ALPHA (Jeon Jungkook)

36.

Consiglio di leggere il capitolo con "hostage" in the sottofondo.

Nobody's pov

Il ragazzo non vedeva la luce da giorni, ormai.
Non aveva mangiato quasi nulla, non gli dava da mangiare.

Gli mancava il fratello, avrebbe voluto stare con lui e avrebbe anche voluto respirare aria fresca e abbracciare le persone care... Ma non poteva, doveva sacrificarsi per rendere libero il fratello.

Sperava solo che tutto finisse in fretta, vivere non era la sua priorità... Ogni notte piangeva, pensando a quanto sarebbe stato bello vivere... Vivere davvero... E tutti giorni si svegliava con le urla, gli schiaffi, i calci... Il dolore.

Gli mancava la realtà, sperava e pregava che ogni giorno suo fratello sarebbe arrivato per salvarlo e portarlo via... Ma ogni volta non succedeva, e ogni giorno un po' della sua anima si sgretolava.

Voleva solo morire, essere libero, non soffrire più.

Sarebbe finito tutto, prima o poi? Non ci credeva neanche lui.

Ma lui era un ragazzino e lo sapeva, aveva solo sedici anni... Sedici fottuto anni e non aveva mai vissuto realmente, non aveva mai respirato davvero dell'aria... Non sarebbe mai successo, perché era nato per essere un ostaggio, essere usato per ricattare. Morire, come la madre.

Jungkook's pov

La portai lì, in quella valle aperta... Sotto il sole e le nuvole, il mio posto preferito.

Dove, mia madre, portava me e mio fratello ogni domenica... Quando ero felice e vivo.

Quando potevo fare quello che volevo e sorridere, sinceramente.

Mi mancava, mia madre... Mio fratello, la mia vita.

Mi sedetti sul prato, e feci sedere anche lei... Lei che era l'unica a rendermi umano. A farmi sorridere, respirare.

<Perché siamo qui?>

Respirai a lungo, guardando il vuoto... Verso le nuvole, il cielo e tutti quegli uccelli, che felicemente volavano.

Era arrivato il momento, lei era quella giusta... Avrei ucciso per lei, mi sarei ucciso per lei, avrei abbandonato tutti e tutto per stare con lei. Perché la amo.

Mi girai a guardarla e le spostai dei capelli dal viso... Mi guardava con i suoi occhi, profondi, e stava in silenzio.

Sorrisi tristemente.

<Devo dirti una cosa.>

La cosa più dolorosa della mia vita, quello per la quale non sono mai stato realmente con qualcuno, quella per cui ho gli incubi, quella per la quale devo proteggerla.

<Si, dimmi.>

Posò una mano sulla mia, rassicurandomi.

<Vorrei che fosse tutto facile, parlare e spiegare le cose... Aprirmi e dirti tutto quello che ho passato e passo... Il perché esco di notte, perché ho gli incubi, perché ho problemi di rabbia, perché non mi fido realmente... Tutto.>

Lei annuì.

<Voglio dirti tutto.>

I miei occhi divennero lucidi, iniziai a respirare per calmarmi... Risi amaramente e guardai il vuoto.

<Questo è il mio posto preferito... Ci venivo sempre con mia madre, e mio fratello.>

La guardai e notai la sorpresa e la curiosità nel suo volto, che trattenne rimanendo in silenzio.