Premessa

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Dedico questa massa informe di parole a tutti coloro che leggeranno quello che ho voluto creare e a chi sta cercando di fare qualcosa di buono nella propria  esistenza. 
Non siete soli. 


''Mind the gap between the platform and the rail.''

La voce meccanica dell'altoparlante della metropolitana di Londra era chiara e limpida come ogni mattina.
Frasi che il mio cervello conosceva alla perfezione.
Fotocopie di giorni passati nel vedere le stesse persone, gli stessi sedili ben conservati e privi di usure sui vagoni, gli stessi turisti un po' spaventati ipotizzando di essersi persi, credere di vedere tutto immutabile, sempre tutto uguale quando in realtà è l'esatto opposto.
Impercettibilmente tutto cambia intorno a noi e non riusciamo nemmeno a coglierne la parvenza. Quasi come fosse un foglio sporco, un errore ortografico cancellato male in un tema. La vita è come l'errore che sbagliamo e che fatichiamo a correggere.

Ero di ritorno a Londra dopo la convalescenza.
Il mio manager, i miei produttori e tutti coloro che mi volevano bene avevano optato per farmi fare un anno nello Yorkshire, in una struttura per quelli come me che hanno visto la morte in faccia, almeno così le chiamo io, ma il termine tecnico sarebbe clinica psichiatrica nonostante io in quell'anno non abbia mai visto uno psichiatra, mi era bastato lo psicologo di base.
Dicevano che avevo fatto progressi e che ero pronto per tornare alla vita normale.
Ma la vita come fa ad essere ''normale'' quando hai fatto morire una persona?
Non lo può essere. 

MirrorsWhere stories live. Discover now