Capitolo 6

26 3 0
                                    

Tornata alla casa famiglia dissero a zabdiel di non tornare è più e a me fecero una sgridata di due ore,dissero che non dovevo frequentare quei cattivi ragazzi,soprattutto ora che ero sotto la loro responsabilità. E non dovevo più scappare con lui,che era un estraneo e non si sapeva cosa voleva.
Avevano ragione,ma io dentro di me sentivo qualcosa,qualcosa che mi frenava a credere a quelle parole.
Dopo aver parlato con loro,andai nel dormitorio,mi misi sul mio letto,e li.. scoppiai in un pianto disperato,non capivo perché,non piangevo da troppo,forse avevo troppe cose dentro e non sapevo nemmeno spiegarmi perché stavo così. Quella giornata mi tornarono in mente ricordi del passato,mi pesarono tutte le parole delle signore della casa famiglia,le urla che mi diedero mi ricordarono quando mio papà mi urlava perché cercavo di difendere mamma dalle sue maledette mani...
Ma ci fu una cosa che mi tormentò,quella che non mi lasciò dormire. Fu quell'accaduto al mare con Zabdiel...
Quella notte mi servi per pensare..
Dopo ore ed ore a dare spiegazioni a me stessa crollai dal sonno e al risveglio mi resi conto che era meglio lasciar stare,come se non fosse mai successo.
.
Passò una settimana e non vidi zabdiel.
Ma durante quella settimana iniziarono delle lezioni di "vita" nella casa famiglia,e ogni giorno si trattava di qualche argomento..
Il primo giorno parlarono dell aborto e fu bello condividere con gli altri le proprie idee,cioè fu bello ascoltarli.. ero troppo timida e chiusa per parlare davanti a tutti,sentire i loro sguardi addosso mi metteva in imbarazzo.
Il secondo giorno,parlarono della violenza sulle donne,mi alzai dalla sedia per andarmene ma la signora Janet mi disse che dovevo affrontare i miei mostri del passato,non evitarli... allora rimasi pur stando male.
Ad un certo punto,il ragazzo che già picchiai in precedenza,disse "se lo meritano le donne" .. tutti lo attaccarono a parole,io saltai dalla sedia e iniziai a dargli pugni a non finire,talmente che avevo rabbia in me che diventai fortissima,facevo davvero male. Andammo entrambi in infermeria , io avevo le nuche tutte rotte,come se avessi dato pugni ad un muro... lui stava molto grave ma non mi importava,se lo meritava.
.
La infermiera usci un secondo per andare in bagno e rimasi io con lui,lui alzo la testa,mi guardò e disse a bassa voce
-io ero uno dei suoi-.
Io lo guardai frastornata e dissi
-di cosa stai parlando?-
-ti vedo sempre in giardino,con quel criminale-

Il nostro amore criminale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora