Ognuno in questa vita sta passando dei momenti di sconforto, sii comprensivo ma soprattutto non giudicare mai!
L'innocenza dei bambini mi è sempre stata a cuore. Nessuno di loro dovrebbe vivere una vita senza speranza. Chi siamo noi per impedire loro di credere nei sogni, nelle favole o in Babbo Natale? Crescendo dimentichiamo il valore della fantasia e diventiamo delle macchine lavoro-casa casa-lavoro. La fantasia ruota intorno a noi, ci dà speranza per vivere. Come l'ossigeno la fantasia alimenta il polmone della nostra esistenza. La vita può essere complicata e alle volte crudele, per questo dovremmo smettere di essere dei robot e usare più il cuore, come i bambini.
Un giorno d'estate ero alla solita visita di routine in ospedale. Avendo sedici anni, frequentavo la Neuropsichiatria infantile e nella sala di attesa vi era un'area giochi per bambini. I minuti passavano e io ero ansiosa di entrare ma soprattutto stanca di aspettare (sono una persona che perde la pazienza facilmente).
"Scusi signora", mi sentii chiamare e mi girai.
Un bambino di circa sette anni, con un occhio bendato e una spada in mano mi stava sorridendo. D'un tratto mi guardò il braccio e con nonchalance mi chiese cosa avessi fatto. All'inizio mi trovai in difficoltà, non volevo spezzare l'innocenza di un bambino. Così collegai la sua spada e il suo occhio bendato a una mia fantasia.
"Sai, sono stata un pirata. Ho lottato contro polpi giganti e ho cercato un tesoro nascosto."
Il bambino, sorpreso, mi chiese di continuare perché voleva sapere di più.
"Durante una spedizione mi trovai davanti una montagna con rocce affilate. Il tesoro si trovava in cima, così iniziai a scalare piano piano questo gigantesco monte. Passo dopo passo, il mio braccio si stava lacerando per via delle pietruzze taglienti. Ma io non volevo arrendermi, volevo raggiungere il mio obiettivo! Così, una volta in cima, ammirai la bellezza del paesaggio e trovai il tesoro."
Il bambino, all'inizio titubante ma poi eccitato, volle subito sapere cosa ci fosse dentro lo scrigno.
"Trovai un bigliettino, c'era scritto: credi in te stesso e non smettere mai di inseguire i tuoi sogni. Accanto al bigliettino vi era una piuma, la piuma di un'ala della fata di Peter Pan! Fu lui a scrivere quel bigliettino e adesso io lo affidò a te".
Così tirai fuori dalla tasca un bigliettino che in realtà mi aveva dato un professore a me caro, e glielo consegnai. Il bambino mi abbracciò e mi disse che non si sarebbe mai dimenticato di questo incontro e che voleva diventare anche lui un pirata. Infine, mi diede una carezza sul braccio.
"La mia mamma quando mi faccio male, mi accarezza la bua così mi passa tutto."
In qualche modo, i tagli che avevo sul braccio non avevano più importanza. Il dolore che avevo provato, era realmente scomparso. E io che volevo proteggere il bambino dal mio oscuro male! in realtà è stato lui a proteggere me con la sua innocenza. Non smetterò mai di ringraziarlo per una delle più importanti lezioni di vita che abbia mai imparato: non giudicare le apparenze, dietro si cela molto di più.
Non ho mai più rivisto quel bambino, ma lo porto sempre nel cuore.
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Il mio mondo incantato
Kısa HikayeOgnuno di noi nasconde un mondo incantato. Un qualcosa di segreto, di oscuro. In questo breve racconto scoprirete le varie sfaccettature di una patologia temibile solo dal nome: "la psicosi" attenzione: alcune parti possono essere molto "crude". Il...