20 marzo 2019 -
Ufficio notarile di Londra - MaryleboneCAP 4
- Il giorno 20 del mese di marzo dell'anno 2019 con il presente atto il signor Horan Niall James nato a Mullingar nella contea di Westmeath, il giorno 13 settembre dell'anno 1993 e risiedente a Londra, Pimlico dichiara di essere ''parte promittente venditrice'' in causa e dichiara di vendere la suddetta casa alla cifra stimata – la voce del notaio risultava troppo squillante, come se dovesse far sapere a tutti cosa fosse successo in quella casa.
Non era stato facile venderla ma alla fine degli acquirenti a Londra si trovano sempre.
Mi avevano detto che la casa era stata ripitturata all'esterno e anche all'interno ed era stato cambiato qualche mobile, la vasca da bagno, i rubinetti, porta d'ingresso, il divano ed era stato diversificato il salotto.
Io avevo ritirato tutta la mia roba senza entrarci più.
Al resto ci avevano pensato i miei agenti e il mio manager.
- Signor Horan mi ascolta? – la voce del notaio era rigorosa e ferma, mi incuteva quasi timore.
- Si – esclamai, in realtà non avevo ascoltato nulla.
- Deve firmare qui e anche qui -
Mi passò delle scartoffie che firmai senza sapere cosa volessero dire.
Ero troppo assorto nei miei pensieri per capire anche solo una minima parte dei ragionamenti che pronunciava quella donna con quell'inglese tecnico da far morire d'invidia anche la mente più brillante e perspicace presente tra i banchi di Oxford.
Vendere una casa a Londra mi costava tanto quanto produrre un nuovo album musicale ma poco importava, avevo bisogno di una nuova sistemazione e al più presto.- Niall che gioia vederti – la voce di Michelle, così lontana e consumata dalle sofferenze mi richiamò all'ordine quando uscimmo dalla sala notarile.
Aveva fatto lei le veci della figlia.
- Michelle come stai? – le corsi in contro abbracciandola.
Aveva delle grosse borse sotto gli occhi, segno che non dormiva da un po' anzi, da un bel po' oserei dire.
Ogni tanto le telefonavo ma ancora non ero riuscito ad andarla a trovare.
I ricordi della loro casa a Birmingham galleggiavano come salvagenti abbandonati nel mare aperto che era la mia mente.
- Vado avanti Niall, è quello che dobbiamo fare no? – mi rispose con tono spossato, quasi come se si stesse facendo logorare dalla vita tanto quanto il sottoscritto.
- A volte mi sembra di non riuscire a farcela Michelle, è tutto così pesante e incomprensibile che mi sto rassegnando quasi – le confermai e lei mi fissò con quella dolcezza, delicatezza e sensibilità che solo una mamma può avere.
- Niall andrà tutto bene, sono stati anni difficili ma devi riuscire a scovare quella luce che i tuoi occhi hanno perso. Ti orienterai –
Ascoltai le sue parole e poi la invitai a pranzo, si tratteneva poco a Londra ma volevo passare del tempo con lei e sapere che dopotutto, forse, cominciava a stare un po' meglio.Nelle settimane successive Harry si offrì disponibile per ospitarmi a casa sua, tutti i componenti della band mi avevano dimostrato grande solidarietà ma quello che mi serviva era rimanere da solo a riflettere ed Harry fu l'unico che comprese a pieno la mia situazione.
Non fece domande ma sapevo che mi controllava, soprattutto di notte.
Si svegliava circa quattro o cinque volte e poi tornava a letto.
Mi voleva davvero molto bene e sapevo che quella tragedia aveva colpito, indirettamente parlando, anche lui.
- Quando ricominci le sedute? – mi domandò una sera, dopo che avevamo finito di cenare.
- La settimana prossima – affermai con fare alquanto spassionato.
Si fermò essendo incerto su cosa chiedermi - Ti manca vero? -
- Come l'aria Harry – risposi senza dubitare dell'autenticità della frase.
Mi mancava come mi erano mancate poche cose nella vita.
Mi mancava più della musica.
Più della fama, dei soldi e dei fan.
Harry mi venne vicino e in tutta risposta mi abbracciò – Io ci sono e anche gli altri ci saranno sempre Niall. Ti voglio bene ma devi prendere cura di te stesso ora -
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Mirrors
RomanceEstratto dal capitolo due: ''Non avrei immaginato che quel momento sarebbe arrivato. Non sapevo dove andare e cosa guardare perché tutto, ogni cosa, mi ricordava lei. Il tavolo della cucina, dove avevamo fatto l'amore più di una volta. Il divano...