Prologo

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Kitchen




- Prologo -



Ultimamente il mio passatempo preferito è tagliare le cipolle.

Il motivo?

Posso piangere senza che nessuno mi faccia domande.

Nell'ambito dell'attività che svolgo è consigliato tenere delle scorte degli ingredienti basilari, ma un frigo pieno di cipolle tagliate, riposte in contenitori di plastica allineati in modo maniacale, induce a porsi alcune domande.

Il rumore di quella mezzaluna che trita il croccante ortaggio bianco, mi dà una sensazione di benessere.

Forse perché spesso immagino che al suo posto ci sia qualcos'altro.

Sono la titolare, purtroppo consocia di un famoso ristorante di Konoha, l'Amaterasu. Dico purtroppo perché il mio socio, nonché finanziatore, è mio marito.

"Chef, vuoi che finisca io?" si propone il mio aiuto, Shizune, seriamente preoccupata per la mia stabilità mentale.

"No, finisco io" rispondo mentre le lacrime continuano a scendere imperterrite.

Almeno posso piangere in pace.

Il mio ristorante rivisita piatti della tradizione in chiave moderna. La mia fantasia culinaria è talmente spiccata da aver ricevuto parecchi pareri positivi da svariati critici. Sulla vetrina spiccano le meravigliose stelle della guida Michelin - cinque, il mio orgoglio - e l'adesivo di "Restaurant of the year" di Trip Advisor.

Spesso passo intere nottate a leggere le recensioni che i clienti lasciano sul sito, cercando di prendere spunto anche dalle critiche, talvolta immotivate.

Mio marito - mio marito - è il facoltoso rampollo del " re delle pillole e degli sciroppi per la tosse" - come lo abbiamo soprannominato io e Kasumi - mia cognata. In piccole parole povere, il padre è il proprietario di una azienda farmaceutica. Qualche anno fa ha scelto di ritirarsi dalla conduzione dell'impero a favore dei figli. Tuttavia, temendo che potessero litigare e mandare in fumo cinquant'anni di lavoro, ha suddiviso le azioni tenendo un dieci per cento per sé e spacchettando la restante parte tra loro due, me e Kasumi ( una quota irrisoria) e alcuni uomini di fiducia. Non contento, per maggiore sicurezza aveva costretto me e Kasumi a firmare un accordo prematrimoniale in cui ci impegnavano a non mettere in alcun modo in ridicolo l'azienda per stupide questioni matrimoniali, pena la perdita delle azioni nostre e dei rispettivi mariti.

Ripensandoci non avrei dovuto firmare quello stupido pezzo di carta.

"Chef, ti desiderano al telefono" mi comunica Shizune, sventolando la cornetta del l'apparecchio a muro della cambusa.

Conficco con violenza il coltello nel tagliere, tanto che rimane in piedi e controvoglia vado a rispondere.

Ho un vago, vaghissimo sentore di chi possa essere.

È Kasumi - appunto.

"Papà vuole parlarci." esordisce con tono calmo, fin troppo calmo.

Non l'ho mai digerita questa cosa di doverlo chiamare papà: non siamo a Little Italy anche se il suo atteggiamento ricorda un po' quello di Marlon Brando - a tratti inquietante.

"Sono molto occupata" rispondo, decisa come non mai.

Non mi farò intimorire - questa volta no.

"Penso che sia meglio che tu venga" sussurra e capisco che non è sola.

Conigli, hanno mandato avanti lei.

"Ho parecchie prenotazioni in questi giorni, riferisci a papà che appena possibile mi recherò a fargli visita" sbraito, sperando che la mia voce non giunga solo al suo orecchio.

L'ultima volta che avevo ricevuto una convocazione da papà risaliva a due anni prima. Decise che fosse ora che si mettessero al mondo degli eredi. Io avevo aperto da poco il ristorante e non avevo la minima intenzione di abbandonare il mio sogno per il suo. Inoltre la gentilezza con cui ci aveva comunicato questo suo spasmodico e disinteressato desiderio di un nipote, mi aveva fatto attorcigliare le tube, quindi anche volendo non penso che sarei rimasta incinta facilmente.

Io e l'inseminatore, eravamo riusciti a temporeggiare, fingendo costanti ritardi e deludenti test negativi. A Kasumi era andata peggio: centro al primo tentativo. Ovviamente mio suocero non pianse di commozione per la notizia, si limitò a dare una pacca sulla spalla a mio cognato, promuovendolo figlio preferito. Questo creò degli irreparabili scompensi emotivi in mio marito.

Ha la spina dorsale di un serpente quando si tratta di suo padre.

La loro stirpe è pari a una di quelle pandemie che cercano di debellare, ma non esiste al mondo un farmaco tanto potente.

" Chiamami " sussurra ancora Kasumi, conscia del momento di follia omicida - suicida - che sto attraversando.

" Si, va bene "

Lo sa che non lo farò.

Sospiro profondamente e ritorno alle mie amate cipolle.

"Problemi?" mi chiede Shizune, notando il mio viso contratto e gli occhi che mi luccicano di nuovo.

Non le rispondo, concentrandomi sulla mezzaluna, mentre lo sguardo si appanna e le cipolle tritate diventano una macchia bianca indefinita e confusa.

È solo l'inizio .

KItchen (Sasusaku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora