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Se non l'avete già fatto aggiungete la mia nuova storia alla libreria, si chiama "forgotten" e la trovate sul mio profilo (@clerymt).

Hitsuku's pov

Il mio risveglio il giorno dopo fu molto più bello, mi sentivo più felice e più riposata.

Mi alzai e mi avviai alla porta, trovandola felicemente aperta.

In cucina mi preparai la colazione, osservai l'ora erano le 10:30.

La casa era molto silenziosa, perciò decisi di farmi un giro nella biblioteca... Che con grande piacere trovai aperta e a disposizione. Dopo aver passato due ore a leggere un libro, preso a caso, andai a farmi un giro per la casa.

Del ragazzo biondo neanche l'ombra, per non parlare del fatto che il silenzio nella casa era inquietante e allo stesso tempo affascinante.

La casa era di quattro piano, la mia "stanza" si trovava al secondo, mentre, la cucina, il salone e la biblioteca al primo. Salii le scale ed entrai nel terzo piano, deserto...

"Che senso ha avere una casa così grande se non la si usa?"

Aprii tutte le porte trovando, perlopiù, camere da letto, con tappezzeria antica e letti molto grandi, e bagni, quasi tutti, in bianco e con mattonelle uniformi e squadrate.

La vista dalle finestre, in legno, era spettacolare, per i miei gusti.

Salii al quarto piano trovando le stesse stanze, così, scesi e andai al primo piano dove trovai, anche, un'altra sala, meno "sistemata" delle altre... Aveva un tavolo molto lungo e molto rovinato, di un legno scuro e scheggiato, al centro. I muri di un giallo scrostato, erano tutti rovinati... In fondo alla sala c'era una cucina, molto vecchia, in ferro lucido.

Mi incamminai verso la cucina e i miei piedi toccarono un punto del pavimento che cedeva, feci un passo indietro, con la paura che si rompesse il pavimento, in legno. Osservai il punto notando che era una sottospecie di botola, senza maniglia.

Mi accovacciai e infilando un dito nella fessura, tra il pavimento e "l'entrata", cercai di tirare su la porticina che, si alzò molto facilmente e mostrando una scaletta, illuminata da una fioca luce, arancione.

La curiosità ebbe la meglio sulla paura e scesi la scaletta, a pioli, e finii su un pavimento in granito.

Di fronte alla scala, si presentò un corridoio stretto ed illuminato da lampade ad olio che, trasmettevano una luce soffusa e giallognola.

Mi incamminai nel piccolo corridoio e notai che ai lati, erano presenti piccole celle al buio, senza finestre e con piccolissimi letti a baldacchino. Ringraziai il cielo per essere stata fortunata a ricevere un letto e una "cella" più grande.

Continuando a camminare sentii delle voci in fondo al corridoio, dietro l'angolo. Il più silenziosamente possibile mi incamminai lì, e mi affacciai per vedere chi stesse parlando.

Il ragazzo biondo era seduto su un piccolo sgabello, davanti ad una cella, e stringeva una mano, che usciva dalle sbarre.

<Tranquillo... Sto bene.>

La voce maschile che, proveniva dalla cella finì con un colpo di tosse.

Era una voce giovanile, leggera e dolce... Anche se si trovava dentro a una cella, ammalato e non poteva uscire aveva, comunque, una voce calma e tranquilla... gentile.

Osservai la scena sul punto di piangere.

Il ragazzo biondo sorrise amaramente, abbassando la testa per non far vedere le lacrime e l'espressione di rabbia.

ALPHA (Jeon Jungkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora