Il giorno che aspettavo.

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Quella notte feci uno strano sogno...

Mi trovavo seduta in una grande sala, era piastrellata con marmo ed era praticamente vuota. La sala aveva però molte finestre, quando mi voltai vidi un uccello volare via dalla finestra dietro di me, non feci in tempo a vedere quale specie fosse, ma era abbastanza grande e sul grigio.

Mi alzai e una voce inizio a parlare...

"Letizia... sai qual è il tuo posto al campo. La tua cabina ha bisogno di te" disse "non avete molto tempo"

-Quale cabina?- chiesi- non sono ancora stata riconosciuta!-

La voce continuò "lo scoprirai presto, figlia mia".

Mi svegliai di colpo.

Penso di essermi agitata molto nel sonno, perchè svegliai anche Caterina..

-Letizia tutto bene?- mi chiese. -Sisi tutto bene-le risposi- ho fatto uno strano sogno-

-Ho capito, ma tutto okay adesso?-

-Si, tutto bene- le risposi.

In realtà avevo una gran voglia di raccontarle tutto, volevo spiegarle cosa avevo visto nel sogno, e chiedere un suo parere perchè mi fidavo di lei; ma decisi di riflettere durante la notte e di parlarne il giorno dopo.

Feci molta fatica a riprendere sonno, stetti sveglia almeno due ore a pensare e ripensare che chi mi aveva parlato nel sogno fosse il mio genitore divino; alla fine però il sonno prese il sopravvento.

La mttina dopo chiamai Caterina.

-Dimmi-mi rispose.

-Per il sogno di stanotte- iniziai -Avevo bisogno di pensarci un po' su da sola,ma ho deciso di dirtelo, sei l'unica con cui ho legato e che mi può capire bene, anche tu sei arrivata il mio stesso giorno.-

-Certo, se hai bisogno io sono qui- disse -raccontami.

Così le raccontai tutto per filo e per segno...

-Adesso capisco perchè eri così agitata, penso che questo voglia dire che non manca molto a quando verrai riconosciuta-

-Già, può essere questo, grazie Cate!!-

-Di niente- mi rispose - ora vado da Michael, ci vediamo dopo!!!-

-A dopo!-

Dopo averla salutata mi avviai verso l'arena degli allenamenti.

In lontanaza vidi Annabeth parlare con altri semidei, iniziai ad andarle incontro quando una forte luce mi illuminò e una civettà volò sulla mia spalla.

Avevo lo sguardo di tutti i semidei su di me e mi vergognavo tanto, non ho mai sopportato attirare l'attenzione.

Intanto Annabeth venne verso di me e mi disse"-Letizia, benvenuta nella nostra cabina, Atena ti ha appena riconosciuta.-

La mia vita al campoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora