Capitolo quattordici.

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Londra 
20 maggio 2019

CAP 14

Freddie era ritornato con Louis a Los Angeles ed io avevo scelto la casetta a Notting Hill, la prima che avevo visitato.
Avevo parlato col mio agente immobiliare e con i proprietari che desideravano venderla.
Ci eravamo incontrati il 15 di maggio ed mi erano apparse persone gentili e cordiali, avevano una voglia proporzionalmente simile alla mia di vendere quella casetta, con l'unica differenza che io la volevo comprare.
I primi di giugno sarebbero partiti tutti gli atti notarili, il mio cambio di residenza e gli atti burocratici che si sarebbero terminati entro fine luglio.
Nel frattempo i proprietari mi avevano confermato che potevo entrare nella casa per cambiare mobili, pitturarla e arredarla quando volevo. 

Il 20 maggio ebbi il quarto incontro col gruppo di sostegno.
Il secondo e il terzo incontro erano stati identici al primo quindi sperai che il quarto avanzasse di livello altrimenti la mia depressione avrebbe potuto regredire al posto di migliorare.
Entrai nella sala notando che Alex, Jonathan e Rachel erano già seduti.
Mi salutarono con un sorriso troppo ampio per i miei gusti.
- Come va ragazzi? – optai per quella domanda perché starmene seduto a fare l'asociale per cinque minuti mi pareva eccessivo.
- Bene Niall. Noi ci siamo trovati a prendere un caffè prima di cominciare, sai per fare un po' più d'amicizia, se ti va la prossima volta puoi unirti – mi disse Rachel, notai che aveva un tic nervoso alla mano sinistra, segno che gli attacchi convulsivi d'ansia stavano peggiorando sempre di più.
- Certamente, per la settimana prossima ci sono – mi stupii quando pronunciai quella frase così convinto, non uscivo con persone normali da minimo 3 anni.
Che mi prendeva?
- Solitamente andiamo al Coffee House a Camden Town, che dista dieci minuti di metro da qui, ci trovi lì per le quattro – esclamò Alex timidamente, pure lui soffriva di attacchi d'ansia e vedere che stavano cercando di fare conversazione con me, che ero ''nuovo'' per loro, mi diede molta speranza e mi fece credere che ce l'avrebbero potuta fare.
- Assolutamente, ci sarò – confermai prima di vedere tutti gli altri che entravano nella sala. Rupert che ci salutò come fossimo dei bambini speciali in cerca della mamma.
Ho sempre avuto un rapporto strano con gli psicologi.
Li amavo e li odiavo al tempo stesso.
Ma vedevo che Rupert cercava di farci fare conoscenza e che alcuni di noi stavano facendo progressi. Invece il mio psicologo di base era un caso a parte, andò su tutte le furie quando gli comunicai che stavo comprando casa per andarci a vivere entro la fine del 2019.
Diceva che non ero pronto, che poteva succedere ancora e che, stare in mezzo alla gente mi faceva bene. Però, di controvoglia, mi firmò tutte le carte d'idoneità mentale che attestavano che c'erano stati progressi: per questo motivo continuavo a seguire il gruppo di sostegno.
- Niall, ci ascolti? – la voce di Rupert si fece più alta e notai che tutti avevano gli occhi puntati su di me. Mi ero assorto troppo nei miei pensieri da psicopatico e non avevo seguito nulla di quello che stavano dicendo.
- Ah si scusate – tornai in me nel minor tempo possibile e Rupert continuò.
L'argomento di quella settimana erano i segreti.
Disse che ogni settimana avremmo parlato di un argomento differente e che ci sarebbero state anche attività extra.
La discussione sui segreti fu interessante, al contrario di come mi aspettavo. Ognuno di noi diede la sua versione su cosa significava avere dei segreti o tenere dei segreti e Rupert commentava ogni cosa senza sparare sentenze su cosa fosse giusto o sbagliato. 
Alla fine della serata, mi sentii un po' più leggero.
Vedere che tutta quella gente era lì con me mi faceva pensare che dopotutto quello che può succederci nella vita, ci si deve sempre provare a rialzarsi. Sempre. 

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⏰ Last updated: Jan 20, 2020 ⏰

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