Stalkeriamo lo stalker pt. I

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"Ti amo Kazuto."

Tre parole.
Sei sillabe.
Undici lettere.
Mille emozioni.

Kazuto, per la prima volta nella sua vita, non sapeva cosa dire.

Aveva la gola secca, il cuore che gli batteva forte in petto come un martello, le farfalle in pancia e le gambe e le mani che gli tremavano.

Quando si riprese dal suo stato di trans, scrollò la testa e rilesse il biglietto dieci, cento, mille volte.

《Non è possibile.》mormorò alla fine, sconcertato e rigirandosi il foglietto rosso fra le mani. La dichiarazione era anonima e non era stata scritta a mano, infatti, l'intera frase era composta da una serie di lettere ritagliate dalle pagine di riviste.

E lui non aveva la minima idea di chi fosse la sua valentina o il suo valentino.

《 E ora che faccio ?》

Beh, tanto per cominciare poteva tornare a casa...erano quasi le cinque del pomeriggio. I suoi e sua sorella si sarebbero presto preoccupati della sua assenza.

《 Io volevo solo passare un tranquillo pomeriggio in biblioteca...》sbuffò il ragazzo mettendosi lo zaino in spalla e uscendo dalla biblioteca della scuola.

Durante il tragitto per tornare a casa Kazuto meditò tutto il tempo sulla sua possibile corteggiatrice o sul suo possibile corteggiatore, ma niente di niente.

Arrivato a casa, si tolse le scarpe e salutò suo padre ,che lo rimproverò per il ritardo: 《Posso capire che tu non percepisca lo scorrere del tempo quando sei in biblioteca ma io si ! Io si che lo percepisco ! Sono stato in ansia per almen un' ora!》strepitò Katsuki imbestialito.

《 Scusa.》fece il ragazzo, apparentemente apatico. Ma in realtà, il suo cure stava battendo come se stesse correndo ad una maratona.
Una lunghissima maratona.

Suo padre sospirò e gli accarezzo i capelli: 《 Per questa volta chiuderò un occhio, ora però va' a lavarti le mani che fra poco si mangia.》

Il ragazzo annuì silenzioso, com'era suo solito fare, si lavò le mani, andò nella propria camera e ci rimase fino all'ora di cena. Poi scese, si sedette al tavolo e mangiò in completo silenzio.

Non fece complimenti sulla cucina di Katsuki.

Non chiese come fosse andato al lavoro Eijirou.

E non corresse Haru quando sbagliò i tempi verbali.

Ecco.
Quello non era da Kazuto.

《 Secondo me ha preso un brutto voto a scuola...》fece Kirishima mentre leggeva il giornale e dopo che il figlio era andato a letto.

《 Impossibile.》gli disse il marito.

《E perché?》

《Semplice: prima di tutto, me lo avrebbe detto. Secondo, lo avrei scoperto subito perché mi sarebbe bastato vedere il registro elettronico.》

《Maledetti registri elettronici...》borbottò Haru.

《 E terzo, Kazuto non prende mai brutti voti.》il biondo sottolineò il "mai" con enfasi.

《 Anche i primi della classe ogni tanto fanno qualche sbaglio.》continuò a borbottare la primogenita, infastidita.

Katsuki non le rispose nemmeno.

Ejirou guardò i due un po' dispiaciuto: per il marito e la figlia era un periodo un po' così.
Haru voleva iniziare a voler essere indipendente, ma Bakugo aveva troppa paura di lasciarla andare.

E così avevano iniziato a litigare.

Cioè, sì, i due avevano sempre avuto dei battibecchi, fin da quando Haru era una nanetta, ma mai e poi mai erano arrivati a quel punto. E nessuno avrebbe mai immaginato che dopo i litigi sarebbero arrivati ad ignorarsi.
Mai.
E nessuno avrebbe mai voluto arrivarci.

《 Magari ha solo avuto una brutta giornata.》fece il rosso per spezzare il silenzio che si era creato.

《 Sì forse.》continuò il biondo, chiudendo gli occhi e incrociando le braccia al petto, pensieroso.

Haru rimase in silenzio per qualche tempo e poi si alzò dal tavolo. Non augurò nemmeno la buonanotte. Semplicemente se ne andò.

E così fecero gli altri due.

Fu una notte lunga per tutti.
E lo furono anche quelle successive.

Passò circa un mese e le cose non migliorarono.

Kazuto si ritrovò sommerso di bigliettini e regalini anonimi. Non sapeva che fare, era nel panico. E così aveva chiesto aiuto a sua sorella.

《 Quindi, mi stai dicendo che un tizio o una tizia ti sta stalkerando?》chiese Haru mentre faceva i compiti di matematica.

《 Sì. Ed è orribile. 》rispose il ragazzo andando su e giù per la stanza.

《 Questa storia mi ricorda vagamente Killing Stalking...》

《 Eh?》

《 Nulla nulla.》Haru si girò verso il fratello: 《 Senti, di solito questi bigliettini dove li trovi? 》

《 Beh, nel armadietto, nello zaino oppure sotto il banco.》spiegò il ragazzo.

《 Mmh...forse ho un'idea.》disse dopo un po' la ragazza.

《 Ovvero?》chiese lui incuriosito, incrociando le braccia al petto.

La rossa sorrise malefica, mostrando i canini leggermente appuntiti e sfregando piano tra loro le mani:《 Stalkerare lo stalker.》


Angolo Autrice:

Ma salve persone ! Come state? Come potete ben vedere sono tornata con un...ehm...*guarda schifata quello che ha appena scritto* un nuovo capitolo...

E ci sarà una seconda parte ! *sorride sadica*

È tutto, graziepregociao!

UNA FAMIGLIA (AL QUANTO) ESPLOSIVA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora