II

799 56 77
                                    

Ade accusava terribilmente la mancanza di sua moglie Persefone, anche se probabilmente il sentimento non era reciproco. Erano mesi che lui e Persefone non facevano sesso e si ignoravano reciprocamente, in mezzo a tutto questo fiume di pensieri  al Dio dei morti venne in mente Apollo era passato molto tempo dall'ultima volta in cui l'aveva visto e ci aveva parlato, non era cambiato per niente, sempre a recitare quelle poesie o haiku quello che è, sempre nella sua forma da diciassettenne, sempre sorridente e solare, ma sempre bellissimo. Ade si diede uno schiaffo mentale, lui amava Persefone, a lui non piacevano gli uomini. Anche perché ritrovarsi a pensare di tradire Persefone oltretutto con uomo...Ma cosa pensava lui non tradiva Persefone. Certo nella sua lunga esistenza aveva tradito Persefone, non quanto a lei però lo aveva fatto certamente basti pensare ad i suoi tre figli: Nico e bianca di Angelo e Hazel. Certo poi qualche altra scappatina con qualche mortale al tempo dei greci, ma nulla di che.
Ma con Apollo...Come aveva potuto pensare una cosa simile neanche nelle sue più vaghe immaginazioni potevano esserci pensieri del genere, ma in quel momento aveva un irrefrenabile voglia di andare dal Dio del sole e così fece.

Apollo si trovava tranquillo a suonare il pianoforte nella sua casa sull'olimpo. Stava suonando una melodia probabilmente inventata sul momento. Era una melodia triste. Apollo pensava al suo amore più grande: Giacinto. Fu l'unico uomo che amò in maniera incondizionata, ucciso per la gelosia di zefiro. Apollo ebbe tanti amanti nella sua esistenza sia uomini che donne, non si era mai voluto sposare come altri Dei, lo trovava limitativo, poi se il suo matrimonio fosse finito come quello di suo padre ed Era...non ci voleva nemmeno pensare che orrore. In tutto questo continuava a suonare concentrato il pianoforte facendo scivolare le dita lentamente sui tasti finché non gli apparve davanti alla faccia proprio Ade facendogli prendere quasi un infarto, smise immediatamente di suonare «Ade? Cosa c'è ?» Ade si guardava intorno inorridito dalla troppa luce che entrava nella stanza «Mi stavo annoiando, così come hai fatto tu sono venuto a trovarti» Apollo era visibilmente perplesso non capiva bene cosa volesse Ade visto che non erano mai stati grandi amici, certo non in contrasto ma neanche migliore amici.
«APOLLO DOVE CAZZO SEI» Apollo sussulto riconoscendo la voce di sua sorella che era palesemente incazzata con lui «APOL- Ade?» Apollo stava per avere una crisi nervosa «Cosa c'è Artemide ?» «Perché c'è Ade?» Ade era comodamente appoggiato al muro «Ciao Artemide» Artemide fece una faccia schifata «Voi stavat-» «MA COSA DICI NO» iniziò a urlare Apollo contro la sorella. Ade trovava la scena molto divertente soprattutto la faccia di Artemide schifata.
«IO ME NE VADO»  Artemide uscì con la stessa velocità con cui era entrata, nel frattempo Apollo era diventato paonazzo e Ade si tratteneva dal percularlo lì davanti la sorella.
In una frazione di secondo ad Ade venne una geniale idea; quell'idea che poche volte ti capita ma quando capita non bisogna farsela sfuggire e Ade l'aveva avuta proprio in quel momento.
«Apollo non è che ti andrebbe di venire a prendere un caffè con me?»

Spazio autrice
REGA CHIEDO VENIA PROFONDAMENTE PER QUESTO CAPITOLO CORTISSIMO, MA NON HO MOLTO TEMPO COSÌ MI DILEGUO AUGURANDOVI UN FELICE ANNO NUOVO E TANTO AMORE E ADOLLO
SE TROVATE ERRORI GRAMMATICALI SEGNALATEMELI GRAZIE

Continuo a 5 stelline e 3 commenti

-Sof

"Ho il sole in faccia se ridi" AdolloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora