Il senso dei sogni.

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La mattina dopo mi svegliai presto. Tutti i miei fratelli e le mie sorelle stavano ancora dormendo, quando io iniziai a prepararmi.
Mi feci una doccia ed indossai velocemente la maglia del campo e un paio di pantaloncini, poi uscii dalla mia cabina.

Il campo era praticamente vuoto a quell'ora e mi ritrovai a pensare a quanto mi fossi affezionata a quel posto. Ero lì da poco, ma per la prima volta mi sentivo bene.

Dovevo assolutamente dire a qualcuno del mio sogno, ma non sapevo se andare da Chirone oppure da Caterina. Quest'ultima, però, aveva vissuto le mie stesse esperienze: eravamo state riconosciute nello stesso giorno e la profezia riguardava noi due insieme, così decisi di andare da lei.

Arrivata davanti alla cabina di Apollo, bussai e mi venne ad aprire proprio Caterina.
-Fai piano, gli altri stanno dormendo- mi disse -io però non riuscivo a dormire bene-
-Lo so, neanch'io- risposi.

-Un sogno, vero?- ci chiedemmo nello stesso momento.
-Si- ci rispondemmo
Così uscimmo dalla sua cabina e ci fermammo appena fuori, chiudendoci la porta alle spalle.

-Letizia, tu ne hai capito il senso?-
-No, tu?-
-Neanche io- ammise.
-Direi di andare subito da Chirone, lui dovrebbe essere già nella casa Grande-
-Si, andiamo- mi disse Caterina e, durante il tragitto, ci raccontammo rispettivamente i nostri sogni.

Arrivate lì, bussammo alla porta e ci aprì il signor D. vestito con l'immancabile camicia a fantasia e le bermuda.
-Buongiorno... voi siete.. sì, buongiorno Lucrezia e.. Carola.-
-Siamo Caterina e Letizia- disse la mia amica.
-Sisi... è uguale-
Io chiesi di Chirone e ci rispose che sarebbe arrivato entro alcuni minuti, così entrammo e ci sedemmo.

-Perché siete venute?- ci domandò Dioniso con in mano una lattina di Diet Coke.
-Dobbiamo parlare a Chirone di un sogno che abbiamo fatto entrambe- lo informò Caterina. Appena finì di pronunciare la frase il centauro entrò ed iniziammo a raccontare.

-Io ho visto una scritta, fatta con un ramo. Diceva: Apollo/Atena- spiegai
-Anch'io ho sognato una cosa simile, ma c'era una serie di numeri... eccoli, appena mi sono svegliata li ho scritti su un foglio per non dimenticarli- continuò la mia amica mostrandoci il pezzo di carta.

"1 18 18 1 3 3 13"

Viste così non avevano alcun senso.
Chirone era perplesso. Ci disse di chiamare Annabeth, Josh e Percy e così facemmo. Raccontammo anche a loro il sogno e, dopo aver pensato a lungo, l'unica cosa che ci venne in mente fu che i nomi dei due dei potevano riferirsi a noi, dato che eravamo loro figlie, ma non serviva a nulla. Già la profezia aveva detto che noi c'entravamo con l'attacco.

-Conviene fare qualche ricerca- annunciò Annabeth.
-Si, dobbiamo informarci sui sogni dei semidei e... tra tutti i libri che ci sono nella nostra cabina dovrà esserci qualcosa- concordai.
-Possiamo usare il mio computer, quello di Dedalo-
-Si, giusto- dissi

Io e Annabeth lasciammo la casa grande e andammo nella nostra cabina per cercare qualche informazione. Mi trovavo davvero molto bene con lei, ci capivamp ed eda una delle poche persone lì di cui mi fidavo veramente. Avevamo coltivato l'affinità che c'era stata tra noi al nostro primo incontro.

Mangiammo nella nostra cabina mentre continuavamo a cercare, ma nulla sembrava fare al caso nostro. A metà pomeriggio tornammo alla casa grande, dove ci aspettavano tutti per sapere se ci fossero novità, che purtroppo non avevamo.

Percy, Josh e Caterina, però, avevano avuto un'idea: pensarono che la serie di numeri poteva significare l'ordine in cui sarebbero arrivati i mostri. Il che poteva avere senso tutto sommato. Ma mancava qualcosa, non sapevamo la connessione che c'era con i nomi di Apollo e di Atena.

-Allora non avete trovato proprio nulla?- chiese Percy.
-No, niente.-risposi.
-Abbiamo cercato su tutti i nostri libri sull'argomento e abbiamo fatto ricerche con il computer, ma niente ci è stato utile- spiegò Annabeth.

-Figlie di Atena... sempre a fare ricerche e studiare eh?- scherzò Dioniso.
Accennai un sorriso verso di lui, ma non capivo come potesse scherzare: il campo era in pericolo e se non avessimo trovato una soluzione in tempo sarebbe stato distrutto.
-Sono sempre i soliti i figli di Atena- continuò il dio bevendo ancora Diet Coke- ricordo che, il primo anno in cui arrivai qui, fecero uno scherzo agli altri semidei: imbrattarono le loro capanne con dei codici, che servivano a far capire loro dove avevano nascosto delle loro cose. Sempre con scherzi intellettuali-

Fu proprio in quel momento che mi illuminai. Guardai Caterina, poi Annabeth. Anche loro avevano capito: erano codici!

Finalmente sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo.
Com'è? Vi sta piacendo questa storia?
Spero di si!!
Intanro ringrazio tutti per i voti e per le visualizzazioni. Mi piace davvero tanto scrivere, e vedere che i voti aumentano è davvero una grande soddisfazione per me, quindi grazie a tutti!!
Leti_semidea

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 28, 2015 ⏰

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