Capitolo 8

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Haru p.o.v
La casa era stratosferica. Un'enorme villa super moderna di chissà quanti metri quadri ed un giardino mozzafiato...ora...non so con precisione quanto grande sia la foresta amazzonica,ma vi garantisco che quel giardino tanto più piccolo non era.
Mi sentivo minuscolo di fronte a tanto lusso...di sicuro i suoi genitori non erano dei morti di fame.
Mi fece entrare e potei constatare che l'interno era ancora più ricco e sfarzoso dell'esterno.
Al centro dell'enorme sala da pranzo troneggiava un tavolo coperto di una raffinata tovaglia in pizzo,al soffitto stava appeso un lampadario vistoso (e anche un po' pacchiano per i miei gusti...),le scale che davano al piano di sopra,in marmo bianco,erano ornate da un possente corrimano dorato di chissà quale strano metallo e le tende che coprivano una grande finestra a vetrate sembravano essere di un qualche tessuto pregiato (no so...forse seta...sicuramente paglia non era),ma comunque la cosa più bella dell'intera stanza era la presenza di Kail.
Indossava una camicia nera sbottonata per metà che si accompagnava alla perfezione coi suoi lisci capelli scuri e dei jeans blu. Si era anche spruzzato un profumo dall'odore deciso sul collo...inutile dire cosa successe al mio amichetto quando mi ritrovai davanti questo ben di Dio.
Ci sedemmo e ad un certo punto un uomo in smoking ci portò al tavolo due piatti colmi di carne piacevolmente invitante.
-Chi è quell'uomo?- chiesi dopo che questo se ne fu andato.
-Ah lui è Jerry. Il mio cameriere personale.- rispose con una nonchalance impressionante.
Però pure il cameriere...non si fa mancar nulla il principino
-Haru non guardarmi così per favore...so che la cosa può sembrarti un po' strana,ma Jerry è in questa casa da quando ero bambino vedi, da quando mia mamma non c'è più mio padre cerca di colmare il vuoto da lei lasciato con le più svariate cose. Penso tu abbia notato che i soldi non ci mancano ...questi soldi mio padre li impiega "al fine di rendermi felice" dice lui e così mi sono ritrovato a vivere in questa gigantesca casa,con un cameriere personale,una donna delle pulizie,un siamese rompicoglioni da compagnia,un giardino colossale,una piscina,una sala giochi sotterranea...ci manca solo uno che ogni volta che cago mi pulisca il culo!!!- concluse con la sua solita finezza.
-I..Io mmi...mi dispiace- dissi con lo sguardo basso:mi sentivo terribilmente in colpa per il pensiero che avevo fatto,non era un viziatello,era suo padre che tentava invano di cucire la ferita causata dalla morte della madre di Kail...forse quel ragazzo non era così stronzo come lo avevo giudicato all' inizio.
-Non dispiacerti,non è colpa tua...non potevi saperlo.-
-E com'è tuo padre?- chiesi per cambiare discorso (avrei fatto meglio a tenere chiusa la bocca).
-Hahhh! Mio padre!- disse sarcastico -ti dico solo che le volte in cui mi ha ascoltato davvero si possono contare sulle dita di una mano! Come ti ho già detto pensa che i soldoni facciano la felicità e la sua volontà è che io mandi avanti l'azienda di famiglia da lui fondata...ma non è quello che voglio fare! Io mi rifiuto di stare tutto il giorno su una scrivania(per quanto importante essa sia) ricoperto da fogli di carta! Il mio sogno è fare il fotografo.-
-Davvero!? Esclamai sorpreso. Non mi aspettavo di certo che quella fosse la sua professione dei sogni.
-Sí,amo scattare foto. Alla natura,alle persone...a tutto! Ma secondo mio padre quello del fotografo è un mestiere inutile e privo di proficuità.
E vorrei aggiungere un'altra cosa sul quell'uomo! È omofobo e ovviamente non sa che sono gay...e non oso immaginare cosa farebbe se lo scoprisse...mia madre invece...lei avrebbe capito.- disse con un pizzico di malinconia.
-Stai tranquillo...per qualunque cosa io ti sono vicino.- tentai di consolarlo poggiando la mia mano sulla sua. Lui sorrise. Dio! Quel sorriso.

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