La psicosi

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            La vita è imprevedibile, non saprai mai quale carta ti toccherà domani: sii forte.


Psicosi, una parola con una varietà di significati. A volte la trovo persino profonda e romantica: "Sei la mia psicosi".
Psico dal greco significa anima che con il suffisso osi vuol dire degenerazione dell'anima. Possiamo dire quindi che la mia anima è tormentata, alla ricerca di un sereno che forse mai arriverà.

Ma cosa può racchiudere realmente questa grande parola? E perché nel 2019 ancora nessuno osa nominarla per paura di essere giudicato? Cosa c'è di sbagliato? Non è una malattia come delle altre?

Riavvolgiamo il rullo e spieghiamo scientificamente cosa è questa patologia. Venne introdotta nel 1845 da Ernst von Feuchtersleben con il significato di malattia mentale o follia ed effettivamente la psicosi è proprio questo: alterare la capacità di pensiero.

Ma cosa è per noi che la viviamo? Sicuramente un'amica alla quale puoi confidare tutto o quasi, tanto lo scoprirà lo stesso. È una sposa che non ti lascia, nel bene come nel male. È un bolide che ti colpisce da un giorno all'altro, scombinando tutti i tuoi piani, e quella vita mezza perfetta che sognavi da tanto diventa solo un miraggio. A volte è disturbatrice: quando pensi di essere sola con i tuoi pensieri, spunta lei e alle disgrazie aggiunge preoccupazioni, ansie e paure. Può essere anche bastarda, ti può far credere che tu sia una fallita, una ragazza che non avrà mai un futuro... ed ecco che nascono i primi tentati suicidi. Può anche farti spaventare, come la prima volta che ebbi un'allucinazione. Ricordo il terrore accompagnato dal tremore, poi un senso di vuoto con mancanza di aria. Solo in seguito capii che si trattava di un attacco di panico.

Non fate il mio stesso errore, quello di tenervi tutto per voi, parlate e piangete. Non nascondetevi ma vivete perché non siete sbagliati ma vi è solo capitata una disgrazia che però, con il giusto aiuto, può essere affrontata.

La psicosi può essere paragonata a un'onda: quando è troppo alta rischi di affogare. Per un periodo può esserci quiete, ma quando meno te l'aspetti ti colpisce di nuovo. D'altronde la natura delle onde è questa, una marea che si prepara con tutte le forze a innalzarsi per poi calmarsi. Su e giù, questo è il cerchio della vita. Un ciclo a volte un po' duro ma che ci insegna a combattere, a sopravvivere e a non arrenderci.

Un giorno una persona a me cara mi disse che la vita senza un po' di pepe non avrebbe gusto, sai che noia? E così ormai sto imparando a convivere con questa bestiolina.

Oggi tutto è apparenza. Io lo sono, il panettiere, il postino o un conduttore televisivo. Tutti portiamo una maschera provando a coprire quei difetti che tanto ci spaventano. Ma la domanda è una: spaventano noi o gli altri? Vale la pena nascondersi per apparire? Vale la pena soffrire per gli altri? Non ci sentiamo all'altezza, ma di chi? Chi ha stabilito quale sia la perfezione? Credetemi, la perfezione non esiste, almeno per noi comuni mortali. Nessuno è perfetto, siamo fatti di difetti ed è giusto così. È giusto sbagliare, sperimentare e tentare. Ormai sono nove anni che soffro di psicosi e pochissime persone sanno realmente la verità. Piano piano mi sto aprendo, non per loro, ma per me. Perché è giusto così. È giusto che io viva la mia vita accettando i miei problemi. È giusto stare bene con me stessa in primis ed è importante che io accetti qualsiasi dono la vita mi riservi.

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