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Hon all'apparenza era calmo e tranquillo, forse quello più agitato era proprio Augy.

Il matrimonio in rito civile, celebrato dal Sindaco di New York in persona, per via della popolarità di Namur, stava per iniziare.

Lo smoking acquistato con Augy gli calzava a pennello, come se glielo avessero disegnato addosso.

Guardò l'enorme salone affollato, da dietro una tenda.

Individuò ogni persona del suo team che si era mescolata tra gli invitati.

C'erano anche alcuni dei suoi Hacker, supervisionati da quelli della squadra governativa.

Raphael era venuto con un altro ragazzo, anche lui piuttosto giovane. Sonny, uno dei suoi fratelli, come aveva saputo. Da come si guardava intorno, attento e vigile, doveva essere anche lui parte della squadra Talisman.

Sorrise al pensiero del futuro, quando anche lui e Namur avrebbero avuto dei figli. Da grandi, gli avrebbero permesso di fare i lavori che volevano.

Sua madre gli era accanto.

Lo guardava fieramente.

-So che hai avuto poco tempo per abituarti all'idea, ma è successo tutto in fretta anche per me...-

Sua madre gli fece una dolce carezza. -A me basta saperti felice, tesoro.-

La abbracciò stretta. -Se succede qualcosa...-

La donna scosse la mano ridendo. -Sì, lo so. Lo hai ripetuto allo sfinimento: "Abbassati e non muoverti"!-

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Erano davanti al Sindaco, quindi, oltre alle loro misure di sicurezza, ce ne erano molte di più.

Namur indossava uno smoking chiaro. Non era bianco, ma grigio con gli accessori color oro, come i suoi occhi.

Sapeva che per la festa avrebbe indossato gli abiti tipici del suo paese di origine.

Aveva anche richiesto un menù particolare, con piatti della sua cultura e quella americana, per far capire come due paesi tanto differenti si potevano sposare in ogni loro sfumatura.

Si guardavano negli occhi senza riuscire a distogliere lo sguardo.

Per un bel po' si dimenticarono di tutti i problemi, e si emozionarono nel momento in cui avvenne lo scambio gli anelli.

Nell'istante esatto che infilava all'anulare il suo, sentì un pizzicore sulla nuca.

Distolse a malincuore lo sguardo da Namur e guardò Giulio.

Era il segnale.

Giulio si lanciò sul Sindaco e lo atterrò. Subito, Raphael, Namur e tutti gli invitati si accucciarono, mentre una ventina di uomini circondarono gli altri due arabi.

Hon si girò e vide, in fondo alla sala, un uomo che impugnava una pistola con il silenziatore.

Dietro di lui c'erano già alcuni dei suoi, ma in velocità riuscì a colpirli e a scappare.

Senza perdere un secondo, gli corse dietro, affiancato immediatamente da Raphael, e altri uomini che non conosceva. Dietro di loro c'era Sonny che passò una pistola al fratello e ne tirò fuori un'altra per Hon.

-Dove cazzo le tenevi nascoste?-

-E non hai ancora visto nulla! Ne ho la metà di quando vado in miss...-

-Vi sembra il momento?!- Ringhiò Raphael. Sonny alzò gli occhi al cielo.

Correndo, svoltarono ad un angolo e si trovarono davanti una scena raccapricciante: tre dei loro uomini erano a terra, feriti. Alle gambe e alle braccia.

Alcune persone, vestite in modo elegante, sopraggiunsero e iniziarono subito a prendersi cura degli uomini feriti. In attesa dei soccorsi, avrebbero evitato la loro morte.

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Hon toccò l'auricolare. -Giulio?-

-Edificio blindato, da qui non può uscire!-

-Il tetto?-

-Sigillato, come richiesto!-

Sorrise ai due. -Ora è tutto sotto controllo- disse loro.

-Sì, hai ragione, sembra papà...- disse Sonny al fratello.

Hon incrociò le braccia sul petto -È un complimento?-

I due risero. -Assolutamente no!- dissero in coro.

Hon guardò il suo telefono e poi fece intendere di seguirlo.

-Abbiamo messo segnalatori di movimento ovunque. Sappiamo dove sono tutti, e ora il nostro uomo è appena entrato in una trappola per topi.-

-Cioè?-

Le scale e tutte le porte sono state chiuse e sigillate, a parte quelle del nostro piano, e lui ha tentato di aprirne una, quattro piani più in basso. Probabilmente scenderà ancora e l'unica porta che si aprirà sarà su una bella cella. Stessa fine, se risale.- Si guardò attorno e vide arrivare altri dei suoi, con le armi spianate.

-Signore, deve rientrare...- disse uno di loro ad Hon, con un tono preoccupato e uno sguardo basso che non preannunciavano nulla di buono.

Hon corse verso la sala e quando entrò, vide che tutti erano ancora accucciati.

Un gruppo di persone stava vicino ad un uomo a terra.

L'abito grigio, il sangue che lo macchiava.

Per qualche secondo la sua mente si spense. Corse come un pazzo e gli s'inginocchiò vicino.

Namur era a terra.

-Come cazzo è successo?- Gridò verso gli altri.

Giulio aveva il volto pesto, e c'era un uomo a terra più pesto di lui. Era uno della sicurezza del Sindaco.

Honey Rock *Investigation Agency 1*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora