Capitolo Quarantadue. You Make My Heart Stop.

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Pranzare con Matt non era qualcosa che non vedevo l'ora di fare, quindi restai ferma in piedi con mia figlia in braccio ed indossando il cappotto beige. Spostai lo sguardo sul SUV che mi stava aspettando, Jessica era accanto a me in attesa che dicessi qualcosa.

"E dai, mi devi quel pranzo dall'ultima volta in cui ci siamo visti a New York!" Matt mi sorrise, ed io sbattei le palpebre diverse volte, distogliendo lo sguardo.

"Mami, fame!" mi disse Lena, quindi mi portai la borsa sulla spalla prima di sostenerla nuovamente con entrambe le mani.

"Lo so piccola, lo so..." cercai di trovare una scusa, ma forse era troppo—evitare Matt non avrebbe reso le cose più semplici. "Okay".

Mi voltai verso Jessica e mi scusai con lei.

"Pranzo con Matt, scusami" lei annuì, congedando le mie scuse con un sorriso fiero ed un movimento del polso.

"Vuoi che tenga Lena?" offrì tendendo le braccia verso di lei.

Lena si voltò verso la donna alla menzione del suo nome, e quando vide Jessica allungata verso di sé mi portò le braccine al collo e si lamentò.

"Mami!" le misi la mano sulla schiena.

"Va tutto bene, piccola" dissi dolcemente al suo orecchio prima di rivolgermi a Jessica. "Non ti preoccupare, ma ti ringrazio".

Jessica partì nel SUV, e Matt indicò una Mercedes nera nei pressi. Camminai accanto a lui in silenzio, i suoi capelli erano scuri, adornati ora da qualcuno grigio, ed aveva più rughe attorno agli occhi.

"Adesso parla!" indicò Lena, la quale era attaccata saldamente al mio collo.

Annuii mentre continuammo a camminare.

"Sì...Günther ha anche imparato a scrivere, quindi...siamo abbastanza impegnati" scherzai.

"Immagino, Dylan non ha ancora avuto il bambino e sta già impazzendo a preparare la casa!" ridacchiò.

Matt nascose le mani in tasca ed abbassò lo sguardo prima di guardarmi con un'espressione giovanile di gioia. Ricambiai il sorriso e distolsi lo sguardo pensando a Tom ed i suoi caldi occhi marroni che non avevano niente a che fare con quelli di Matt.

"Devo fare in modo di mandargli un bel regalo, è sempre stato così carino con noi" indicai il polso di Lena, direzionando di conseguenza lo sguardo di Matt.

"Ti vede come una sorella" disse in tono serio, "la sorella che ha quasi avuto".

Incrociammo gli sguardi, nel suo trovai rimpianto, nonostante stessi reggendo fra le braccia una delle ragioni più importanti per quale non mi sarei mai pentita di aver lasciato Matt. Mi aprì la portiera e mi aiutò a salire.

Matt mi portò in un piccolo café in una strada stretta, visitammo un paio di negozi prima. M'innamorai della terrazza del locale, c'erano tavolini ovunque e le persone stavano chiacchierando, accerchiati da camerieri e cameriere, giovani donne condividevano gli ultimi gossip davanti ad una tazza di caffè, dei ragazzi ridevano a cuor leggero ad una stupida battuta, dei giovani innamorati si guardavano negli occhi da sopra le tazze.

Feci accomodare Lena su una sedia con l'aiuto di Matt, e mi sedetti accanto a lui. Il cameriere ci porse il menù, e poiché non sapevo assolutamente il francese, Matt tradusse per me.

"Ho trascorso molto tempo a riprendermi dall'operazione" spiegò quando inarcai le sopracciglia alle sue capacità di francese.

"Buon per te, come stai?" posai il menù quando seppi che cosa ordinare per Lena.

"Sto molto bene, ma me l'hai già chiesto..." disse corrucciandosi.

Specchiai la sua espressione e feci spallucce giocherellando con i miei capelli.

3. Can You Hear Me Calling? |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora