Capitolo Venticinque. How It Ends This Way.

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Vidi una luce bianca, qualcosa mi stava tenendo ferma la testa e mi sembrava di muovermi ma ero coricata. Udivo così tanto rumore, le persone parlavano molto velocemente, sentivo anche ilo suono delle ruote che percorrevano un corridoio, dei passi veloci, delle ambulanze.

"...dire...nome?" vidi un piccolo gruppo di volti sopra di me, solo alcuni occhi e nasi.

Chiusi gli occhi, erano così pesanti.

"...può...Suo nome?" poi non provai niente ed i miei occhi si dovevano essere chiusi ancora.

Non riuscivo a stare sveglia, la pressione sul mio petto era troppo pesante ed era tutto ciò che provavo, quindi perché avrei dovuto?

Tom

Sedevo con i miei amici, stavamo tutti cercando di capire dove Jo sarebbe potuta andare, ma mi sovvenne qualcos'altro.

Mi era difficile addormentarmi. Dopo aver dato un passaggio in hotel ai ragazzi, riportammo Jo a casa nostra, Bill si sarebbe offerto di condividere il letto con lei, ma eravamo un po' troppo grandi per farlo, quindi le dicemmo come al solito di sistemarsi nella camera degli ospiti. Mamma e papà di solito dormivano lì quando erano in città, cosa che capitava raramente. Mi voltai nel letto e cercai di prendere un respiro profondo prima di chiudere gli occhi.

Non ero certo di quanto Jo si rendesse conto di quanto poco ci era mancato. Quel pervertito l'aveva forzata al muro, lei aveva sbattuto la testa e tutto ciò che era riuscita a fare era piangere e cercare di non smettere di respirare. Sapevo che le sarebbe venuto un terribile attacco di panico se le fosse venuta l'asma, ciò che mi aveva fatto ribollire il sangue nelle vene era stato il modo in cui l'aveva toccata senza il suo permesso. L'avevo odiato, era stato disgustoso.

Aprii gli occhi nel buio e mi voltai nuovamente in modo da coricarmi di lato.

L'alcol mi era circolato velocemente nel sangue quando l'avevo sentita urlare. Le aveva dato uno schiaffo. L'avevo visto. Avevo visto quel tizio darle uno schiaffo. Nessuno aveva il diritto di fare una cosa del genere a Jo o ad altre ragazze, quell'idiota chi credeva di essere? Mi ero assicurato che non la toccasse più...e quando mi ero voltato verso di lei mi aveva rivolto quell'espressione.

Era spaventata. Anche io l'avevo spaventata.

"Ugh..." mi coricai di schiena e fissai il soffitto.

Perché Jo doveva essere cresciuta bella? Era ovviamente una bella ragazza dal primo giorno in cui l'avevamo incontrata, ma perché si era mantenuta in quel modo? Odiavo la sensazione che stavo provando, come se avessi fallito. Provai un'altra sensazione, preoccupazione, e non riuscivo ad addormentarmi quando mi preoccupavo per Jo. Lei dormiva dall'altra parte del corridoio, ma sentivo di dover assicurarmi che stesse bene.

Per anni era restata da noi a dormire, a volte si addormentava sul divano, a volte beveva qualcosa nonostante sapesse che non riusciva a reggere l'alcol e che non l'avremmo lasciata guidare in quello stato. Non l'avevamo mai invitata a restare perché un tizio aveva cercato di stuprarla in un locale.

Mi misi a sedere sul letto. Sentii un rumore provenire dalla cucina, sembrava l'anta del frigorifero. Sarebbe potuto essere Bill, poiché forse anche lui stava provando ciò che sentivo io, quindi scesi dal letto ed andai in cucina.

La silhouette appoggiata sul lavandino non era abbastanza alta. La raggiunsi nel buio e l'abbracciai. Il mio gesto era inteso come un qualcosa di rincuorante, ma lei si spaventò. Mi sentii stupido, ovviamente si sarebbe spaventata!

Idiota, mi ammonii mentalmente.

Portai le mani sui suoi fianchi, a volte credevo fosse uno scherzo, così magra e piccola, sapevo che era la stessa ragazza delle superiori perché vi assomigliava così tanto.

3. Can You Hear Me Calling? |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora