dylan (il ragazzo) avrà a che fare con una spiacevole notizia: ovvero che dovrà lavorare con suo fratello (il quale non lo riconoscerà) trovandosi a che fare con il suo dolore. Grazie per il tempo a me dedicato😘❤

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