Capitolo 4 -Perchè sei tutto ciò di cui ho bisogno-

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-Perchè sei tutto ciò di cui ho bisogno- Stay With Me, Sam Smith

Capitolo 4 -Perchè sei tutto ciò di cui ho bisogno-

I suoi occhi grigi mi scrutarono da testa a piedi. Indugiarono sui miei occhi e sul fatto che fossero sempre più spenti. Si passò la mano sul labbro. Dio, quanto era sexy. "Che ci fai tu qui?" disse con la sua voce roca. "Ehm ero uscita un attimo..." indugiai un po' su che dire. "Oh cara. So dove sei stata, non serve nasconderlo." sorrise mettendo in risalto i suoi denti bianchissimi. Feci per spingerlo ed entrare nella scuola prima che qualcuno mi vedesse. "Dove pensi di andare?" e dicendolo si avvicinò sempre di più con il petto verso il mio. Mi accorsi che era molto più alto di me, circa dieci centimetri. "Penso che se ce ne stiamo ancora un po' qui a chiacchierare allegramente, qualcuno ci scoprirà  e poi sarò fottuta, non voglio problemi." dissi spudoratamente. Rise ancora più forte e prese la mia mano, gesto che mi fece venire la pelle d'oca, e corse trascinandomi dietro fino al cancello della scuola. "Dai scavalca!" mi urlò da dietro il cancello, che aveva scavalcato molto facilmente. Ecco una delle cose in cui sono negata. Le attività fisiche. Tentai di aggrapparmi alle inferriate, ma i piedi scivolavano. Lui risavalcò il cancello e mi prese la mano per la seconda volta. La appoggiò sopra una delle inferriate più alte e mi alzò la gamba per scavalcare e atterrai di peso dall'altra parte. Agile come una pantera, lui scavalcò e ricominciò a correre. Tornammo al parco dove io poco prima mi ero fermata e mi accasciai su una panchina, stremata dalla corsa. "Allora, come ti chiami?" mi chiese con ancora il fiatone per la corsa. "April" risposi un po' restia a dirgli la verità. "Ah e così sei April, piacere di conoscerti. Io sono Shane. Per gli amici Shan." disse porgendomi la mano. Che strana presentazione: prima mi stalkerava dappertutto, poi mi scopre mentre marino la scuola, e poi la marina insieme a me. "Perchè ti interessi tanto a me? Ceh, cosa ti serve sapere il mio nome?" i suoi motivi mi erano ancora sconosciuti, e questo mi preoccupava alquanto. "A niente, volevo solo conoscerti. Che dici? Ci facciamo un giro?". Bene ora avevo a che fare con uno stalker pedofilo fighissimo che mi chiedeva di fare un giro insieme a lui mentre marinavamo la scuola. "Okay." accettai da bambina inconscia che ero. Non sapevo che sarebbe stato l'inizio di qualcosa di più grande di un'amicizia.

Vagammo per tutta la città in cerca di qualcosa di interessante da fare, ma i problemi iniziarono quando trovammo il cugino di Shane che si stava fumando una sigaretta sotto un porticato. "Ehi Way, vieni a conoscere April!" . Dio, ma la stupidità maschile fino a dove poteva arrivare? "E così marini la scuola insieme ad una ragazza? Bravo ragazzo" e detto questo gli tirò una pacca sulla spalla e gli offrì un tiro. Shane rifiutò e disse che andava nella tabaccheria vicina per comperare un accendino per le sue di sigarette. Mi lasciò da sola con suo cugino, che era un tipo da poche parole oltretutto. "Ma così tu sei il cugino di Shane..." dissi per cominciare un discorso decente. "Sì." . Il discorso più epico che abbia mai sostenuto. Per fortuna Shane tornò presto dalla tabaccheria, così cominciò a parlare con lui di porcate che avevano fatto nelle reciproche scuole. Io ero seduta su una muretta che fissavo le nuvole. Non mi accorsi nemmeno quando Shane abbassò la voce e cominciò a parlare di me. "E' sempre così triste." "A me sembra una ragazza a posto." "Il ex suo ragazzo, quello stronzo di Michael, l'ha fatta soffrire."  Spezzoni di discorso mi entravano in un orecchio e uscivano subito. Ad un certo punto Shane mi prese il braccio e mi fece scendere dalla muretta. "Su dai torniamo a scuola. Sta per cominciare la lezione di letteratura." mi disse con voce suadente. Io mi feci trascinare fino a scuola e solo quando ritornai in classe mi accorsi che nessuno aveva notato la mia assenza, ero un fantasma. Solo Michael mi sussurrò in uno orecchio chiedendomi dove fossi stata. "Non sono cazzi tuoi.". E le parole che aveva detto Shane a suo cugino mi trafissero come un coltello. E' sempre così triste. Vero. Ero sempre triste da quando non avevo più un motivo per vivere. A me sembra una ragazza a posto. E no che non ero una ragazza a posto. Ero solo una ragazza con un passato terribile alle spalle. Il suo ex ragazzo, quello stronzo di Michael, l'ha fatta soffrire. Vero anche questo. Mi aveva lasciato dentro una cicatrice che non poteva essere più cancellata nè nascosta. Sentii Michael chiedermi qualcosa, ma avevo la mente altrove. Stavo pensando al mio passato. Quel passato di merda, che mi aveva fatto soffrire tanto e che mi faceva soffrire ancora allora. Era solo qualcuno che mi amasse quello che volevo, e volevo che rimanesse. Ad abbracciarmi quando piangevo, ad accarezzarmi i tagli quando ero triste. Dove potevo trovare un ragazzo che avrebbe preso sotto la sua ala una ragazza fragile, distrutta e emotivamente instabile? Era tutto ciò di cui avevo bisogno, calore umano e un sorriso. Mi bastava tutto ciò. 

 Michael mi toccò lievemente il braccio, temendo di rompermi. Mi aveva già rotto da un bel pezzo. Ero una bambola di porcellana, e lui l'aveva fatta cadere a terra, pensando fosse indistruttibile. Ma tutto si può rompere, se si vuole. Ci si può rompere da soli, oppure può farlo qualcun altro. In questo caso, lui mi aveva rotta e io avevo trovato la forza di ricostruirmi pezzo per pezzo. Ma non bastava, avevo bisogno dell'ingrediente fondamentale, l'amore. E a darmelo sarebbe stata la persona più impensabile, quella che consideravo solo un amico. "April, posso chiederti una cosa?" quella frase mi risvegliò dai miei soliti pensieri poetici che mi attraversavano la mente appena un pensiero mi passava per l'anticamera del cervello. "Spara." risposi di rimando. "No, sono serio."  disse girandomi la faccia da sotto il mento. "Okay, dimmi. E muoviti, perchè non ho tempo da perdere per ste stronzate. Se devi dirmi che mi ami ancora, puoi andartene pure a fanculo. Mi hai distrutto. Ne sei consapevole o pensi che io mi possa aggiustare da sola? Ho bisogno di amore vero Michael, e ora sono cosciente che tu non me lo puoi dare." dissi voltando subito la testa dall'altra parte. "Ah è così che la pensi? Che io ti abbia lasciato senza un motivo? Io ti ho dato troppo da ricordare April. Ricordi le margherite? E i treni?" socchiusi gli occhi per un attimo, assaporando i ricordi che avevo tentato di cancellare. "Vedi che ci stai pensando? Mi ricordo ancora che quando ricordavi una cosa socchiudevi gli occhi e volgevi la testa in alto. Io ti penso ancora April. Tu forse non lo percepisci, ma io ti amo ancora. Non è colpa mia se ci siamo lasciati, ricordatelo."  L'ondata di ricordi mi offuscò la mente. Le margherite. Ricordo ancora quel giorno in cui lui si è presentato al cancello di casa mia, con una sola margherita in mano, a dichiararsi. E i treni, quante cazzate. Ci mettevamo in mezzo alle rotaie, mano per mano, e quando arrivava il treno, ci separavamo, per poi tornare sempre a riallacciare le nostre dita, le une con le altre. I ricordi erano troppo potenti, così un impulso istintivo portò le mie labbra ad avvicinarsi alle sue. Lui allacciò le sue mani dietro il mio collo e le sue labbra sfiorarono le mie, indugiando sulle crepe delle mie labrba causate dal freddo. Le sue dita andavano in cerca dei miei riccioli e per un attimo socchiusi leggermente gli occhi. Mi sfuggì un gemito quando vidi che la figura che stava guardando dalla porta era Mister Occhi Grigi in persona.

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