Capitolo 5

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Capitolo 5







"Ho qualcosa di molto interessante per lei"

"Di cosa si tratta?"

"È meglio se ne parliamo di persona"









Ancora scombussolata dal pianto e dall'incontro ravvicinato del terzo tipo con l' imbianchino, imbocco finalmente il vialetto di casa intorno alle sette di mattina. Se Ino sapesse quello che è accaduto stanotte, mi picchierebbe così forte da spedirmi in traumatologia per tre settimane.

Sicuramente Sasuke è già uscito, quindi non corro il rischio di incontrarlo - sarebbe davvero difficile per me guardarlo in faccia. Anche se sono riuscita a tirare il freno a mano prima della discesa ripida verso l'oblio del piacere, mi sento in un certo senso in colpa.

Anche lui si sentirà così?

Ne dubito.

Entro in casa e salgo al piano di sopra per dirigermi nella mia stanza - quella degli ospiti.

Ho bisogno di fare un bagno rilassante e di tre ore di sonno. Si dice che quando non si ha la possibilità di dormire a lungo, sia meglio riposare per un numero dispari di ore - una di quelle notizie bomba che Ino legge sui giornali quando va dal parrucchiere - quelle due barra tre volte la settimana. Io non so più neanche come sia fatto un parrucchiere: le mie doppie punte ormai hanno vita propria e stanno prolificando a dismisura.

Passo distrattamente davanti alla mia ex camera, con il mio ex letto e...il mio ex marito?

Che ci fa ancora a casa?

Decido di procedere - ho tempo di cercare la risposta a quella domanda mentre la vasca idromassaggio mi rimette al mondo.

"Sakura?"

Ho parlato troppo presto.

Teoricamente, essendo separati in casa, non sarei proprio obbligata a rispondergli, ma la speranza che da questa storia possiamo ancora uscirne civilmente, mi costringe a uno svogliatissimo dietro front.

Lui è seduto sul letto, vestito di tutto punto: giacca blu, camicia celeste, cravatta cobalto - come al solito. È talmente abitudinario da essere quasi scontato. Ha le gambe e le braccia incrociate - brutto segno - e il viso è tirato come nei giorni di burrasca, quando il lato oscuro della forza s'impossessa dello Jedi che è in lui.

"Ciao" lo saluto con freddezza - ho avuto un ottimo maestro.

"Hai qualcosa da dirmi?" mi chiede, mettendomi alla berlina con i suoi fastidiosi occhi neri che per una volta non riesco a decifrare.

"Se desideri essere insultato posso iniziare anche subito ma non credo che arriveresti in tempo in ufficio. Anzi non sei in ritardo?" lo aggredisco, sfoderando la mia spada laser, prima che lo faccia lui, anche se questa volta, non ho idea di dove voglia arrivare.

"Hai della pittura sulle mani"

Porcaccia!

Vorrei evaporare come Anakin Skywalker.

KItchen (Sasusaku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora