Capitolo 18

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Buona vigilia di Natale, spero che questo capitolo vi piaccia ❤️

Dopo un viaggio lungo ore, tre per la precisione, dove Alessia si lamenta che le patatine dopo quindici minuti dalla partenza dall'autogrill sono finite, Shawn che prova Mercy con il microfono del pullman e Brendon che mi chiede un massaggio ai piedi perché ha i calli -che non ho fatto, poiché ho ancora un po' di dignità-, finalmente arriviamo a destinazione.

«Credo di essere allergica alla razza umana.» Borbotto, prendendo il mio zaino e caricandomelo in spalla. Le valigie sono nella "stiva" del pullman, se così si può chiamare.

«Ti capisco, sorella.» Alessia mi dà un pugno scherzoso sulla spalla, e poi mi circonda le spalle con un braccio, avendo un comportamento stranamente mascolino.

La guardo inarcando un sopracciglio. «Ale, ma che ti prende?»

«Ho sonno, Zoe.» Biascica le parole chiudendo piano le palpebre. «Era una cazzata quella della forza di volontà. Voglio dormire.»

«Anche io.» Per poco non mi scappa uno sbadiglio. «Per poi non svegliarmi mai più.»

«Su su, un po' di allegria.» Brendon si infila tra me e Alessia, circondando entrambe con le braccia. «Zoe, non vuoi morire sul serio e Ale tra poco dormirai.»

«Non capisco come fai a essere così positivo.» Mormoro, separandomi dalla sua stretta. «Probabilmente mamma ti ha adottato.»

Julian si avvicina a noi, appena scendiamo e recuperiamo le valigie. L'hotel che abbiamo davanti è lussuosissimo, come d'altronde tutti quelli a cui siamo stati fino ad ora. Avrà una trentina di piani, è praticamente fatto tutto in vetri e il pavimento -almeno così sembra- della hall è in marmo.

«Siete stanchi dal viaggio?» Julian sorride, dando una pacca alla spalla di mio fratello. Poi lentamente annuiamo tutti e tre. «Tra poco ci daranno le chiavi delle stanze, dobbiamo solo mostrare la sorpresa a Shawn.»

«Che sorpresa?» Domando e Julian si guarda intorno per accettarsi che Mendes non sia nei paraggi. Quando parla, bisbiglia. «La famiglia di Shawn verrà in tour con noi. E Camila per qualche settimana.»

«Oca giuliva starà in tour con noi?» Sbotto, svegliandomi completamente. Neanche ho il tempo di assimilare le informazioni, che vedo Camila correre con sempre i suoi tacchi a spillo verso Shawn e saltargli addosso.

Alessia ed io facciamo una smorfia, come fa anche una ragazzina vicino Karen, la madre di Mendes. Dovrebbe essere sua sorella Aaliyah, da quel che ho letto su Internet -sì, alla fine le mie doti da stalker hanno avuto la meglio su di me e l'ho stalkerizzato bene-.

«Zoe...» Prova a dire Brendon, ma viene interrotto da Karen che ci indica e fa un sorriso a trentadue denti, come se avesse appena vinto alla lotteria.

«Ragazzi, che bello vedervi!» Abbraccia prima Alessia, poi me e infine mio fratello. Fa cenno con la testa verso suo marito e sua figlia. «Zoe, lui è mio marito e padre di Shawn, Manuel, e lei è Aaliyah, la nostra seconda figlia.»

Alessia e Brendon già li conoscono, così sono l'unica a presentarmi. Dopo qualche secondo, arrivano anche Shawn e Camila, che si è attaccata al suo braccio come se fosse una cozza. Figuriamoci come si comporterà dopo aver saputo che Mendes le sta scrivendo una canzone d'amore.

«Cami!» Esclamo, prima di farle un sorriso finto. Alessia trattiene una risata e anche Shawn sembra abbastanza divertito. Strano, pensavo che mi avrebbe lanciato una scarpa in testa. «Che bello che ci sarai anche tu con noi! Hai migliorato la mia vita! Così adesso ho ancora più voglia di buttarmi giù da un-» Brendon mi tappa la bocca con una mano.

«Zoe, finiscila.» Ringhia mentre nasconde agli altri il suo nervosismo con un sorriso.
Alessia gli dà un colpetto al braccio per farmi lasciare e io le lancio un'occhiata di riconoscimento.

«Ah.» Sussurra Camila. «C'è anche questa

«Questa finisce a rissa con te, se apri ancora la b-» Sto per continuare, ma Brendon mi prende per un braccio e mi interrompe. «Noi andiamo a vedere la hall dell'hotel. Zoe era così emozionata di vedere il Dakota!»

Inarco un sopracciglio e fisso mio fratello. «Davvero? È perché non ero a conoscenza del fatto che io stessa fossi emozionata di vedere il Dakota?»

Brendon non risponde, ma mi trascina sul serio fino alla hall dell'hotel. Sento giusto Aaliyah dire: «quella ragazza è troppo divertente!» che già siamo dentro l'albergo.

«Sei stato molto scortese.» Rimprovero mio fratello quando mi lascia stare. «Trascinarmi in quel modo come se avessi cinque anni... ma ti pare il caso?»

Brendon si porta le mani tra i capelli e mi guarda con occhi da fuori. Devo dire che però è bipolare: io sto facendo la brava. Ha sempre detto di non insultare Shawn, non Camila, e adesso che non lo faccio se la prende? Il ragazzo ha problemi sul cambio di idee, senza dubbio. «Mi pare il caso? Hai detto a Camila che stavi per finire a rissa con lei! Zoe, non ti puoi mettere a insultare persone a caso solo perché non ti stanno simpatiche. Non è giusto.»

«Non si dovrebbero neanche ignorare le persone perché si è troppo codardi per dire che si sta male, o per cercare di stare vicino a qualcuno.» Ribatto a tono, dandogli una piccola spinta sul petto cercando di placare la mia rabbia.

«La finirai mai di rinfacciarmi queste cose? Dio, sono cresciuto! Non puoi pretendere che viva ancora con la mamma, o che ti chiami tutti i santissimi giorni!» Urla frustato lui e alcune persone si girano verso di noi. Shawn e tutti gli altri stanno iniziando ad entrare, ma non me ne frega niente.

Sentissero pure quello che è mio fratello. «Io te le rinfaccio perché continui a farle! Non chiami ancora mai la mamma e lei ci sta malissimo per questo! Non ha perso solo suo marito, ma anche suo figlio! L'hai lasciata sola quando lei aveva bisogno di te e mi fai schifo per questo! Sei un verme, Brendon!» Mi cade la borsa dalle mani per quanto sono impegnata a gesticolare e innervosirmi.

Alla fine ho il fiatone e le lacrime agli occhi. Brendon ha lasciato la mamma sola, ma anche me. Quando lei fa i doppi turni per mantenerci e torna a casa la sera tardissimo sono io che sono a casa da sola. Sono io che ho cenato nel silenzio più totale e una chiamata, una volta ogni tanto, da mio fratello, non mi sarebbe di certo dispiaciuta.

Ma lui era troppo impegnato nel tour, nella sua nuova vita, per ricordarsi che ha una famiglia.
Ci sono momenti in cui lo guardo e penso che alla fine non ha fatto nulla di male. Che sono felice e orgogliosa riguardo chi è diventato. Invece in altri mi chiedo come abbia fatto, se valgo così poco perché lui mi dimentichi così, da un giorno all'altro. Io per lui in questo momento non sono altro che un problema.

«Senti, Zoe, quando andrai a lavorare e ti farai una vita capirai. Ti allontanerai anche tu, proprio come ho fatto io. È il destino di nostra madre, non ci possiamo fare niente.» Prova a sfiorarmi il braccio, ma io mi scosto. Lui è peggio della peste mendesiana.

«Io non farò mai come te.» Rispondo con amarezza; raccolgo la borsa da terra e mi avvio verso il bancone alla hall per chiedere in che benedetta stanza dormirò.

Ci sono due persone prima di me, che però non fanno parte del Shawn Mendes Tour. Bene.

Però ho cantato vittoria troppo presto, perché proprio Shawn mi affianca. Apro la bocca per cacciarlo via, ma lui si sporge e mi dà un bacio sulla fronte, sorprendendo me e tutti quelli che ci stanno guardando.

«Lascialo perdere, Zoe. Io credo che tu sia fantastica quando fai quelle battutine.»

E gli elefanti, nel mio stomaco, ballano la salsa.

I hadn't planned to fall in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora